Alla IUC un inconsueto e ammaliante Stravinskij

Articolo di: 
Daniela Puggioni
IUC. Absolute Stravinskji. Bruno Canino e Antonio Ballista

Igor Stravinskij (1882-1971) è un musicista celeberrimo, ma usualmente vengono proposte solo alcune opere della sua pur notevole produzione, nel concerto del 12 ottobre scorso, invece, in programma c’erano musiche poco eseguite di eccelso livello artistico.

Il programma è stato impaginato da Antonio Ballista, pianista, clavicembalista e direttore d’orchestra, un raffinato e acuto interprete che si è sempre distinto per le sue interpretazioni e proposte iconsuete di musiche e musicisti. Riguardo a questo concerto su Stravinskij ci aveva precedentemente anticipato come avesse scelto il programma allo scopo di evidenziare lo stupefacente talento creativo di questo straordinario compositore. Ballista ha diretto i bravi musicisti dell’Ensemble Novecento e Oltre, ha suonato lui stesso i brani pianistici, di cui uno in coppia con Bruno Canino con cui ha formato un duo pianistico leggendario.

Il programma è stato aperto da Fanfare for a New Theatre per due trombe, è un brano luminoso e brevissimo, circa trenta secondi, dedicato a Lincoln Kirstein e George Balanchine e composto nel 1964 per l’inaugurazione del New York State Theatre del Lincoln Center, perché Kirstein voleva per l’inaugurazione una fanfara che annunciasse l’inizio dello spettacolo. Il brano ha assolto il suo compito anche in questo caso.

Il Concertino per 12 strumenti, presentato a Los Angeles nel 1952, è un arrangiamento per un nuovo organico del quartetto d'archi dedicato al Flonzaley Quartet nel 1920. Il nome Concertino si riferisce sia alla brevità del brano in un solo movimento che richiama un tempo di sonata, sia al ruolo concertante del violino. Anche se il brano è stato rielaborato risuonano ancora le atmosfere, i ritmi beffardi del violino de l’Histoire du Soldat e gli inusuali accostamenti timbrici degli strumenti, una caratteristica sperimentazione presente anche nelle altre composizioni in programma. Il Concertino alterna parti ritmiche incalzanti a quelle lente inquietanti, l’ultima delle quali lentamente si spegne.

I brevi brani che sono stati eseguiti successivamente al pianoforte da Ballista, sono composizioni dedicate alla danza che rivelano un particolare interesse verso la danza popolare. Nel Valse pour le petit lecteur de Figaro (1917), ci sono echi del valzer musette, mentre del Tango per pianoforte (1940) Roman Vlad ha sottolineato:« una punta di piacevolezza quasi gershwiniana [...] che ne fa forse il pezzo più "leggero" che Stravinskij abbia mai composto», ma non si deve equivocare è un pezzo semplice, ma raffinato nella scrittura ritmica e ironica, poi in Piano Rag Music (1919) ecco il compositore interessato alla musica d’oltreoceano giocare con elementi tipici del jazz.

L’Ottetto per fiati nacque, come racconta Stravinskij, da un sogno in cui vide otto strumentisti suonare, non ricordava cosa ma gli strumenti sì. La composizione è articolata in tre parti: la Sinfonia, nel senso preclassico di una ouverture, infatti il tempo lento iniziale sfocia in un Allegro moderato che riprende come nel Concertino la forma sonata, la seconda è un Tema con variazioni, sia divertenti con citazioni rossiniane, sia drammatiche, la terza è in stile fugato a due, tre e quattro voci con echi dell'atmosfera di Petruska.

La coppia Canino-Ballista si è riunita per il Concerto per 2 pianoforti, scritto da Stravinskij tra il 1931 e 1935, fu eseguito per la prima volta alla Salle Caveau il 21 novembre 1935 da Igor e il figlio Soulima. Il Concerto è in quattro, movimenti, il primo Con moto è in forma sonata, il secondo Notturno-Adagietto evoca le forme settecentesche della Nachtmusik. Per quello che riguarda i due successivi - Quattro Variazìoni e Preludio e Fuga - Stravinskij ne invertì l’ordine, le Quattro Variazìoni erano sul tema del Preludio e quindi ora sono su un tema non ancora esposto che è anche il soggetto della Fuga. L’esecuzione è stata una lezione di interpretazione, di chiarezza espositiva di un testo musicale complesso che è stato reso splendidamente da Ballista e Canino.

Ha concluso il programma il Concerto in mi bemolle “Dumbarton Oaks” (1937-38) la denominazione data da Stravinskij viene dal nome della tenuta dei committenti Robert Woods Bliss e la moglie Mildred che commissionarono al musicista una composizione per festeggiare il loro trentesimo anniversario di matrimonio. La composizione, che fu diretta da Nadia Boulanger, è in tre movimenti: Tempo giusto, l’Allegretto, che secondo Casella ricorda il Falstaff verdiano quando canta «Se Falstaff s'assottiglia », Con moto in cui domina il ritmo. È stato un concerto entusiasmante accolto con focosi applausi dal pubblico, un giusto entusiasmo per la bravura degli esecutori e per la direzione di Ballista che ha esaltato i colori strumentali, la cantabilità  e il ritmo che ha impresso ai brani di quel Grande che è Stravinskij.
 

Pubblicato in: 
GN48 Anno XIII 21 ottobre 2021
Scheda
Titolo completo: 

IUC- Istituzione Universitaria dei Concerti
Martedì 12 ottobre

Absolute Stravinskji
Progetto originale IUC
in occasione del 50° anniversario della morte di Igor Stravinskij

Stravinskij
Fanfare for a New Theatre (1964)
Concertino per 12 strumenti (1952)
Valse pour le petit lecteur de Figaro (1917)
Tango per pianoforte(1940)
Piano Rag Music (1940)
Ottetto per fiati (1922-23)
Concerto per 2 pianoforti (1931-35)
Concerto in mi bemolle “Dumbarton Oaks” (1937-38)

Antonio Ballista pianoforte e direzione
Con la partecipazione straordinaria di Bruno Canino

Ensemble Novecento e Oltre
Con la collaborazione dell’Orchestra da Camera di Brescia
Violini Filippo Lama, Agnese Tasso, Filippo Ghidoni
Viole Klaus Manfrini, Nicola Sangaletti, Vincenzo Starace
Violoncelli Stefano Guarino, Paolo Perucchetti
Contrabbassi Matteo Zabadneh, Angelica Gasperetti
Oboe Massimiliano Salmi
Corno inglese Alessia Vermi
Flauto Sonia Formenti
Clarinetto Elena Sale
Fagotti Andrea Bressan, Carmen Maccarini
Corni Andrea Lasi, Maurizio Cavallini
Trombe Alberto Frugoni, Fabrizio Mezzari
Tromboni Ruggero Abbaitici, Roberto Bracchi