Blind Guardian all'Atlantico Live di Roma. Il ritorno dei Bardi dell'heavy

Articolo di: 
Chiara Moscatelli
Bling Guardian

Il 12 Ottobre 2010 resterà per sempre nel cuore dei Metalheads italiani come la data storica che segna il ritorno nel nostro paese di una delle più grandi band che la scena metal abbia mai visto, i Blind Guardian, dopo un'assenza di ben 12 anni. Questa volta lo scenario è l'Atlantico Live (ex Palacisalfa), situato a immediato ridosso dell'EUR, nella periferia sud di Roma.

Certo, le problematiche non sono affatto mancate (anzi, secondo alcuni sono state abbastanza numerose da far pendere il bilancio finale più verso il negativo che verso il positivo), ma soggettivamente parlando, ed anche secondo le opinioni di molti altri partecipanti al concerto, l'evento è stato ad ogni modo eccezionale. Comincerei con il dire che la mia mattinata è stata alquanto particolare, considerando che mio fratello ed io abbiamo accompagnato in un tour della città eterna niente meno che il batterista degli stessi Blind Guardian, Frederik Ehmke. Tra un souvenir ed un aneddoto sulla vita familiare dei membri della band, ne abbiamo quindi approfittato per chiedergli alcune anticipazioni sull'orario d'inizio della serata, dato che si vociferava sia della cancellazione di uno dei gruppi di spalla, sia dell'anticipazione dell'inizio del concerto in generale. "Yeah, there's only one band before us... But that's actually everything I know", è quello che ci siamo sentiti rispondere.

Ad ogni modo, rientrati in fila nella nostra posizione originaria, abbiamo atteso fino alle 18.40 circa per l'apertura, e per precipitarci (letteralmente) verso una seconda fila, presso la quale ci attendeva un gruppo di carabinieri e poliziotti per perquisirci e privarci delle borchie (immaginatevi quindi che traffico possa essersi creato), dei tappi delle bottiglie, dei deodoranti, e nel nostro caso anche dei caricabatterie per il cellulare. Arrivati all'interno della sala, subito avvertiamo l'escursione termica: si preannuncia una serata bollente, in senso oltremodo spiacevole. Fatto sta che alle ore 19.00 precise posso già scattare la mia prima fotografia del gruppo spalla superstite, gli Steelwing, svedesi dalla carica inarrestabile, che eseguono magnificamente dei brani estratti dal loro album di debutto, Lord of the Wasteland.

Essendo la prima occasione che io abbia mai avuto di ascoltarli dal vivo, sono rimasta piacevolmente impressionata: l'esecuzione è stata linearmente tecnica ma mai noiosa, i loro pezzi sono semplici ma vari. Nonostante ogni singolo componente della band giochi un ruolo significativo, fondamentale per la riuscita del mix esplosivo di cui gli Steelwing sono capaci, è innegabile notare il timbro brillante, vibrante e magnetico di Riley, il cantante, e l'esecuzione rapida e ritmata di Robby Rockbag (lead guitar) e Skürk (basso), che hanno accompagnato le loro esecuzioni a delle coreografie semplici ma d'effetto.  L'atmosfera che si respirava era un po' quella delle thrash band anni '80, con un pizzico di melodico mai troppo girlish, vagamente virtuoso ma non certo monotono, che ci piace sentire ma soprattutto "pogare".

"Are you ready for Blind Guardian?" viene urlato nel microfono da Riley, e la tensione sale: è arrivato il momento che molti tra il pubblico aspettano da più di una decade. Il primo a salire sul palco è il mio caro Fred, in pantaloncini e guanti di pelle, "for the grip", come ci aveva preannunciato la mattina stessa. Poi in sequenza Oliver Holzwarth (basso), Michael Schüren (tastiere), Marcus Siepen (chitarra ritmica), André Olbrich (lead guitar), ed infine Hansi Kürsch (lead vocals), fra il tripudio del pubblico.

Si apre subito con un pezzo dal nuovo album At the Edge of Time, e cioè "Sacred Worlds", che dal vivo risulta decisamente più incisivo ed impressionante che nella versione su CD. Ciò capita in tutti quei casi in cui ad esibirsi sul palco c'è una band di grande qualità come sono i Bardi. Innanzitutto i bpm sono leggermente (e piacevolmente) accelerati. Inoltre viene mantenuta esattamente la tonalità della versione incisa (cosa che durante l'esecuzione di alcuni brani seguenti non avverrà). Dopo una breve chiacchierata in cui Hansi ci diletta con le tre parole che conosce nella nostra lingua, promettendoci che ne imparerà di nuove e che le prossime introduzioni saranno interamente in italiano, "Welcome to Dying" (da Tales from the Twilight World) inaugura una sessione di pogo già violento di per sé ma reso ulteriormente massacrante dall'aumento rapido della temperatura. Anche qui la versione live risulta mille volte più emozionante di quella incisa, e le voci dal pubblico si levano numerose sul ritornello. Un'altra breve introduzione ci porta a "Born in the Mourning Hall", dall'album Imaginations from the Other Side, influenzato dalla fantasy e dal Ciclo bretone.

Si passa attraverso le canzoni come attraverso le tappe di un'ascesi: l'evento è già mistico di per sé, ma ad aumentare l'effetto interviene la temperatura insostenibilmente alta del locale (che poi si scoprirà non essere climatizzato a causa di un guasto). Arrivati a "Mirror Mirror", dal disco Nightfall in Middle-Earth ispirato al Silmarillion di J. R. R. Tolkien (dopo che molti erano già stati portati oltre le transenne dai paramedici per malori dovuti all' afa), Hansi ci preannuncia un addio per certi versi prematuro, e si apre la fase dell'encore: "Wheel of Time" (sempre da At the Edge of Time), "The Bard's Song" (da Somewhere Far Beyond, ispirata allo Hobbit del medesimo Tolkien; ed ammetto che qui qualche lacrimuccia c'è scappata). "Lord of the Rings", la seguente canzone "tolkeniana" in scaletta, viene saltata e più tardi sostituita con "Punishment Divine" (da A Night at the Opera), a causa di problemi tecnici di natura non precisata che non si è riusciti a risolvere immantinente. Il concerto si chiude con "Imaginations From the Other Side", e col lancio di plettri e bacchette.

Le impressioni raccolte in seguito all'esperienza sono state unanimi nel constatare la qualità dell'esecuzione sia nel suo complesso, sia per quanto concerne i singoli componenti, con delle piccole eccezioni per quanto riguarda l'abbassamento di tono del cantato di alcuni pezzi (tra cui "Nightfall" e "Bright Eyes") e la scarsa partecipazione del bassista, che non ha avuto nemmeno bisogno di usare le singole dita o almeno una doppia plettrata. Inoltre tutti noi eravamo madidi, letteralmente immersi in un bagno di sudore, tanto da essere costretti a cambiarci per non rischiare una polmonite una volta usciti dal locale. Purtroppo il considerevole inconveniente della temperatura elevatissima ha sensibilmente diminuito la nostra gioia nell'assistere al concerto, ma il fatto di poter dire comunque che si sia trattato di un qualcosa di semplicemente meraviglioso sta a simboleggiare quanto meritasse davvero di essere visto.

Scorgo qualche conoscente che, una volta raggiunto, si lamenta anche dell'anticipazione dell'orario d'inizio, tanto che alcuni hanno mancato totalmente il gruppo di supporto e molti altri hanno addirittura perso le prime quattro o cinque canzoni dei Bardi. Nel complesso però, se dovessimo dare un voto all'esecuzione in sé estrapolandola dal contesto in cui si è svolta saremmo senza dubbio propensi per un bel 10. Quindi, se posso darvi un consiglio, comprate un biglietto per il prossimo concerto dei Blind Guardian ed andate a vederli: è una di quelle cose che bisogna fare almeno una volta nella vita.

Pubblicato in: 
GN23 Anno II 18 ottobre 2010
Scheda
Titolo completo: 

BLIND GUARDIAN  + Steelwings

The Sacred Worlds And Songs Divine Tour

12 ottobre 2010 Roma, Atlantico Live
 

Setlist:

1. Sacred Worlds

2. Welcome To Dying

3. Born In A Mourning Hall

4. Nightfall

5. Fly

6. Time Stands Still (At The Iron Hill)

7. Mordred's Song

8. Valhalla

9. A Past And Future Secret

10. This Will Never End

11. Bright Eyes

12. A Voice in the Dark

13. Mirror Mirror

Encore:

14. Wheel of Time

15. The Bard's Song - In The Forest

16. Punishment Divine
(Eseguita al posto di Lord of the Rings, che non è stata suonata a causa di problemi tecnici)

17. Imaginations From The Other Side

Anno: 
2010
Voto: 
10
Vedi anche: