Supporta Gothic Network
45°Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano. Le parole dell'oracolo
Il Cortile di Palazzo Ricci, sede della Europäische Akademie für Musik und Darstellende Kunst, è stata l’incantevole cornice dove ha debuttato Propizio sapere dove recarsi, il nuovo lavoro scritto da Carlo Pasquini che ha anche diretto i giovani componenti di Formare una Compagnia.
Del testo Pasquini ha scritto: ”In qualche modo questo atto unico nasce dall’incontro con lo scrittore Filippo Tuena che durante il lockdown riunì via web un certo numero di scrittori per proporre loro la redazione di un breve racconto. Il frutto di quel lavoro durato quasi due mesi è stato un eBook adesso in commercio. Propizio sapere dove recarsi non è una trasposizione del mio racconto, ma in qualche maniera è debitore di quell’atmosfera e di quelle settimane di confronto umano e letterario. Fin da quando ho iniziato a scriverlo non è mai stata mia intenzione quella di fare un instant/drama ma è stato così forte e globale l’impatto della pandemia da cambiare non solo le mie pratiche e quelle dei giovani attori della Compagnia ma anche le nostre riflessioni quotidiane e le nostre coscienze.
Avevamo tutti bisogno di un atto catartico che ci portasse fuori dall’angoscia per poi riportarci dentro al desiderio della vita. Inoltre c’erano le regole del distanziamento da rispettare e quindi un modo di fare teatro diverso. Il testo che ho elaborato è stato scritto rapidamente, ancora in piena fase 2. L’immaginazione ha volato e così è nata questa drammaturgia fatta di confinamento ma anche di un viaggio musicale di liberazione. La musica di Bach entra direttamente nel racconto e lo sottolinea in maniera miracolosa. È un fatto immenso quello che ci è capitato di vivere in questo 2020. Non si è ancora concluso e anzi in molte nazioni si sta vivendo adesso il momento peggiore, quello che noi speriamo di aver già attraversato. Resterà nella nostra memoria e nella vita di ognuno di noi come un avvenimento colossale, imprevisto e terrificante, tanto da cambiare per sempre – almeno nelle menti più duttili e brillanti – il senso profondo della realtà e del vivere. Non più centrali e dominatori sulla natura ma umili argomenti di qualcosa che ci supera destando meraviglia e stupore”.
La pièce si svolge in un luogo non precisato dove a fatica, le lenzuola legate e calate dalla finestra come nelle evasioni dal carcere ne sono la testimonianza, si sono rifugiati sei giovani. Fuori infuria la pandemia e una cieca violenza, un caos distruttivo che li avvolge e li terrorizza perché si sentono impotenti. Se escono temono di essere uccisi, ma anche la pandemia uccide, infatti conservano imballato nei sacchi della spazzatura il cadavere di uno di loro perché non possono uscire per dargli sepoltura. Ad aggravare la situazione la progressiva mancanza di cibo, la mancanza di acqua corrente che li obbliga a raccogliere l’acqua piovana e la mancanza di energia elettrica.
Al di là delle contingenze concrete sono i pensieri, i ricordi, le angosce che generano scontri anche violenti tra loro ma anche i dialoghi inaspettati e rivelatori di pensieri inconsci e anche gli incontri di sesso perché solo l’eros come forza vitale può esorcizzare la morte. Si sente a volte una musica di provenienza sconosciuta che li affascina e li sconvolge. Infine una misteriosa apparizione carismatica con le sue parole oracolari indica la via di uscita da questa situazione claustrofobica e mortifera.
Propizio sapere dove recarsi è una delle risposte che fornisce, quando lo si interroga, l'I Ching, l'antico libro oracolare cinese all'esagramma 57, Il Mite e, come tutti gli oracoli, il senso dipende dalla domanda e dalla capacità di interpretare la risposta (ed è anche il medesimo titolo di un libro di Emmanuel Carrère, tradotto in italiano da Adelphi). La pièce scritta da Pasquini è benvenuta poiché pone allo spettatore domande su cui è opportuno interrogarsi. Ben preparati da Emanuela Castiglionesi i giovani attori che si sono immedesimati con impegno e passione nei loro ruoli che hanno richiesto un oneroso scavo interiore. Gli interventi musicali di Giacomo Margheriti sono stati molto efficaci, bene il disegno luci di Alessandro Martini e l’elaborazione del suono di Damiano Belardi, appropriati i costumi di Milena Karinska. Il tutto ben ideato e governato dal navigato Carlo Pasquini.