40°Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano. Henze collezionista

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Renzo Vespignani, olio1965

Il Cantiere Internazionale d'Arte di Monteulciano, nel quarantennale della sua fondazione, dedica al suo creatore, Hans Werner Henze, diversi appuntamenti per far conoscere al pubblico la molteplicità delle sue attività e dei suoi interessi. La mostra  “Henze collezionista”, curata dal presidente della Fondazione Henze, Michael Kerstan, fa luce su un aspetto meno noto ma certo non meno interessante.

Kerstan ha scelto oltre trenta opere: dipinti, disegni e litografie dalla collezione privata, custodita nella villa di Marino del compositore tedesco. Tra le diverse opere possedute da Henze, tra cui anche bozzetti di spettacoli teatrali, la scelta è caduta su due autori particolarmente significativi nella vita di Henze: Renzo Vespignani (1924 - 2001), di cui fu amico fraterno e Natascha Ungeheuer, che è stata presente al vernissage di domenica 12 luglio 2015.

In questa occasione Kerstan ha spiegato ciò che univa questi artisti ad Henze: la terribile esperienza della seconda guerra mondiale. Da questo vissuto è poi nata una visione dell'arte ispirata da una esigenza espressiva, che si manifesta attraverso la narrazione, e morale, di amore per l'umanità, a cui si aggiunge la comune esperienza teatrale. Kerstan ha inoltre, sottolineato che Henze è sempre narrativo, non solo nelle opere teatrali ma anche in quelle solo strumentali.

Vespignani ed Henze si conobbero per la Maratona di Danza del 1957  di Luchino Visconti che si affidò al primo, per scene e costumi, e al secondo per la musica; così iniziò la loro intensa amicizia. Diversamente per Natascha Ungeheuer il percorso fu diverso, nel 1972 Henze mise in musica, per uno spettacolo teatrale non convenzionale, una poesia di Gastón Salvatore Il difficile percorso verso la casa di Natascha Ungeheuer. Né  il poeta, né il musicista, usando quel nome come un simbolo, sapevano che nome e cognome corrispondevano ad una persona esistente, che si indignò per l'uso non autorizzato, in un contesto che l'offendeva.

Ci vollero quindici anni affinché la pittrice accettasse un incontro di riconciliazione, in quell'occasione Henze le offrì un gigantesco mazzo di rose, si innamorò di un quadro: Sala di attesa (1980), e lo comprò. Questo grande quadro ( cm 240 x 170) è in mostra e carpisce subito l'attenzione del visitatore per i suoi brillanti colori. L'opera mostra 55 persone, che attendono il treno, dipinte con uno stile, tra realista e simbolico – surreale, che ricorda Georg Grosz. I visi riflettono angoscia e straniamento in una società disumana guardati con ironica empatia, come una “Giano bifronte” con il viso da vecchia davanti e dietro da giovane, una famiglia turca che vuole tornare a casa, una prostituta che si guarda attorno con sfrontato divertimento. La stazione, descritta tra reale e surreale, oppone una città grigia e opprimente alla natura esterna, colorata e vitale.

L'altro quadro, 627 giorni fino all'eruzione del vulcano (1988), è un dono di Fausto Moroni, compagno di vita per quaranta anni di  Henze. Lo stile è lo stesso del precedente con un carattere surreale accentuato, la scena è nettamente divisa in due con una contrapposizione ancora più marcata tra la metropoli, cupa e straniante, e una natura selvaggia piena di vita, luminosa e colorata.

Ben più vasta è la parte dedicata a Vespignani che copre un arco di tempo più ampio. Ragazzo di  Trastevere (1957) è un  esempio di quel realismo indissolubilmente collegato all'impegno politico con cui il pittore descrisse la Resistenza, gli effetti della guerra e la povertà. Nello sguardo del ragazzo c'è disperazione, rappresentata con empatia ma senza un pietismo di maniera. L'esigenza della descrizione realista di una realtà povera ed emarginata continua anche negli anni successivi come dimostrano Finestra sulla cantina (1972) e Lo sfasciacarrozze a Tor Bellamonaca (1985). 

Per I Kindertotenlieder di Gustav Mahler ad Hans il suo Renzo (1991) è un esempio emozionante della sensibilità del pittore nella percezione di altre forme d'arte. In questa come in altre opere emerge anche la reinterpretazione del passato, dal Trionfo della morte, medioevale - la morte a cavallo- allo studio del corpo umano - il disegno del corpo femminile e il viso enigmatico della bambina - che si ricollega alla tradizione rinascimentale italiana. La pittura di Vespignani interroga lo spettatore, lo invita alla riflessione, in Piedi (1966), non si può non pensare al dettaglio di tanti Cristo in croce, suggerito  anche dai chiodi, ma come non pensare alla tortura ? 

Kerstan ha anche scelto le quattro grandi tele, senza titolo, che ornano il salone della villa, anche in questo caso l'osservatore è spinto alla meditazione. Ci sono molte immagini che rimandano al suo lavoro, il seggiolino da pittore, il cavalletto con la tela, icolori, allusioni alla pittura del '900, una “testa” che ricorda Picasso, il rapporto con la tradizione nei nudi. Un aspetto potentemente affascinante è nella bellezza del disegno messo al servizio di una costante e partecipe meditazione sulla condizione umana, non disgiunta dall'impegno politico.

Colpiscono i diversi  ritratti di Henze perché, al di là della perfezione del disegno, nel raffigurarne i lineamenti, si coglie l'interiorità del musicista e l'affetto fraterno del pittore, evidente nei disegni a matita – stampata  Per il 60° compleanno di HWH 1986, che alludono anche alla vita e all'attività del musicista. La mostra da non perdere sarà aperta a Montepulciano fino al 13 settembre ed  è ad ingresso libero.

Pubblicato in: 
GN35 Anno VII 23 luglio 2015
Scheda
Titolo completo: 

40° Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano

Montepulciano 11 luglio - 2 agosto 2015

Fortezza di Montepulciano
“Henze collezionista”
a cura di  Michael Kerstan
12 luglio – 13 settembre
Ingresso libero