42° Festival della Valle d'Itria. Fabio Luisi dirige magicamente il Così fan tutte

Articolo di: 
Piero Barbareschi
Così fan tutte

Giovedì 21 luglio alle 21.00 nell'atrio del Palazzo Ducale a Martina Franca attesissima rappresentazione nell'ambito del 42° Festival della Valle d'Itria: Fabio Luisi ha diretto l'Orchestra Internazionale d'Italia nel “Così fan tutte” di Mozart, mai eseguito nella pluridecennale storia del Festival.

Questo allestimento ha visto protagonisti Shaked Bar-Fiordiligi, Nozomi Kato- Dorabella, Laurence Meikle-Guglielmo, Bryan Lopez Gonzalez-Ferrando, Nao Yokomae-Despina, Daniele Antonangeli-Don Alfonso. Un cast di giovani interpreti che hanno affrontato con entusiasmo e dedizione ( con Mozart dovremmo dire devozione) l'impegnativa pagina mozartiana.

Ottimo il risultato. Ognuno ha delineato il proprio personaggio con giusta misura, adeguata vocalità e controllo tecnico dell'impegnativa scrittura che Mozart richiede sempre ai cantanti. Il teatro di Mozart, nella sua perfezione, non concede mai più del necessario ed al tempo stesso non contiene nulla di superfluo. La presenza di diversi personaggi è sempre perfettamente calibrata e l'importanza, nello svolgimento dell'azione, sempre paritetica. Ogni ruolo quindi assume grande importanza e richiede un'esecuzione adeguata al carattere del personaggio e raramente Mozart non sfrutta in pieno quanto il registro vocale può consentire.

Così fan tutte, cronologicamente ultima delle tre opere realizzate da Mozart nate dalla collaborazione con Da Ponte per la stesura dei libretti, riprende, nella scelta della trama, uno schema tradizionale per la commedia buffa dell'epoca: l'intreccio e le vicende paradossali che si possono creare in un gioco di scambio di coppie in una situazione di travestimento e verifica della fedeltà amorosa. Schema ispirato fra l'altro ad un testo ed un'opera celebre all'epoca, “La grotta di Trofonio”, ovviamente conosciuta anche da Mozart e da Ponte, eseguita nello stesso periodo a Vienna nella versione di Salieri su libretto di Casti ed eseguita proprio quest'anno al Festival nella versione di Paisiello.

Il teatro mozartiano non è solo vocalità. Il tessuto musicale è un tutt'uno che comprende voci e parte strumentale, e la direzione di Fabio Luisi, com'era nelle aspettative, ha curato nei minimi dettagli la lettura della partitura, chiedendo ed ottenendo dall'Orchestra Internazionale d'Italia di mettere in pratica gli inconfondibili stilemi del linguaggio mozartiano, nel quale la durata di ogni nota, il fraseggio e l'utilizzo del timbro della colonne d'harmonie, la sezione dei fiati, così amata da Mozart, una sorta di firma che rende immediatamente riconoscibile la sua musica, rendono ogni occasione di ascolto un momento di grande emozione. Mozart affermava “...io metto insieme le note che si amano...” ed anche il M° Luisi, durante le prove nella concertazione della parte strumentale, chiedeva ai professori d'orchestra di “amare le note” che eseguivano...Una parte strumentale che potrebbe essere eseguita autonomamente per la perfezione e compiutezza estetica e formale, ma che Mozart ogni volta regala al pubblico facendola diventare un raffinatissimo sostegno musicale allo svolgimento dell'azione.

Nella successione di arie, ognuna indispensabile e perfettamente inserita nel meccanismo musicale e teatrale, dense di difficoltà che fanno tremare i polsi ai più grandi interpreti, il giovane cast ha messo in evidenza ottime doti individuali. È difficile se non impossibile stilare una graduatoria fra le arie eseguite e meriterebbero tutte di essere citate. Ricordiamo comunque nel primo atto il poetico terzetto “Soave sia il vento” (Fiordiligi-Dorabella-Don Alfonso), l'aria “Smanie implacabili” (Dorabella), l'aria di furore “Come scoglio immoto resta” di Fiordiligi o “Un'aura amorosa” di Ferrando, esecuzioni apprezzatissime ed applaudite dal pubblico. Nel secondo atto momento di grande emozione e poesia assoluta per l'impeccabile esecuzione da parte della sezione dei fiati (isolati e senza la presenza degli archi, sfruttando appieno la straordinaria espressività che solo Mozart riusciva ad ottenere dall'impasto timbrico che tanto amava) in “Secondate aurette amiche” (Ferrando, Guglielmo e coro).

Non molto efficace l'idea di utilizzare uno square piano invece di un clavicembalo come previsto in partitura per i recitativi. Il timbro poco penetrante dello strumento creava una sensazione di scarsa presenza e sostegno. Recitativi peraltro accompagnati con frequenti problemi di contatto con i cantanti negli attacchi e negli appoggi ritmici ed armonici delle frasi e realizzando il basso con una serie quasi continua di arpeggi e fioriture non sempre necessari che spesso si sovrapponevano alle voci in maniera non adeguata alla valorizzazione dell'”affetto” o del movimento scenico.

Un'ultima breve considerazione su scene, costumi e regia. Non è raro vedere ambientazioni ed abbigliamenti anacronistici negli allestimenti di opere settecentesche ed ottocentesche. In certi casi può essere utile per “svecchiare” i contesti e dare nuova linfa alle trame, specie se si tratta di autori di minore importanza o, come in questo caso, giustificare un allestimento in forma semiscenica. Troppo spesso però il desiderio di apparire originali ed innovativi ottiene l'effetto contrario, in particolar modo con la musica di Mozart, che non necessita di nessun “aiuto” per essere quella che è: sublime e perfetta nonostante l'allestimento scenico e non certo grazie ad esso. In questa occasione ambientare Così fan tutte in un minimalista e disadorno disco pub/lounge bar dei nostri giorni, con i cantanti vestiti come rapper e con movenze da adolescenti frequentatori di discoteche non solo appariva esteticamente poco gradevole ma provocava lo stesso effetto di una locomotiva a vapore raffigurata in una riproduzione di un quadro di Botticelli: inutile, fuori luogo ed anacronistica. Cancellare la locomotiva dal quadro potrebbe essere difficile, ma in questo caso, grazie alla direzione di Fabio Luisi ed all'ottima esecuzione di orchestra e cantanti il semplice gesto di chiudere gli occhi, ignorando quanto accadeva sul palcoscenico, restituiva alla musica di Mozart la sua funzione indispensabile: nutrire l'anima e scaldare il cuore, una magia che si è ripetuta anche sotto il cielo stellato di Martina Franca.

Pubblicato in: 
GN36 Anno VIII Numero doppio 28 luglio - 5 agosto
Scheda
Titolo completo: 

42° Festival della Valle d'Itria
Martina Franca Giovedì 21 luglio 2016

Palazzo Ducale ore 21.00
W.A.Mozart Così fan tutte
Dramma giocoso di Lorenzo Da Ponte

Fiordiligi Shaked Bar
Dorabella Nozomi Kato*
Guglielmo Laurence Meikle
Ferrando Bryan Lopez Gonzalez
Despina Nao Yokomae
Don Alfonso Daniele Antonangeli

Maestro concertatore e direttore d’orchestra Fabio Luisi

Progetto scenico Juliette Deschamps
Disegno Luci Marco Giusti

Coro dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”

Soprani: Cristina Fanelli, Paola Leoci, Vittoria Magnarello, Barbara Massaro
Mezzosoprani: Elena Caccamo, Christie Cook, Chiara Manese
Tenori: Nico Franchini, Yasushi Watanabe
Bassi: Nicolò Donini, Iosu Yeregui

Maestro del coro Ferdinando Sulla
Maestro al fortepiano: Carmen Santoro
Maestri di sala: Kayoko Ikeda, Liubov Gromoglasova
Maestro di palcoscenico: Angela Zaccaria

Assistente del direttore d’orchestra: Sesto Quatrini
Assistente alla regia: Andrea Muscato
Assistente alle scene e ai costumi: Felix Deschamps
Scenografia: Laboratori Festival della Valle d’Itria
Attrezzeria e costumi: Compagnie La Scène du crime, Parigi

Orchestra Internazionale d’Italia

*Allieva Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” A.A. 2015