Accademia Filarmonica Romana. Stradella secondo Quarta

Articolo di: 
Daniela Puggioni
San Giovanni Battista foto Stefano Tontini

La stagione dell'Accademia Filarmonica Romana al Teatro Argentina è stata degnamente conclusa, il 7 aprile scorso, da una avvincente interpretazione dell'oratorio San Giovanni Battista di Alessandro Stradella (1639 – 1682) resa da Concerto Romano sotto l'attenta direzione di Alessandro Quarta.

La vita di Stradella fu a lungo avvolta da un alone leggendario, il suo assassinio e la sua vita movimentata e gaudente lo alimentarono, solo recentemente grazie a una fondamentale e documentata monografia ( Alessandro Stradella (1639-1682): His Life and Music Clarendon Press, Oxford 1994) di Carolyn Gianturco, è stata ristabilita la realtà storica della vita di questo straordinario musicista. Alessandro Stradella era di nobile famiglia, questo aspetto unito alla stima universale per la sua arte gli permisero di essere un libero professionista a cui si rivolsero importanti istituzioni religiose e famiglie aristocratiche per commissionargli diverse composizioni. Fu infatti un musicista eclettico a lui sono state riconosciute più di trecento composizioni tra cui opere, oratori  cantate, intermezzi, mottetti madrigali.

Il '600 fu un'epoca di grande sperimentazione musicale in cui molte forme compositive nuove, come il melodramma e l'oratorio, videro la luce e per le quali i musicisti adottarono diverse soluzioni formali prima che si cristallizzassero in forme rigide e definite. Stradella fu un rappresentante emblematico di questo periodo, la stima tributatagli da padre Martini e da Händel, che possedeva una copia del San Giovanni Battista, sono una importante testimonianza della generale considerazione. Nel periodo della Controriforma, l'oratorio come luogo in cui veniva praticato un nuovo modo evangelizzare, anche divertendo, e la relativa Congregazione, che ne derivò e fu proclamata da papa Gregorio XIII nel 1575 , furono creati da San Filippo Neri (1515-1595). L'oratorio come forma musicale nacque successivamente ad opera di Giacomo Carissimi (1605-1675) per l'oratorio più prestigioso di Roma, quello del SS. Crocifisso, sede della Congregazione dei fratelli del SS. Crocifisso nella chiesa di S. Marcello.

Gli oratori che Stradella compose prima di essere assassinato segnarono l'evoluzione successiva, il San Giovanni Battista fu commissionato nel 1675 dalla Confraternita della chiesa di San Giovanni Battista de’ Fiorentini, in occasione dell'"Anno Santo" e faceva parte di una serie di quattordici, che furono eseguiti nell'Oratorio della Pietà. La sua esecuzione nel giorno della "Domenica delle Palme" e l'argomento dedicato al santo patrono di Firenze dimostrano la stima per il musicista a cui venne affidato quello di maggior rilevanza, lo testimonia anche il libretto affidato al fiorentino Ansaldo Ansaldi, letterato di fama. La lingua usata, l'italiano, e non il latino prova che l'oratorio era destinato ad un pubblico ampio e non strettamente di religiosi.

Nell'esecuzione ai dieci strumentisti normalmente in dotazione ne vennero aggiunti altri dieci, ad opera di Stradella, l'insieme in base all'analisi della partitura risulta diviso in un concerto grosso e concertino. Questi nomi, secondo il musicologo Lino Bianchi, deriverebbero dalla pratica corale, che avrebbe poi influenzato quella strumentale, in seguito furono usati da Arcangelo Corelli (1653-1713), che si è supposto che abbia ascoltato la musica di Stradella, e chepoi teorizzò la pratica strumentale. Una peculiarità di Stradella è la straordinaria abilità di far aderire la musica al testo per esaltarne la pregnanza drammatica, per coinvolgere l'ascoltatore. Il diverso modo di trattare il recitativo in cui vengono inseriti abbellimenti in parole chiave per lo svolgimento, attirando così l'attenzione dell'ascoltatore, a volte vengono trasformati in accompagnati o in ariosi usando questi diversi accorgimenti anche in uno stesso recitativo.

Stradella rappresenta magnificamente questa epoca così affascinante per la continua  sperimentazione di forme diverse in cui l'antico e il nuovo convivono ecco così che insieme a forme nuove nell'arricchimento della strumentazione continuano ad essere utilizzati i madrigali, come il coro “Dove, Battista, dove” della prima parte che non è altro che un madrigale a 5 voci. Il duetto finale tra la Figlia (Salomè) ed Erode è una potentissima pagina musicale in cui si oppongono affetti contrapposti e si chiude improvvisamente in modo inquietante sulle stesse parole pronunciate da entrambi “E perché ?”.

I solisti si sono dimostrati all'altezza delle difficoltà vocali e interpretative insite nei recitativi, nelle arie e nei pezzi di insieme. Andrés Montilla-Arcuero è stato un autorevole Battista nell'espressione della fede contrapposto a Erode e ma anche nobilmente lirico nell'aria di apertura ”Deste un tempo a me ricetto”, accurato nei recitativi ,sicuro vocalmente. La voce chiara e morbida di  SoniaTedla Chebreab ha interpretato con sicurezza la Figlia (Salomè) un ruolo molto virtuosistico per evidenziare il potere seduttivo sul debole Erode, ma anche impegnativo nel rendere la drammaticità dei recitativi e del duetto finale. Mauro Borgioni si è abilmente calato nel ruolo di Erode mettendone in luce l'ambiguità del personaggio e la sua debolezza verso Salomè nei recitativi e nel duetto conclusivo, sicuro vocalmente nell'aria virtuosistica “Tuonerà tra mille turbini”.

Bene anche Carla Nahadi Babelegoto, come Madre (Erodiade) e  Luca Cervoni come Consigliere, un ruolo aggiunto al testo del vangelo di Marco dal librettista. Alessandro Quarta, direttore e concertatore, che da tempo si dedica con successo al repertorio rinascimentale e barocco, ha autorevolmente diretto Concerto Romano, ottimo complesso  da lui fondato, evidenziando  abilmente tutte le preziosità della partitura e la drammaticità di questo indiscusso capolavoro. Il numeroso pubblico presente ha applaudito con grande entusiasmo tutti gli interpreti che hanno offerto come bis il madrigale a 5 voci  “Dove, Battista, dove”.

Pubblicato in: 
GN22 Anno VIII 14 aprile 2016
Scheda
Titolo completo: 

Accademia Filarmonica Romana
Teatro Argentina 7 aprile 2016
San Giovanni Battista
oratorio in due parti
musica di Alessandro Stradella (1639-1682)
libretto di Ansaldo Ansaldi (1651-1719)
prima esecuzione: Roma, oratorio di San Giovanni Battista de’ Fiorentini, 1675

Personaggi e interpreti

La Figlia Sonia Tedla Chebreab soprano
La Madre Carla Nahadi Babelegoto mezzosoprano
San Giovanni Battista Andrés Montilla-Acurero tenore contraltino
Il Consigliere Lucania Cervoni tenore
Erode Mauro Borgioni baritono

Concerto Romano
violini Paolo Perrone*, Gabriele Politi, Laura Corolla, Mauro Massa, Antonio De Sarlo, Katarzyna Kmieciak, Katarzyna Solecka
viole Pietro Meldolesi, Teresa Ceccato, Boris Begelman
violoncelli Rebeca Ferri, Ludovico Minasi
contrabbasso Luca Cola
fagotto Giovanni Battista Graziadio
liuto Francesco Tomasi
cembalo Stefano Demicheli
organo Andrea Buccarella

Alessandro Quarta direzione e concertazione
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