Accademia di Francia. Marc Fumaroli e la desacralizzazione dell'Arte

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Marc Fumaroli

Nella sede prestigiosa ed elegante dell’Accademia di Francia a Villa Medici a Roma il 6 marzo è avvenuta la presentazione di un libro particolarmente approfondito sul rapporto tra Parigi e New York e sul ruolo dell’Arte e dei Musei nell’epoca della modernità. Il libro è stato scritto da uno dei maggiori studiosi ed intellettuali del nostro tempo, Marc Fumarolì, ed è stato recentemente pubblicato dall’editore Adelphi con il titolo Parigi, New York e Ritorno. Il libro, alla presenza dello studioso, è stato presentato da due storici dell’arte: Eric De Chassey e da Anna Ottani Cavina.

Nella sua pregevole introduzione alla discussione dei temi fondamentali trattati in questo ampio e vasto saggio, la storica dell’arte Anna Ottani Cavina ha esordito sostenendo che non è possibile raccontare e riassumere i contenuti del libro, poiché in esso diverse sono le problematiche legate alla storia dell’arte e della cultura indagate e sviscerate dallo studioso francese.

In particolare colpisce, nel corso della lettura di questo libro, l’aspra polemica dello studioso verso la desacralizzazione dei luoghi deputati a custodire le opere dell’ingegno umano, come i musei, e più in generale dell'Arte come linguaggio della cultura umana, poiché la mercificazione dovuta all'egemonia del mercato ha spodestato la cultura dalla sua posizione di assoluta preminenza, avuta in passato.

L’arte, come ogni altra dimensione della vita umana, è stata subordinata alla logica del profitto, e questo, secondo Fumarolì, specialmente in America, ha privato le opere d’Arte dell’alone di sacralità da cui per secoli sono state circondate. Ovviamente nel saggio vi sono ampie parti dedicate al periodo del manierismo, a Michelangelo ed a Raffaello, oltre che al Parmigianino.

Per Fumarolì il museo, dove sono custodite le opere artistiche create dai grandi ingegni della cultura, deve essere considerato un luogo che, rimanendo libero dalla logica angusta del mercato, deve essere finalizzato ad educare e nutrire i sensi, l’immaginazione, la fantasia e l’intelligenza della mente di ogni persona, che sia disposta a confrontarsi con la creazione artistica ed il miracolo della bellezza frutto della creatività umana. 

Sollecitato da una acuta osservazione dello storico dell’arte francese Eric De Chassey, il quale ha elogiato il libro per la ricchezza dei temi in esso analizzati e studiati, Fumarolì ha posto in evidenza e sottolineato come sia enorme ed abissale la differenza tra le immagini, proiettate nella nostra vita contemporanea dai mezzi tecnologici, e i contenuti figurativi delle opere d’arte.

Infatti, secondo lo studioso francese, il confronto tra l’io individuale e qualsiasi opera d’arte, rende possibile e favorisce la scoperta e la rivelazione della parte segreta e di ciò che è ignoto, sicchè la persona umana, posta di fronte alla bellezza, può esplorare e indagare la sua interiorità segreta e nascosta. Senza il confronto e la conoscenza delle grandi opere d’arte, esiste il rischio che l’umanità regredisca ad una condizione ferina e si riduca a non comprendere il valore della creatività umana.

In particolare Marc Fumarolì, rispondendo alle acute osservazioni dei suoi due illustri interlocutori, ha precisato e chiarito in quale maniera la storia dell’arte come genere letterario è nato e si è sviluppato in occidente. In particolare per lo studioso francese non è possibile capire la specificità del linguaggio critico e la storia dell’arte se si trascura la circostanza che esso risale alla retorica antica, su cui sono state scritte opere mirabili e fondamentali sia da Aristotele, nell’antica Grecia, sia da Cicerone.

Infatti è grazie all’arte retorica, intesa in termini classici, che diviene possibile cogliere ed enucleare il senso ed il mistero della creatività artistica ed umana. La critica d’arte, come genere letterario autonomo, nasce alla metà del settecento, grazie ai celebri Salon di Diderot, lo scrittore e filosofo illuminista.

Inoltre, secondo Fumarolì, sono stati essenziali e fondamentali, per conferire uno statuto autonomo alla critica d’arte, i saggi scritti sulla pittura da Baudelaire.

La studiosa Anna Ottani Cavina ha chiesto in che modo, dopo l’avvento della fotografia, è mutato il linguaggio delle arti figurative e della pittura. Per Fumarolì, che ha elogiato le fotografie artistiche realizzate da Cartier-Bresson, a differenza della pittura la fotografia è sempre dal punto di vista artistico un prodotto segnato da una irrimediabile povertà espressiva.

Come hanno notato i due autorevoli relatori, questo saggio di Marc Fumarolì si presenta come un giornale aperto, nel quale vengono indagati i rapporti tra arte e modernità nell’era della globalizzazione e delle tecnica.

Pubblicato in: 
GN18 Anno IV 12 marzo 2012
Scheda
Autore: 
Marc Fumaroli
Titolo completo: 

Accademia di Francia di Villa Medici - Roma

6 marzo 2012
presentazione del libro
Parigi - New York e ritorno
di Marc Fumaroli
Relatori: Anna Ottani Cavina e Eric de Chassey