47° Cantiere Internazionale d’Arte. Memoria e Identità. L’Angoscia generata dalla Memoria

Articolo di: 
Daniela Puggioni
L'ombra di un meriggio lontano. Maria Eleonora Caminada e Danilo Pastore

Lo scorso 21 luglio il programma del Festival ha presentato al Teatro Poliziano due nuove composizioni commissionate dal Cantiere: Between mirrors, memories blundering merge (Tra gli specchi, i ricordi si confondono), musica e libretto di Sara Stevanovic e L’ombra di un meriggio lontano, musica e libretto di Virginia Guastella, accolte con grande entusiasmo dal pubblico presente.

Sara Stevanovic ha affermato che il titolo:” si riferisce all’ipotesi che in un giorno non così lontano l’umanità potrebbe perdere completamente la capacità di creare ricordi a lungo termine”. Il testo, in inglese e in italiano, e la musica immergono in un’atmosfera sospesa e straniante in cui la protagonista si perde, l’efficace regia di Barbara Di Lieto ha immaginato una scena cupa e angosciosa con due schermi. Alla richiesta di aiuto della protagonista a un terapista appare su uno schermo un occhio indagatore, inquietante e una voce registrata comincia a fare domande, senza risolvere il problema. Compare poi sull’altro schermo un immagine di un uomo non più giovane, un fragile frammento di memoria dell’immagine paterna. L’immagine cambia ancora e appare un’altra donna, è la protagonista anziana, realizzata invecchiando l’immagine della cantante e registrando la sua voce, indicata come donna 2. E quest’ultima traccia un bilancio della ricerca di sé stessa durata una vita, un’immagine da ricomporre attraverso schegge di immagini della donna nello specchio. Il canto non è solo Sprechgesang ma ha anche parentesi melodiche che ricordano il musical. Laura Zecchini che ha impersonato la protagonista ha reso molto bene lo spaesamento del personaggio ed è stata molto applaudita insieme alla regista Barbara Di Lieto e al direttore Francesco Bossaglia.

La seconda opera andata in scena è stata L’ombra di un meriggio lontano con musica e libretto in italiano, inglese e francese di Virginia Guastella su testi propri e di Amelia Rosselli, Pasolini, Kafka, Dante. L’opera è incentrata sul dramma psichico ed esistenziale di Amelia, poetessa, musicista e etnomusicologa, figlia di Carlo Rosselli, il cui assassinio insieme a quello del fratello Nello e la conseguente ricerca di una figura paterna in uomini più grandi di lei la ossessionò per tutta la vita. Le lingue usate dalla Guastella sono tre forse in quanto durante l’infanzia di Amelia nell’esilio di Parigi erano le lingue usate, l’italiano in famiglia, l’inglese con la bambinaia e il francese a scuola e poi divennero le sue tre lingue usate ma non padroneggiate completamente, Amelia fu anche traduttrice di Emily Dickinson e Sylvia Plath.

Due sono i personaggi dell’opera: Amelia e un Tu, che riassume interlocutori diversi. Le prime parole di Amelia:”Sai cosa vuol dire la parola assassinio?” sono quelle che Amelia e il fratello Andrea ascoltarono dalla madre Marion quando annunciò loro la morte dal padre, sono anche quelle che chiudono l’opera con gli spari. La scelta della Guastella è stata proprio di spiegare che il dramma della vita di Amelia ruota sempre sull’assassinio del padre e quindi sulla mancanza della figura paterna. I versi di Dante nella cui figura Amelia si immedesima e Tu diventa Virgilio, riguardano l’Inferno e in particolare si riferiscono ai demoni, in quanto altri demoni ossessionarono la mente di Amelia che subì invasive cure psichiatriche tra cui l’elettroshock, che viene crudamente rappresentato in una centrale e terribile scena. Diverse furono le diagnosi ma nessuna cura funzionò, poi Amelia pose fine alla sua angosciata esistenza suicidandosi nello stesso giorno, il 16 febbraio, in cui si era suicidata la Plath.

I due interpreti hanno dato spessore emotivo al testo, Tu è stato, Danilo Pastore, controtenore, una scelta, dettata forse, per non connotarlo per i diversi ruoli che assume, e Maria Eleonora Caminada, mezzosoprano che già avevamo apprezzato l’anno scorso come Else nell’opera omonima di Gardella, si è calata nel personaggio rendendo efficacemente il suo tormento interiore. La regia di Eva Marie Melbye ha ben guidato gli interpreti e ha ideato una scena cupa e spoglia con pochi essenziali elementi. La musica esprime con forza l'angoscia esistenziale della protagonista grazie alla bravura e alla sensibile direzione di Francesco Bossaglia Bossaglia ha messo ben in evidenza le caratteristiche musicali delle due diverse composizioni, che impiegavano lo stesso organico strumentale, ben assecondato in questo dai bravi musicisti di Altrevoci Ensemble. Un entusiastico plauso ha salutato la conclusione di L’ombra di un meriggio lontano.

Pubblicato in: 
GN38 Anno XIV 27 luglio 2022
Scheda
Titolo completo: 

47° Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano

Dal 16 al 31 luglio 2022

Teatro Poliziano, ore 21.30

BETWEEN MIRRORS: MEMORIES BLUNDERING MERGE
Monodramma per soprano, ensemble, elettronica e video
musiche e libretto di Sara Stevanovic (prima assoluta, commissione Cantiere)

Barbara Di Lieto regia
Laura Zecchini Donna
Francesco Demichelis e Barbara Di Lieto immagini video ed elettronica

L’OMBRA DI UN MERIGGIO LONTANO
Opera in un atto unico per due voci ed ensemble
musiche di Virginia Guastella (prima assoluta, commissione Cantiere)
libretto in italiano, inglese e francese di Virginia Guastella su testi propri
e di Rosselli, Pasolini, Kafka, Dante

Eva Marie Melbye regia
Danilo Pastore Tu
Maria Eleonora Caminada Amelia

Fabiola Tacchi e Walter Vivirito disegno luci
Federica Angelini e Luca Luchetti scene
Mariafrancesca Biasella e Linda Lovreglio costumi
Domenico Franchi coordinamento artistico scene e costumi
Riccardo Maria Ricci maestro sostituto e maestro alle luci
Giuseppe Prete assistente del direttore e maestro del palcoscenico

Francesca Zu’, Teresa Marinucci, Chiara Calvelli, Alessia Bitri studenti
dell'Accademia di Belle Arti di Macerata

Altrevoci Ensemble
Laura Bersani flauto
Martina Di Falco clarinetto,
Chiara Ludovisi viola,
Filip Szkopek violoncello,
Mattia De Zen trombone,
Marco Pedrazzi pianoforte,
Margherita Naldini contrabasso  
Albert Fiorindi percussioni.

Francesco Bossaglia direzione

in collaborazione con ISSM G. Verdi di Ravenna