71° Sagra Musicale Umbra. Inaugura Martha Argerich

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Martha Argerich e Ricardo Castro

Nel Teatro Morlacchi di Perugia, strapieno in ogni ordine di posti, si è svolto il concerto d’inaugurazione della 71°Sagra Musicale Umbra, con la Youth Orchestra of Bahia (YOBA) diretta da Ricardo Castro, che la fondò nel 2007 seguendo il modello venezuelano “El Sistema” di José Antonio Abreu. Martha Argerich ne è stata l'altra protagonista con una travolgente interpretazione del Concerto in Sol di Ravel.

Il progetto della YOBA ha una fortissima valenza sociale in quanto offre una prospettiva di vita diversa ai bambini e ai ragazzi delle favelas, luoghi degradati non solo per la povertà materiale ma soprattutto per quella morale e culturale. Lo studio della musica rappresenta quindi un'opportunità affascinante. Per l'Orchestra sono stati scelti i migliori ed è emozionante ascoltarli notando con quanto impegno e passione suonano i loro strumenti. Sicuramente la presenza di Martha Argerich  è un elemento catalizzatore, ma bisogna ricordare che non è soltanto la sublime interprete, nota e celebrata in tutto il mondo, è anche una donna che ama insegnare ai giovani e  fare musica con loro.

Il concerto si è aperto con l'Ouverture dal Candide di Leonard Bernstein, un operetta basata sul celeberrimo racconto satirico di Voltaire, adattato dalla scrittrice e drammaturga Lilian Hellman. L'Ouverture come da tradizione anticipa temi significatiivi dell'operetta, Bernstein usa uno stile eclettico e quando si diverte nel fare la parodia dell'opera, si ispira alle operette di Gilbert & Sullivan e Offenbach; l'Aria di Cunegonde ne è un esempio significativo. Lo stile brillante del brano nella sua policromia timbrica e ritmica ha messo in luce la bravura della giovane orchestra, cosa che si è ripetuta  anche nell'esecuzione del Concerto in Sol di Ravel, in cui l'apollineo neo classicismo ispirato a Mozart si fonde con le atmosfere e i ritmi del jazz, conosciuto da Ravel nel suo viaggio negli USA. E che dire della eccelsa bravura della Argerich in un concerto in cui la sua sensibilità del tocco è un elemento decisivo dell'interpretazione, perché ne scaturiscono l'iridescente  tavolozza timbrica e ritmica e l'ineguagliabile suono cristallino e brillante che riesce a trarre dallo strumento.

A nostro avviso l'apice interpretativo è nel crepuscolare e meditativo secondo movimento, Adagio assai, in cui gli echi mozartiani sono più evidenti, la soave cantabilità della "melodia infinita”, che la Argerich fa scaturire dal pianoforte avvolge il pubblico, nella magia del suono, un incantesimo, che solo il trascinante Presto conclusivo riesce a spezzare. Alla fine del brano dopo la standing ovation del pubblico in delirio, la Argerich con Ricardo Castro ha suonato un delizioso piccolo bis a quattro mani, un brano tratto da Ma mere L'Oye sempre di Ravel, Laideronnette, impératrice des pagodes.

Ha concluso il concerto l'esecuzione della Sinfonia n. 4 in fa minore op. 36 di Čajkovskij, una prova molto impegnativa per le opposte atmosfere che la pervadono. La creazione della sinfonia si colloca tra due eventi fondamentali nella vita del compositore: il fallimento del matrimonio, deciso per nascondere la sua omosessualità, e l'inizio del rapporto, solo epistolare, con la baronessa Nadezda von Meck, che dal 1876 al 1890 gli versò un appannaggio che gli permise di lasciare l'insegnamento e dedicarsi esclusivamente alla composizione. Proprio alla sua benefattrice dedicò la Sinfonia n. 4 e in una lettera le descrisse i contrastanti stati d'animo che la caratterizzano. Il tema del Fato, una angosciosa fanfara, apre drammaticamente il primo movimento, e ritorna a intervalli regolari e poi ancora nell'epilogo dell'ultimo. La tensione si smorza nei movimenti centrali, l'Andantino in modo di canzona è un intermezzo lirico mentre lo Scherzo è virtuosistico.

Si inizia con il pizzicato dei soli archi, poi nel Trio suonano prima i legni da soli, poi gli ottoni sempre da soli, poi torna il pizzicato dei soli archi e infine i tre gruppi strumentali si contrappongono in un dialogo serrato che porta alla conclusione del movimento. Infine nell'Allegro con fuoco in forma del rondò il secondo tema è un famoso canto popolare russo, "Stava una betulla in un campo", che viene variato più voltee, si interseca col primo e infine torna il tema del Fato, che conduce al tumultuoso epilogo in fa maggiore. Alla fine grandi e meritati applausi per la convincente prova dell'orchestra condotta con mano esperta dal maestro Ricardo Castro e bis con sorpresa, Castro ha presentato un giovane percussionista, che sta studiando direzione d'orchestra, Cassio Betancourt, che ha diretto due bis dai trascinanti ritmi "brasileiri": Aquarela do Brasil, nota come Brasil (1939) di Ary Barroso e Tico-Tico no Fubá, meglio noto solo come Tico Tico (1917) di Zequinha de Abreu. Il pubblico ha apprezzato e chi aveva spazio ha accennato passi di danza, finale da Carnevale di Rio con pubblico festante.

Pubblicato in: 
GN40 Anno VIII 23 settembre 2016
Scheda
Titolo completo: 

PERUGIA, Teatro Morlacchi
YOUTH ORCHESTRA OF BAHIA (YOBA)
MARTHA ARGERICH, pianoforte
RICARDO CASTRO, direttore
Sabato 10 settembre 2016, ore 21.00
PROGRAMMA
Bernstein: Candide, Ouverture
Ravel: Concerto in Sol per pianoforte 36e
Čajkovskij: Sinfonia n. 4 in fa minore op.