69 Sagra Musicale Umbra. La virtuosità del "serraglio" mozartiano

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Dimitry Ivashchenko e Julian Prégardien

La giornata inaugurale della 69° edizione della  Sagra Musicale Umbra, dedicata al tema della libertà, ha visto il trionfale ritorno, dopo circa vent'anni di assenza, dell'opera in forma di concerto, con il singspiel di Wolfgang Amadeus Mozart, Die Entführung aus dem Serail (Il ratto dal serraglio), salutato dal caldo successo tributato dal pubblico presente. 

Il ratto dal serraglio fu composto da Mozart tra il 1791 e 1792 a Vienna, dove si trasferì definitivamente da Salisburgo. Questa composizione è un singspiel, una forma musicale, drammatica tedesca che unisce il parlato alla musica, in cui convergono influssi diversi: la tradizione tedesca, il vaudeville francese e l'opera buffa italiana.

Quando Mozart compose il singspiel si era già cimentato con il genere con  Zaide, rimasto incompiuto e aveva composto l'Idomeneo per il teatro di Monaco. Dalla corrispondenza con il padre, in cui lo ragguaglia sulla nuova composizione, emerge la consapevolezza di un musicista maturo con le idee ben chiare: “ ...e poi, se non erro, nell'opera la poesia deve essere figlia obbediente della musica. Perché le opere comiche italiane piacciono dappertutto nonostante le miserie dei libretti ? E perfino a Parigi, come posso testimoniare io stesso ? Perché vi domina la musica e per lei ci si dimentica di tutto il resto. (…) La cosa migliore è che un buon compositore, che s'intenda di teatro e sia in grado di fare qualcosa di suo e un buon poeta s'incontrino come un'araba fenice...”

Da questo emerge una fondamentale conseguenza: il musicista è anche drammaturgo in quanto la musica, in sé, ha un ruolo determinante nella riuscita della drammaturgia,  per lo svolgimento dell'azione e nel delineare i caratteri dei personaggi.  Questo è quanto Mozart realizzerà nella composizione del singspiel imponendo sostanziali cambiamenti al librettista, per ottenere che i caratteri dei personaggi siano rappresentati più efficacemente.

L'incarico ricevuto dal direttore dei teatri imperiali, il conte Orsini-Rosemberg, fu Il ratto dal serraglio, singspiel di Bretzner, libretto che fu rielaborato da Stephanie. L'argomento allora era molto di moda per il fascino esercitato da un Oriente, che in quell'epoca non era più temuto per il declino della potenza turca. Gli oggetti, la poesia, la traduzione delle Mille e una notte di Antoine Galland all'inizio del '700 e anche l'esotica musica della banda dei Giannizzeri, che utilizzava, gran cassa, piatti, triangolo, campanelli, sonagli e ottavino, contribuirono alla diffusione dell'esotismo nella moda e nell'arte.

Nell'ambiente viennese, inoltre, le idee degli illuministi francesi, sostenute dall'imperatore Giuseppe II, si erano diffuse e questo aspetto non irrilevante, è illuminante per una delle profonde differenze nella nuova versione. Il pascià Selim, infatti non salverà i fuggitivi perché riconosce in Belmonte suo figlio, ma per infliggere una lezione di moralità e di civiltà al padre del giovane, suo acerrimo nemico, che lo costrinse a fuggire dalla sua patria, causando la perdita della donna amata e il cambiamento della religione. Selim, inoltre, non vuole imporre il suo amore a Konstanze con la forza, la sua nobiltà d'animo non lascia insensibile la donna, che pur non amandolo lo rispetta. Inoltre anche l'inglese Blonde, cameriera di Konstanze, rivendica la sua dignità di donna libera con Osmin, il guardiano dell'harem.

Proprio Osmin è l'altro personaggio che fu oggetto di sostanziali trasformazioni, propiziate dal primo interprete, il basso Ludwig Fischer, grande attore e cantante dotato di una tecnica vocale raffinata e di una non comune estensione vocale, che gli consentì di scendere fino al re basso nella seconda delle due arie  scritte per lui. Osmin, divenne un personaggio di primo primo piano e incarna, in chiave comica, la ferocia e il selvaggio prevalere degli istinti, connotati che erano attribuiti tradizionalmente ai turchi, in base all'esperienza storica degli europei, che avevano combattuto contro di loro.

Nella musica questi aspetti sono rappresentati musicalmente utilizzando la musica alla turca - realizzata con gli strumenti della banda di giannizzeri -  i virtuosismi vocali, accorti e inusuali cambiamenti di tonalità, particolarità che il musicista descrive dettagliatamente nella corrispondenza con il padre. Tra i cambiamenti  la sostituzione di alcuni parlati con duetti, come quello iniziale tra Osmin e Belmonte, e terzetti, infine lo spostamento del quartetto, che apriva il terzo atto, come conclusione del secondo. In questa composizione il giovane Mozart fonde mirabilmente le forme musicali tipiche del singspiel tedesco come il lied con quelle francesi del vaudeville e italiane dell'opera buffa, particolarmente nei duetti comici, ma anche dell'opera seria come l'aria funambolica di Konstanze “Martern aller Arten”.

L'edizione ascoltata a Perugia è stata in forma di concerto o meglio semi scenica in quanto René Jacobs ha scelto di lasciare tutti i parlati che i cantanti hanno recitato molto bene, muovendosi con disinvoltura sul palcoscenico; alla luce del risultato meglio così che con allestimenti tanto costosi quanto brutti e antimusicali. Il direttore ha inoltre aggiunto una breve introduzione alla musica alla turca che accoglie il pascià Selim al primo atto, sostituendo, quella di Mozart, che pure si è conservata, con quella composta da Michael Haydn per la Zaïre di Voltaire, in quanto la ritiene più affine musicalmente. I pezzi recitati sono stati trasformati in melologo dall'accompagnamento del fortepiano, che ha proposto i brani alla turca presenti in altre composizioni del musicista salisburghese, come il Rondò dal Concerto in la maggiore K.219 e il finale della sonata K.331.

L'orchestra Akademie für Alte Musik Berlin sotto la direzione di René Jacobs ha proposto un'esecuzione brillante e teatrale de Il ratto dal serraglio, cantabilità, colore e ritmo della musica dell'autore sono apparsi in tutta la loro magnificenza; bene anche il coro de La Stagione Armonica diretto da Sergio BalestracciCornelius Obonya ha interpretato con nobiltà il pascià Selim, una parte unicamente recitata; venendo ai cantanti molto bravi per la parte teatrale, il vivace Pedrillo di Julian Prégardien, a nostro parere, ha destato qualche perplessità nell'emissione vocale, un aspetto che si è manifestato anche con  Mauro Peter che ha interpretato Belmonte, una parte certo non facile.

Konstanze è caratterizzata da una vocalità che richiede una morbida cantabilità e assoluta precisione negli impervi virtuosismi, un ruolo di ardua difficoltà, Robin Johannsen, che l'ha interpretata non ci ha pienamente convinto. Mari Eriksmoen è stata una Blonde deliziosa, teatralmente spiritosa e vivace, ha una bella voce ed è a suo agio in una parte la cui difficoltà non è da sottovalutare poiché giunge fino al mi sopracuto. Ideale è stato l'Osmin di  Dimitry Ivashchenko, la cui voce ha un timbro caldo e pastoso, sale agilmente alle note acute e soprattutto scende comodamente al re basso, infine supera con disinvoltura tutti trabocchetti virtuosistici che il ruolo richiede,  a questo si è aggiunta un'interpretazione briosa e disinvolta. Lunghi ed entusiastici applausi hanno accolto tutti gli interpreti alla conclusione dello spettacolo.  

Pubblicato in: 
GN40 Anno VI 17 settembre 2014
Scheda
Titolo completo: 

69° edizione della  Sagra Musicale Umbra

Perugia Teatro Morlacchi
Sabato 6 settembre ore 20.30
Mozart:
Die Entführung aus dem Serail  - K. 384
(Il ratto dal serraglio),
in forma di concerto
con sopratitoli in italiano
AKADEMIE FÜR ALTE MUSIK BERLIN
LA STAGIONE ARMONICA

René Jacobs direttore
Sergio Balestracci maestro del coro
Konstanze: Robin Johannsen
Blonde: Mari Eriksmoen
Belmonte: Mauro Peter
Pedrillo: Julian Prégardien
Osmin: Dimitry Ivashchenko
Bassa Selim: Cornelius Obonya

Vedi anche: 

Hermann Abert. Mozart. La giovinezza ed. il Saggiatore Economici