42° Festival della Valle d'Itria. Premio Celletti 2016 a Raimondi

Articolo di: 
Piero Barbareschi
Ruggero Raimondi

Il “Premio Celletti”, conferito ogni anno a partire dal 2010 a prestigiosi protagonisti del mondo della lirica nel ricordo del grande musicologo e didatta già direttore artistico del Festival della Valle d'Itria, ha visto quest'anno, il 2016, come destinatario un leggendario protagonista della lirica mondiale: Ruggero Raimondi.

Sabato 16 luglio 2016 alle ore 21.00, nel Palazzo Ducale a Martina Franca, l'Orchestra Internazionale d'Italia, diretta da Sesto Quatrini, in occasione della consegna del Premio al M° Raimondi, ha offerto al pubblico, che ha coraggiosamente affrontato una freddissima serata (almeno per la stagione), un concerto con arie d'opera eseguite da Aya Wakizono, mezzosoprano, Vicent Romero, tenore, Massimo Cavalletti, baritono.

Sintetizzare e delineare il percorso artistico di Ruggero Raimondi nello spazio che abbiamo a disposizione è praticamente impossibile. Protagonista indiscusso sin dall'affermazione al Concorso per giovani cantanti lirici a Spoleto nel 1964, con le esibizioni in tutti i più importanti teatri del mondo e le collaborazioni con i più importanti direttori ha lasciato ricordi indelebili e le sue interpretazioni sono diventate punti di riferimento per chiunque volesse affrontare il repertorio.

La presenza di Raimondi al Festival della Valle d'Itria rappresenta un ritorno, così come accaduto negli anni scorsi per altri destinatari che hanno calcato il palcoscenico del Palazzo Ducale durante la carriera. Come ha ricordato Angelo Foletto, che ne ha tratteggiato le straordinarie caratteristiche artistiche ed umane al momento della consegna del Premio alla presenza del Presidente del Festival Franco Punzi e del direttore artistico Alberto Triola, Raimondi, nel 1980, sollecitato da Celletti, fu infatti protagonista di un memorabile recital accompagnato al pianoforte da Enza Ferrari, eseguendo le più celebri ed impegnative arie per baritono. Foletto nel suo intervento ha fatto propria la definizione di Giancarlo Landini per Raimondi: “artista creatore”, perfetta definizione per un uomo che ha fatto della musica, del canto ma anche della recitazione e della capacità di trasmettere una straordinaria energia intellettuale motivo della propria esistenza.  

Passando alle arie eseguite in concerto la scelta è caduta su un repertorio impegnativo che i giovani cantanti hanno affrontato dimostrando di essere in possesso di eccellenti qualità tecniche ed interpretative. Ricordiamo inoltre che Vicent Romero proviene dall'Accademia “Rodolfo Celletti”, preziosa fucina di nuovi talenti che hanno la possibilità di farsi conoscere nelle produzioni del Festival. 

Ha aperto il concerto Saverio Mercadante con la sinfonia di Elena da Feltre, raffinata nella scrittura e con una splendida sezione concertante riservata alla fila dei violoncelli, nella quale l'Orchestra Internazionale d'Italia ha messo subito in evidenza la duttilità nell'assecondare le indicazioni del direttore Sestro Quatrini
Orchestra e cantanti, va premesso subito come ulteriore nota di merito, che hanno affrontato una serata funestata da un calo inusuale della temperatura e da un vento gelido che avrebbero scoraggiato e messo in difficoltà chiunque.

Ancora di Mercadante “Oh sì mie care...Or là, sull'onda” nell'interpretazione di Aya Wakizono, che in quest'aria come nelle successive “Ove t'aggiri, o barbaro” da Stella di Napoli, di un autore meno conosciuto al grande pubblico, Giovanni Pacini, ma anche nella celeberrima “Una voce poco fa” di Rossini ha messo in evidenza un timbro dolcissimo e sognante, grande cura nel fraseggio e raffinata disinvoltura nelle agilità.

Non poteva mancare in una serata del genere Mozart. Dopo l'Ouverture dell'Idomeneo eseguita con sicurezza dall'Orchestra, una fra le arie più impegnative nel vasto repertorio del salisburghese: “Tu, che fedel mi sei” dal Mitridate re del Ponto, tipico esempio di come Mozart considerasse e utilizzasse la voce umana come uno strumento dal quale pretendere fraseggi ed agilità al limite dell'eseguibilità  e nella quale il tenore Vicent  Romero ha subito evidenziato le ottime doti tecniche ed espressive, così come nella “Balena in man del figlio” da Ermione di Rossini.

Anche il baritono Massimo Cavalletti ha avuto la possibilità di evidenziare le proprie doti con alcune impegnative arie:  “Decio, signor del mondo” dal Poliuto dell'autore che incarna più di ogni altro il gusto della melodia, Gaetano Donizetti, ma anche nella passionale e drammatica aria “Non sai che un nume vindice” da Roberto Deverux sempre di Donizetti in duo con Aya Wakizono, sino alla conosciutissima ed apprezzatissima dal pubblico “Largo al factotum” dal Barbiere di Siviglia che ha concluso la serata.

Pubblico giustamente entusiasta per la piacevolezza e per lo spessore artistico degli interpreti. Un evento che fino all'ultimo momento è stato in forse per l'imprevisto mutare delle condizioni meteo che sono comunque rimaste poco adatte, per la temperatura e il vento, per consentire uno svolgimento ideale della serata. Dal punto di vista delle prestazioni artistiche quasi eroici ed encomiabili per la professionalità i cantanti e l'orchestra, che hanno in ogni caso “scaldato” l'anima ed aiutato il pubblico a resistere sino al termine, nonostante l'improvvisa immersione in una serata autunnale.

Pubblicato in: 
GN36 Anno VIII Numero doppio 28 luglio - 5 agosto
Scheda
Titolo completo: 

42° Festival della Valle d'Itria
Martina Franca
Sabato 16 luglio 2016
Palazzo Ducale ore 21.00

Concerto del Belcanto
Premio Rodolfo Celletti 2016
a Ruggero Raimondi

Aya Wakizono, mezzosoprano
Vicent Romero*, tenore
Massimo Cavalletti, baritono

* Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”

Orchestra Internazionale d'Italia
Direttore Sesto Quatrini

Giuseppe Saverio Mercadante
Elena da Feltre, Sinfonia
“Oh sì mie care...Or là, sull'onda”, da Il Giuramento

Gaetano Donizetti
“Decio, signor del mondo...”, da Poliuto
“Non sai che un nume vindice”, da Roberto Devereux

Wolfgang Amadeus Mozart
Idomeneo K366, Ouverture
“Tu che fedel mi sei”, da Mitridate K87

Giovanni Pacini
“Ove ti aggiri, o barbaro”, da Stella di Napoli
“Di sua voce il suon giungea”, da Saffo

Gioachino Rossini
Semiramide, Sinfonia
“Balena in man del figlio”, da Ermione
“Una voce poco fa”, da Il barbiere di Siviglia
“Largo al factotum”, da Il barbiere di Siviglia