Adelphi. La Russità letteraria secondo Landolfi

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Tommaso Landolfi

Lo studioso Giovanni Maccari ha raccolto, con il titolo I russi, i saggi e gli scritti di Tommaso Landolfi, il grande scrittore autore de Le due zittelle e del Racconto di autunno, che da poco sono stati pubblicati dalla casa editrice Adelphi. Si tratta di un libro straordinario e importante poiché i saggi di Landolfi offrono la possibilità di comprendere i caratteri fondamentali della letteratura russa e la poetica dei suoi principali autori.

Per Landolfi nella letteratura russa è presente una certa selvatichezza e eccessività, sicché le posizioni culturali presenti nei principali movimenti della letteratura mondiale, come il romanticismo, sono state spinte alle estreme conseguenze dai suoi grandi autori. In nessuna letteratura come in quella russa sono rappresentati e descritti gli spettri della ragione e i mostri dell'immaginazione, vale a dire il male ed il peccato. Tutti i grandi autori russi, secondo Landolfi, furono animati dal proposito di reinterpretare il cristianesimo, poiché esso ha plasmato la civiltà di questo Paese.

La grande narrativa russa, più di ogni altra ed in confronto a quella europea, ha subito l'influenza della poesia popolare. Tra i tanti saggi raccolti nel volume, colpisce quello dedicato alla figura del sacerdote Avvukon, autore di un libro, un'autobiografia, intitolato La vita. In questo suo libro  l’autore mostra al lettore la sua epoca, svelandogli con una scrittura precisa e intensa il clima spirituale del suo tempo, il costume, il paesaggio, e gli eventi del periodo in cui visse. Questo sacerdote scrisse il suo libro per dimostrare quanto sia vana ogni persecuzione contro chi nutre una fede autentica in Dio.

Il pensatore che più di altri ha riflettuto e meditato sul rapporto tra la religione cristiana e la civiltà russa è stato Pëtr Jakovlevič Čaadaev, autore della celebri Lettere Filosofiche. In queste sue lettere Čaadaev elabora una visione della storia dichiaratamente antitetica rispetto all’illuminismo e alla Riforma protestante. L’evoluzione della società come la maturazione spirituale del singolo sono entrambe affidate a Dio. Il dio è quello dei cristiani, sicché il cristianesimo costituisce il fondamento su cui si basa la convivenza umana. L’idea divina permea di sé la storia degli uomini.  Non è lo storico che può stabilire l'idea che ha informato un dato ordine dei fatti e delle vicende umane, poiché è l’idea divina che trova attuazione negli eventi storici. Tuttavia Čaadaev ebbe un atteggiamento critico verso il suo Paese, poiché lo considerava estraneo sia alla tradizione occidentale sia a quella orientale.

Aleksandr Sergeevič Puškin è lo scrittore su cui Landolfi ha scritto pagine di grande critica letteraria. In primo luogo vi è il racconto della vicenda umana del grande poeta. Sposato con una donna bellissima, Natal'ja Nikolaevna Gončarova, che amava i balli e le feste in luoghi sontuosi e aristocratici, Puškin, a causa di una serie di pettegolezzi, si trovò nella necessità di sfidare a duello il presunto amante della moglie, George D’Anthès. Nel corso di questo duello Puškin rimase ferito e in seguito, nello studio della sua casa circondato dai suoi libri, morì.

Secondo la critica nella poesia di Puškin vi sarebbero due caratteri fondamentali: per alcuni sarebbe un poeta simbolista, per altri studiosi, invece, la sua sarebbe una poesia settecentesca e occidentale. Evgenij Onegin, il suo grande poema in versi, dimostra che la poesia di Puškin è di difficile comprensione, sicché per capirla e interpretarla bisogna seguire un criterio estetico. Evgenij Onegin rappresenta, secondo alcuni studiosi,  un esemplare umano deprecabile da proporre alla gioventù russa come un modello negativo da non seguire. Puškin fu un poeta che ebbe un anelito perenne verso la libertà e la verità, un'indole riottosa, la cui anima venne attraversata dalla malinconia e da nobili sentimenti. Fu un osservatore attento dei costumi del suo tempo, ed ebbe un atteggiamento polemico verso l'umanità, da cui fu sempre amareggiato. La sua vita interiore fu sempre ricca e intensa.

Per Landolfi Puškin fece poesia in modo solenne e grandioso tenendo presenti gli oggetti e gli elementi quotidiani, minuti, consistenti, oggettivi e reali. Per questo la sua poesia è stata definita terrestre, poiché il suo linguaggio poetico non perde mai i  contatti con la realtà, con l'umanità e con la società del suo tempo. Tuttavia la critica che è stata mossa alla poetica di Puškin si basa sulla convinzione che la poesia dovrebbe, visto che il mondo è imperfetto, postulare e configurare soluzioni per affermare un modello di società migliore e più giusto.

Sulla figura di Gogol, il grande scrittore autore delle Anime Morte e dei Racconti di Pietroburgo, Landolfi ha scritto pagine di incomparabile profondità. Per gli studiosi Gogol fu uno scrittore capace di indirizzare la letteratura russa dall’orizzonte  estetico verso quello  religioso. Il diavolo, ritratto in modo satirico nelle sue opere, venne da Gogol colto sui visi dei suoi simili, e si identifica in un demone meschino, che spiega la mentalità della borghesia del suo paese. Lo spirito della mediocrità e della medietà per Gogol coincide con il costume borghese. Il diavolo nella sua opera è raffigurato in due personaggi principali, il Chelstakov del Revisore e il Cicikov delle Anime Morte. Proprio questi personaggi incarnano la meschinità borghese.

Sull'opera di Turgenev Landolfi si sofferma per mostrare come lo scrittore  sia riuscito a descrivere la steppa russa, sul cui sfondo si muovono i personaggi dei suoi racconti, che soffrono di spleen, di malinconia, di Chandra. I personaggi di Turgenev sono affetti da una sofferenza interiore, poiché si abbandonano alle loro passioni senza remore ed esitazioni. La descrizione psicologica che fa Turgenev dei loro caratteri e delle tipologie umane è straordinaria.  

A Fëdor Dostoevskij Landolfi nella sua vita ha dedicato molti scritti. Richiamando il giudizio di Moscardelli, grande studioso, per Landolfi Dostoevskij fu non solo un cristiano autentico, un degno apostolo dell’uomo Dio, ma della sua particolare visione del mondo, che è unica, autentica, bella e buona, e che impone ai credenti di agire per riformare il mondo, sicché il vero paradiso si realizzi non nell’oltretomba ma sulla terra. Dostoevskij appartenne alla stirpe dei grandi uomini, poiché ebbe una indomabile passione per la libertà umana, un disprezzo profondo delle facili apparenze, una vista acuta e profonda sull’animo umano e sulla società, e soprattutto con la sua genialità seppe attingere nelle sue opere letterarie le radici delle cose ultime e fondamentali. Come il personaggio del suo libro l’Idiota, Dostoevskij fu un puro di cuore.

Sulla figura di Lev Tolstoj nel libro il lettore troverà saggi meravigliosi per chiarezza e profondità. Tolstoj nella sua vita ebbe un conflitto interiore che dilaniò il suo animo: da una parte il cuore e la carne, dall’altra parte la ragione e il sapere. Questo conflitto tra spirito e ragione fu sempre presente nella sua vita e ne influenzò profondamente la poetica. Il grande scrittore, autore di Guerra e Pace e di Anna Karenina, opere tra le più grandi della letteratura di ogni tempo, diede vita ad un composito e variegato sistema di pensiero, che è passato alla storia come tolstojsmo. Si tratta di dottrine etiche, religiose, sociali, che dimostrano quanto grande fosse la preoccupazione di questo scrittore per l'educazione e le condizioni di vita del suo popolo.

Nel libro ampio spazio viene dato alla figura di Anton Čechov, autore dei Racconti e di drammi profondi come Il giardino dei ciliegi. Cechov tentò per tutta la sua vita di scrivere un romanzo e non vi riuscì, anche se i suoi racconti rappresentano un monumento immortale della letteratura. Ebbe una storia d’amore sfortunata con un donna sposata, Lidia. Nella sua opera Cechov dice tante cose in forma suasiva, tuttavia non ci comunica nessuna verità  definitiva sugli uomini e il suo tempo. Nella sua opera non vi è traccia di verità religiose, sociali, filosofiche e psicologiche.

Lo scrittore ritrae e rappresenta la meschinità e l'abiezione dei suoi simili, accanto alla grandezza e alla bontà d’animo. Per questo evita di trarre conclusioni definitive, giacché la sua è una verità eminentemente poetica e letteraria. Nel libro ampio spazio viene data alla figura dei grandi scrittori russi del novecento quali: Achmatova, Pasternak, Brjusov, Remizov, Bunin. Questo libro di Tommaso Landolfi è importante e fondamentale.

Pubblicato in: 
GN19 Anno VIII Numero doppio 17-24 marzo 2016
Scheda
Autore: 
Tommaso Landolfi
Titolo completo: 

I russi. A cura di Giovanni Maccari, Milano, Adelphi, 2015, 2ª ediz., pp. 365, € 30,00.