68° Settimana Senese. Dantone e la Bizantina per Händel

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Accademia Bizantina

Nella splendida cornice barocca della Chiesa di Sant'Agostino a Siena, Ottavio Dantone, come direttore all'organo, e l'Accademia Bizantina hanno dedicato il programma del loro concerto del 10 luglio 2011 alla musica strumentale di Georg Friedrich Händel ( 1685-1759 ),  inserendo solo un pezzo di Johann Sebastian Bach( 1685 -1750 ), la Sinfonia della cantata n.42 Bwv42. Il pubblico ha apprezzato l'esecuzione applaudendo a lungo, durante e alla conclusione dello spettacolo.

Il concerto è stato aperto dalla Sinfonia “L'arrivo della Regina di Saba” dall'oratorio Solomon, un brano di grande effetto in cui Händel ha profuso la sua grande bravura per rendere il clima fastoso ed esotico, utilizzando il ritmo e il colore del suono nel dialogo serrato tra le diverse sezioni dell'orchestra in cui spiccano gli oboi. Una appropriata introduzione al cuore del concerto incentrato sui Concerti per organo e orchestra e i Concerti Grossi.

Fin dalla giovinezza Händel (1685-1759) si fece ammirare come virtuoso all'organo e al clavicembalo; Mainwaring riporta la notizia che, durante il suo viaggio in Italia (1706-1710), a Roma nel 1709 nella casa del cardinale Ottoboni, avvenne la sfida, nel suonare questi due strumenti, tra lui e il coetaneo Domenico Scarlatti in cui il musicista tedesco risultò, per unanime consenso, vincitore all'organo. Arrivato Londra ebbe analogo successo e perciò usò esibirsi all'organo anche negli intervalli tra le parti degli oratori, infatti i Concerti per organo op. 4, pubblicati nel 1738, furono composti tra il 1735 e 1736, proprio per essere eseguiti negli intervalli degli oratori.

Sono composizioni in cui molte parti per organo sono lasciate ad libitum ( a piacere )proprio per lasciar spazio all'estro del virtuoso, ma questo non deve indurre a ritenere che la parte orchestrale sia trascurata. Al contrario il gioco del dialogo strumentale tra organo e orchestra e la continua invenzione musicale rendono queste composizioni straordinarie.

Nel programma sono stati proposti il n.2 in si bem.magg. eseguito in occasione della ripresa di Esther, e il n.4 e n.5 entrambi in fa magg., il primo in occasione di Athalia e il secondo per la Deborah. Nella musica, ormai perfettamente amalgamate, sono presenti le diverse influenze che formarono Händel, quella tedesca, nell'eleganza del contrappunto, come nella fuga dell'Allegro del Concerto n.4 ma anche la facilità melodica da cui nacquero le meravigliose arie d'opera derivate dall'incontro con la musica italiana  come nell'Allegro del Concerto n.2

I dodici Concerti Grossi op.6 composti nel 1739 3 pubblicati nel 1740 rappresentano insieme ai Concerti Brandemburghesi di Bach gli esempi più sfolgoranti del concerto barocco. Händel, durante il già citato viaggio in Italia conobbe personalmente molto bene Arcangelo Corelli ( 1653-1713 )che fu il creatore del genere. Corelli, infatti, diresse anche i due oratori composti dal tedesco a Roma Il Trionfo del Tempo e del Disinganno (1707) e la La Resurrezione (1708). Il Concerto Grosso, corelliano, è una composizione esclusivamente basata sugli archi e la tastiera ( organo o clavicembalo) ed eventuale uso del liuto (come ha scelto in questo caso Dantone) che si aggiungono per eseguire il basso continuo ed è impostata sul rapporto dialettico, concertante,  fra “concertino” composto dai i 2 violini solisti e il resto dell'orchestra, il “concerto grosso”.

Dei concerti grossi di Händel sono stati eseguiti il: Concerto grosso in sol magg. op. 6  n. 1 HWV 319 e il Concerto grosso in si bem. magg. op. 6 n. 7  HWV 325. Anche in queste composizioni si nota la stessa stratificazione delle influenze tedesche e italiane, compaiono anche ritmi di danza francesi ma anche inglesi come l'Horne pipe del movimento finale del Concerto grosso in si bem. magg. op. 6 n. 7  HWV 325. Si nota anche come rispetto al modello di Corelli Händel lo abbia  sviluppato creando composizioni originali nello sviluppo come la melodia all'italianadell'Adagio, il fugato dell'Allegro successivo, impostati dai i due violini del "concertino" nel Concerto grosso in sol magg. op. 6  n. 1 HWV 319.

La splendida Sinfonia dalla Cantata n. 42 BWV 42 di Johann Sebastian Bach ha aperto la seconda parte ed è stato interessante il confronto tra la creatività di questi due giganti nati nello stesso anno. L'Accademia bizantina ha eseguito splendidamente queste composizioni mettendone in luce tutte le caratteristiche strutturali, dinamiche e timbriche, grazie alla bravura dei musicisti che la compongono, bravissimo è stato anche  Dantone all'organo dimostrando di essere efficace sia come direttore che come virtuoso, infatti, le sue improvvisazioni son risultate molto adatte per le parti ad libitum (a piacere). 

Pubblicato in: 
GN61 Anno III 18 luglio 2011
Scheda
Titolo completo: 

68° Settimana Senese

10 luglio 2011 domenica
Chiesa di Sant'Agostino - Siena
ore 21,15

Ottavio Dantone direttore all'organo
Accademia Bizantina ensemble strumentale barocco

G.F.Händel
da Solomon, Sinfonia “L'arrivo della Regina di Saba”
Concerto in si bem. magg. op. 4 n. 2 HWV 290 per organo e orchestra;
Concerto grosso in sol magg. op. 6  n. 1 HWV 319;
Concerto in fa magg. op. 4 n. 5 HWV 293 per organo e orchestra
J.S. Bach
Sinfonia dalla Cantata n. 42 BWV 42
G.F.Händel
Concerto in fa magg. op. 4 n. 4 HWV 292 per organo e orchestra;
Concerto grosso in si bem. magg. op. 6 n. 7  HWV 325