Adelphi. Cesare Garboli, una gioia individuale di quasi trent'anni

Articolo di: 
Carlo Taddeo
Cesare Garboli

Per le edizioni Adelphi sono appena state pubblicati gli scritti di Cesare Garboli dal 1950 al 1977, intitolati La gioia della partita, che ne conferiscono un ritratto attraverso la sua penna. Cesare Garboli fu intellettuale versatile e brillante, impegnato su diversi fronti. Dall'editoria al teatro, dall'insegnamento universitario alla traduzione e alla cura filologica dei testi. Critico e scrittore, è stato senza alcun dubbio molto di più dell'una e dell'altra cosa.

Irving Layton, poeta canadese, parlò di “A Wild Peculiar Joy”, per testimoniare il proprio appassionato attaccamento al fare versi. Non sarà selvaggia, ma senza dubbio l'aggettivo peculiar – riferito alla “gioia” - ritrae alla perfezione quell'impasto di singolarità e originalità che dovrebbe essere tratto caratteristico di ogni attività creativa. È paradossale ma, in un'epoca di individualismo di massa com’è quella attuale, la definizione di outsider o eccentrico per il Nostro rischia davvero di non esprimere nulla.

Lo fu Cesare Garboli? Certamente e in gran parte possiamo riconoscere in lui i tratti di un “grande isolato”. Eppure, a dirlo in questo modo, si rischia di cadere nell'ennesima generica, semplificazione un po' italiana. Anzi, parecchio, volendo indugiare nel luogo comune soltanto per un attimo.

La casa editrice Adelphi ha pubblicato una serie di scritti, scelti tra quelli redatti in un arco di tempo quasi trentennale. La gioia della partita vuole comunicare al lettore proprio quella vivissima presenza che ha reso Cesare Garboli un punto di riferimento importante per il dibattito culturale nel nostro paese.
Risvolti di copertina, presentazioni e saggi apparsi su rivista: la scrittura di Garboli spazia dalla letteratura al cinema, dall'amatissimo teatro - Molière, innanzitutto, del quale è stato traduttore, lettore e interprete finissimo - alle arti figurative.

Il volume si apre con una breve sosta negli anni Cinquanta. Si leggano attentamente le considerazioni su Chaplin di Luci della ribalta o sulla morte di Pavese, il saggio Poesia e decadenza o la Introduzione a Dante che segue il perfezionamento a Roma, sotto la guida di Natalino Sapegno. E Dante sarà la prima di un grande numero di curatele che preluderà alla lunga attività di editor. Agli anni Sessanta e Settanta appartiene la sezione del lavoro editoriale: su Mario Tobino e Natalia Ginzburg, su Giorgio Bassani a Ennio Flaiano, passando per Annie Vivanti, Mario Soldati e Niccolò Gallo fino addirittura a Gianni Brera. A chiudere il sipario, infine, una scelta di testimonianze del Garboli cronista e appassionato di teatro.

Pubblicato in: 
GN44 Anno VIII 21 ottobre 2016
Scheda
Autore: 
Cesare Garboli
Titolo completo: 

La gioia della partita. Scritti 1950-1977, Adelphi, Milano 2016, pp. 331 (Collana Saggi. Nuova Serie)