Anima Mundi a Pisa. Magistrale Hogwood tra Haydn e Mozart

Articolo di: 
Piero Barbareschi
Pisa

Cattedrale di Pisa, 27 settembre 2013. Christopher Hogwood, alla guida della NDR Radiophilharmonie Hannover e del NDR Chor Hamburg, ha eseguito uno straordinario concerto con un programma dedicato ad Haydn e Mozart.

La tredicesima edizione di Anima Mundi - Rassegna Internazionale di Musica Sacra, che si è svolta a Pisa dal 14 al 27 settembre 2013, organizzata dall’Opera della Primaziale Pisana, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, dal Comune e dalla Provincia di Pisa, con il sostegno di Società Cattolica di Assicurazione e Fondazione Cattolica di Assicurazione, e che dal 2006 è impostata sotto la prestigiosa direzione artistica di Sir John Eliot Gardiner, si è conclusa con questo straordinario concerto affidato alla direzione di Christopher Hogwood.

La particolarità e la bellezza del luogo hanno reso ancor più suggestiva ed emozionante l'occasione e coinvolto il foltissimo pubblico che ha riempito ogni spazio disponibile della magnifica Cattedrale pisana.

Christopher Hogwood è direttore di fama internazionale e grande notorietà presso il pubblico delle sale da concerto e i discomani. La sua prestigiosa carriera è stata caratterizzata in una prima fase dall'esplorazione del repertorio barocco per il quale, alla direzione del “sua” Academy of  Ancient Music, ha dato un contributo fondamentale nella definizione della cosiddetta prassi esecutiva filologica. Oltre a questo ambito storico, con  la scelta di affrontare anche pagine che non fossero specificatamente barocche ma appartenenti al classicismo, al romanticismo, arrivando sino alla musica del '900, ha dimostrato come la sua profonda cultura musicale ma anche una sua particolare visione estetica potessero dare importanti contributi pure in questi altri aspetti della produzione musicale.

Lo splendido concerto pisano ha dimostrato come l'esperienza maturata con il barocco possa, in autori come quelli proposti in concerto (Haydn e Mozart), in qualche modo “ripulire” l'esecuzione da schemi interpretativi ed esecutivi condizionati dalla visione romantica, riportando le pagine di questi autori, fra l'altro così legati l'uno all'altro non solo per motivi di reciproca amicizia ma anche per stile e genialità, ad una chiarezza ed essenzialità che non sminuisce la bellezza delle pagine scritte ma al contrario ne esalta le caratteristiche. 

Ha aperto il concerto una celebre sinfonia di Haydn, la n. 49 in fa minorePassione”. Questo titolo, comparso almeno una ventina d'anni dopo la composizione (fu scritta nel 1768) non è attribuito all'autore ma in ogni caso ben si adatta all'atmosfera ed alla tonalità (fa minore). Hogwood ne ha fornito, alla guida della NDR Radiophilharmonie Hannover una lettura straordinaria. Chi conosce Haydn, capace di creare costruzioni solari e gioiose, ha percepito in tutta la sinfonia un'inquietudine e drammaticità che non abbandonano la scrittura neppure nel Minuetto centrale, non certo per tradizione danza malinconica.

Solo nel trio in tonalità maggiore una parvenza di raggio di sole compare in una frase eseguita dai corni ma, al termine del trio, riappare nuovamente, nel presto finale, la drammaticità espressa sin dall'inizio. Hogwood ha perfettamente evidenziato queste caratteristiche, assecondato senza dubbio dall'abilità dei componenti l'orchestra, riuscendo ad esaltare ogni particolare della scrittura. La tensione costante è stata evidenziata anche con la scelta di pulsazioni ritmiche leggermente più veloci rispetto a letture di altri direttori, ma la pulizia del suono, la precisione, la cura dell'impasto timbrico conseguenti al gesto personale e di grande plasticità ed efficacia di Hogwood hanno prodotto un'esecuzione di altissimo livello e coinvolgimento.  

Dopo questa splendida sinfonia è comparso Mozart...Il Mozart magico della musica sacra vocale. L'esecuzione del “Exsultate, jubilate K165” e della Messa K317 “dell'Incoronazione” ha catturato l'attenzione del folto pubblico dimostrando ancora una volta, ma soprattutto con interpretazioni del genere, come il genio di Salisburgo fosse in grado di creare,  in questo specifico genere, pagine assolute. Occasioni come questa accentuano il rammarico al pensiero di cosa Mozart avrebbe potuto scrivere se la prematura morte non gli avesse impedito di iniziare l'attività di kapellmeister presso il Duomo di Santo Stefano a Vienna. La storia della musica sacra avrebbe avuto un percorso diverso.

L'esecuzione dell'Exsultate, jubilate K165, composizione già di per sé affascinante, ha visto protagonista la voce angelica del soprano Ania Vegry, astro nascente nel panorama mondiale, che ha incantato il pubblico. Mozart, in questo brano,  così come in molti altre arie per soprano, utilizza la voce umana esattamente come uno strumento, con consapevole noncuranza delle difficoltà tecniche e di esecuzione, ed ovviamente di espressione, che una scrittura del genere comporta. La Vegry ha affrontato tutte queste problematiche con una disinvoltura disarmante, con una facilità di emissione, cura delle dinamiche, del fraseggio e bellezza di timbro proprie solamente delle artiste di livello assoluto. Entusiasmante l'Alleluja conclusivo, in realtà una lunga cadenza fatta di agilità di grande difficoltà, in dialogo con l'oboe.

Ultima parte del concerto dedicata alla Messa K317 “Dell'incoronazione”. Anche in questa composizione del 1779, quindi destinata ancora al pubblico salisburghese, Mozart evidenzia come, in particolar modo nella scrittura della musica sacra, desiderasse svincolarsi dal cosiddetto “stile galante” che decisamente non apprezzava.

La scrittura, come dubitare, è solare, essenziale e magistralmente utilizzata nella conduzione delle parti vocali e strumentali. Hogwood ha ovviamente sottolineato queste caratteristiche, grazie anche alla presenza degli ottimi solisti (di nuovo in evidenza Ania Vegry, soprano, ma anche gli ottimi Theresa Holzhauser, mezzosoprano, Martin Platz, tenore e Rafal Pawnuk, basso). Tutta la messa è apparsa pervasa da un diffuso sentimento positivo, una rumorosa ma non assordante esaltazione della gioia del dialogo fra l'uomo ed il divino, dimostrando come sia possibile manifestare la propria fede senza assumere atteggiamenti di malinconica contrizione e soggezione. L'andamento delle varie sezioni conferma questa impressione: a parte l'intimo e solenne ”Et incarnatus est”, unico  “adagio” di tutta la messa, che quasi a sorpresa interrompe un tumultuoso inizio del Credo, tutte le altre hanno sempre indicazioni che non scendono sotto l'andante e l'allegro (integrato da “molto”, “con spirito”, “assai”).

La magia della musica di Mozart, autentico nutrimento dell'anima, applausi calorosi per il direttore, solisti, coro e orchestra e ripetute chiamate. Anche quest'anno il Festival “Anima Mundi” si è concluso nel migliore dei modi, in attesa di altri prestigiosi appuntamenti per la prossima edizione.

Pubblicato in: 
GN44 Anno V 1 ottobre 2013
Scheda
Titolo completo: 

Anima Mundi - Rassegna Internazionale di Musica Sacra

27 settembre 2013 ore 21:00
Pisa, Cattedrale

NDR Radiophilharmonie Hannover
NDR Chor Hamburg

Christopher Hogwood, direttore
Ania Vegry, soprano
Theresa Holzhauser, mezzosoprano
Martin Platz, tenore 
Rafal Pawnuk, basso

Franz Joseph Haydn: Sinfonia in fa minore "La Passione” Hob:I:49
Wolfgang Amadeus Mozart: Exsultate, jubilate K165
Wolfgang Amadeus Mozart: Messa dell’Incoronazione K317