In un amore felice. Il viaggio metafisico di Ceronetti

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
In un amore felice

La lettura del libro di Guido Ceronetti, In un amore felice (Milano, Adelphi, 2011), evoca nell’animo del lettore le immagini metafisiche dei quadri di De Chirico e i libri di Alberto Savinio e di Tommaso Landolfi. Ceronetti occupa una posizione di grande preminenza nel panorama culturale italiano, poiché è uno scrittore raffinato e uno studioso della letteratura sacra ed antica.

Nel libro viene raccontata, con una scrittura di rara perfezione stilistica, che si nutre di immagini visionarie ed apocalittiche attinte dalla Bibbia, la vicenda straordinaria di due personaggi singolari, che il lettore difficilmente dimenticherà. Aris, anziano reporter di guerra e uomo che ha maturato una disincantata visione della vita, incontra Ada in una strada della sua città, mentre un equilibrista tenta di attraversare lo spazio vuoto tra due palazzi percorrendo un filo sospeso in aria (immagine che ricorda una famosa scena di Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche, poi ripresa nelle Confessioni del cavaliere d'industria Felix Krull di Thomas Mann, autori ben noti a Ceronetti). Ada è una donna che possiede una grande sensibilità ed è una sensitiva capace di prevedere il futuro.

L’irruzione del desiderio nell’animo dei due personaggi fa nascere il rapporto d’amore. Mentre Aris con la macchina fotografica, in virtù della sua professione di reporter, ha colto l’attimo per immortalare il volto del tragico come si manifesta nella storia e per comprendere la natura misteriosa del male, Ada è responsabile della morte della figlia, avvenuta a Londra. Infatti la sua vicenda viene da Ceronetti posta a confronto con quella di Moll Flanders raccontata da Defoe, simbolo della donna che si redime dai suoi peccati.

La vicenda è ambientata nel contesto storico degli anni Cinquanta, quando l’Europa era in piena guerra fredda. Proprio a Budapest, dove i sovietici stanno reprimendo nel 1956 con la forza la rivolta popolare contro il loro regime, si manifestano corpi sconosciuti, i quali destano inquietudine per la loro forma misteriosa in tutto il mondo. Entrambi i personaggi hanno frequenti contatti con entità misteriose, che nel libro vengono descritte come i senza nome (Refahim), angeli decaduti che osservano quanto accade nel mondo degli uomini. In questa parte della narrazione appare evidente il riferimento ai racconti biblici, conosciuti da Ceronetti, visto che è uno studioso del Vecchio Testamento.

Proprio in un ristorante in cui si ritrovano Ada ed Aris con gli amici, per discutere del rapporto con le entità metafisiche, viene compiuto un delitto, ed in seguito il locale viene incendiato. Da questo momento, a causa dell’ignoto e dell’inspiegabile che irrompono sulla scena del mondo, la paura e lo sgomento si diffondono tra le autorità politiche, tanto che Aris e Ada verranno ricevuti a Roma dal ministro degli Interni, dal quale riceveranno un incarico. Divenuti famosi in tutti il mondo, grazie alla loro capacità di entrare in contatto con le entità metafisiche, Ada ed Aris, protetti dalle forze dell’ordine, compiranno una serie di viaggi in Europa e Negli Stati Uniti.

Nel libro ironicamente Ceronetti richiama il radiodramma di Orson Welles Cronaca da un altro mondo, con il quale il grande regista, annunciando l’invasione dei marziani, fece precipitare nell’angoscia gli Stati Uniti nel 1938. Belle e poeticamente riuscite sono le pagine in cui Ceronetti descrive il viaggio metafisico di Ada e Aris che, abbandonando la dimensione del tempo e dello spazio, nella foresta di Puerto Rico, dove è collocato il radiotelescopio di Arecibo, trasmigrano ed entrano in un universo misterioso, grazie al quale hanno la visione del mondo invisibile.

A rendere solido e profondo il legame affettivo tra Aris e Ada vi è questa vorace ed inesauribile sete di conoscenza, tanto da ritenere che il loro amore sia compiutamente felice, proprio per l’esperienza conoscitiva che entrambi riescono ad avere. A questo proposito, Ceronetti evoca l’episodio biblico della cacciata dal paradiso di Adamo e Eva, colpevoli di avere mangiato la mela e di volere conoscere la verità, dandone una interpretazione assai penetrante. Questo episodio indica che l’uomo è condannato ad espiare la sua colpa, fin dalle origini della creazione, per avere preteso di conoscere la verità assoluta.

Il racconto metafisico di Ceronetti, straordinario anche per i riferimenti alla storia del Novecento e alla cultura occidentale, dimostra che la mente umana può solo conoscere un simulacro di verità, mentre per spiegare il tragico che si manifesta nella storia umana e la presenza del male, occorre volgere lo sguardo all’universo, nel quale si celano forze ed energie cha hanno una natura chiaramente metafisica. Nell’epoca del nichilismo e del relativismo, nella quale si proclama la morte della metafisica, il libro di Ceronetti con sublime raffinatezza ci invita a considerare il valore della conoscenza spirituale, la quale si situa oltre la dimensione del mondo visibile percepito dai nostri cinque sensi.

Pubblicato in: 
GN72 Anno III 24 ottobre 2011
Scheda
Autore: 
Guido Ceronetti
Titolo completo: 

In un amore felice - Fabula Adelphi, Milano, 2011, pp. 312 - € 19,00 

Anno: 
2011