Bologna Les Carmelites. Il divino martirio di Poulenc

Articolo di: 
Livia Bidoli
Les Dialogues des Carmelites

Francis Poulenc è un vero autore del Novecento, iconoclasta quanto basta per scrivere di sacro e di profano a livelli altissimi, come dimostra tutta la sua produzione: qui presentiamo l'eccellenza della sua opera Les Dialogues des Carmèlites, che si presenta al compositore attraverso la pièce di Bernanos e che è stata presentata al Teatro alla Scala di Milano in prima assoluta il 26 gennaio 1957 (versione italiana) e a Parigi nella versione francese il 21 giugno dello stesso anno. Al Comunale di Bologna vi è stata la prima italiana l'11 marzo (repliche fino al 16) di una rinomata produzione franco-belga con Olivier Py alla regia e Jérémie Rhorer sul podio. 

L'opera è in tre atti suddivisi in dodici quadri intervallati da interludi che già con il loro solo concatenamento ed evoluzione, sembrano formulare il fil rouge di un'opera di una suggestione ipnotica a condimento dello stesso dolore di cui è fatta materia, nel canto e nella musica. La storia vera di sedici carmelitane del convento di Compiègne condannate a morte il 9 Termidoro della Rivoluzione Francese, ovvero il 27 luglio del 1794, ed il cui solo crimine era la fede e la dignità nel martirio, prima ha preso la forma di un racconto firmato da Gertrud von Le Fort nel 1931 (di cui si ritrova il nome nella protagonista Blanche de la Force) intitolato Die Letzte am Schafott (in italiano: "L'ultima al patibolo", diventato film con la regia di Raymond Leopold Bruckberger e Philippe Agostini nel 1960), poi, nel 1949, nella forma della pièce teatrale di Georges Bernanos, Les  Dialogues des Carmèlites, che riscosse grande successo di pubblico e che Poulenc rispettò nei suoi aspetti più intimi, riscrivendo il libretto per la sua opera su invito di Guido Valcarenghi della Casa Rircordi, quattro anni dopo. 

Il regista francese Olivier Py (classe 1965), autore celebre per aver creato lo spettacolo Les ballades de Miss Knife al Festival d'Avignon nel 1996, e direttore del festival dal 2014, ha creato questa lettura delle Carmelites insieme allo scenografo e costumista Pierre-André Weitz affidando le luci a Bertrand Killy e la direzione d'orchestra all'eccezionale assistente di Minkowski prima e di William Christie poi, Maestro Jérémie Rhorer (classe 1973), fondatore di Le Cercle de l'Harmonie, e diventando con esso interprete mozartiano d'eccellenza. L'allestimento delle Carmelites presentato a Bologna in prima nazionale, ha esordito a Parigi al Théâtre des Champs-Élysées nel 2013 e nel 2017 al Théâtre Royal de La Monnaie- De Munt, Bruxelles, che ha coprodotto lo spettacolo.

Difficile in sé stesso e per un andamento musicale che esige opportuna precisione nella scansione ritmica che, essendo interrotta e frammentaria, impone un'estrema sicurezza nel dettaglio oltreché nel complicato intrecciarsi delle voci ai suoni, con cui suggerisce, evoca, un atmosfera di invisibile inquietudine e di grande penetrazione, delineando negli interludi il passaggio da una dimensione ad un'altra, Les Dialogues des Carmèlites sono il testamento spirituale di Bernanos da una parte e di Poulenc dall'altro, che aveva abbracciato la religione nel 1936 dopo la morte improvvisa del caro amico Pierre-Octave Ferroud, scrivendo le Litanies à la Vierge Noire, prima di una serie continua di composizioni sacre.

Il primo atto nel primo quadro racconta il rapporto contrastato ed ambiguo in cui incontriamo il padre della protagonista, Blanche de la Force, insieme al fratello, il Cavaliere de la Force, che la chiama “petite lièvre” (leprotta), preoccupato che lei rimanga travolta dai disordini della Rivoluzione a Parigi. Siamo nel 1789 e Blanche, interpretata dalla voce prima fragile ed inquieta del soprano Hélène Guilmette, - che diventa solida nella seconda parte seguendo perfettamente l'evoluzione del personaggio -, impaurita dal mondo, testimonia la volontà di rifugiarsi a vita nel Carmelo e prendere i voti da novizia. La prima e più forte opposizione è del fratello, nel ruolo la voce calda, flessuosa, ricca di variazioni del tenore Stanislas de Barbeyrac, che continuerà a vederla bambina anche dopo che lei avrà preso i voti. Nella musica e nella scena del loro ultimo incontro però si rivelerà ancor più l'imago mutante di un qualche segreto irripetibile.

Al convento Blanche incontra la superiora Madame Croissy, il contralto Sylvie Brunet, che possiamo ben dire la più struggente voce del cast: in questa scena del primo incontro con Blanche, è già commovente nelle sue rivelazioni affettuose sebbene severe sulla realtà della vita delle carmelitane, fatta di orari rigidi e di svincolo dalle illusioni: qui il martirio è il premio divino dopo che verrà messa alla prova la sua fragilità. Segue la parte centrale del primo atto che riassume in sé stessa l'intera opera e i due topoi centrali della paura e della morte, strettamente correlati fra di loro. Il quarto quadro era anche quello che Poulenc riteneva essenziale per la percezione dell'opera: l'agonia della priora è riassunta dal regista Py in una veduta verticale del letto di morte dove è adagiata Mme Croissy – che aveva scelto in prima istanza lo stesso nome della novizia, Blanche dell'Agonia di Cristo, poi modificato per paura si avverasse ciò che sottendeva quel nome -. La veduta dall'alto proietta le sbarre del letto come se fossero quelle di una prigione e sulle assi di legno di un bianco gelido, il letto di ferro accoglie le grida di una suora che chiede al medico Javelinot una morte assistita perché ridotta allo stremo dalle sofferenze, in un delirio “umano troppo umano” e predicendo la futura profanazione del convento e la condanna delle suore. Una morte che, come dicono le parole della suora più giovane e piena di vita, Suor Costanza, interpretata dal soprano dalla voce leggiadra Sandrine Piau,: “non si muore ciascuno per proprio conto ma ciascuno per l'altro, o forse persino al posto dell'altro”. E Constance lo dice a Blanche mentre distendono fiori sulla tomba della loro “Madre” appena perduta. 

Madame Lidoine, che al posto della presunta nuova priora Madame Marie, diventerà la superiora, il soprano Marie-Adeline Henry dalla voce alare, condurrà ora le carmelitane che dovranno affrontare a breve prima la confisca del convento e poi la condanna del Tribunale del Terrore. Il martirio, scelto da tutte, e scampato dalla sola Mère Marie (la vocalità wagneriana della parte adeguatamente interpretata da Sophie Koch), fa ritornare Blanche nella scena finale del Salve Regina su uno sfondo di stelle brillanti e luminosamente vivide sul cielo buio e terso, il cui splendore viene offuscato solo dal rumore secco delle lama, che una ad una le colpisce tutte nella sua sequenza fatale, mentre impavide inneggiano alla Grazia, benedette dal cappellano nascosto dalle vesti borghesi. Una scena, quest'ultima, struggente e dalla forza inaudita nell'evocare l'intensità integerrima della Fede. 

Il tessuto musicale di pieno Novecento in cui sono sottese tutte le influenze centrali di Poulenc: da Igor Strawinskij fino all'evidente Pelléas et Melisande di Debussy, ma anche Chabrier, è di assoluta audacia e modernità nel suo svincolarsi dalle avanguardie del momento e trovare una sua cifra personale. Jérémie Rhorer ha saputo condurre l'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna in comunione perfetta con il Maestro del Coro Andrea Faidutti e senza mai sovrastare le voci tutte in una versione assai calibrata e riconosciuta con grande merito dal pubblico.

Pubblicato in: 
GN19 Anno X 20 marzo 2018
Scheda
Titolo completo: 

Teatro Comunale di Bologna
Stagione d’opera 2017-2018
Dall'11 al 16 marzo 2018
LES DIALOGUES DES CARMELITES
Opera in tre atti e dodici quadri dall’omonima pièce di Georges Bernanos
Libretto e musica di Francis Poulenc

Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna
Direttore Jérémie Rhorer
Maestro del coro Andrea Faidutti
Regia Olivier Py
Scene e costumi Pierre-André Weitz
Luci Bertrand Killy

CAST
Il Marchese de la Force NICOLAS CAVALLIER
Blanche, sua figlia HÉLÈNE GUILMETTE
Il Cavaliere de la Force STANISLAS DE BARBEYRAC
Madame Croissy SYLVIE BRUNET
Madame Lidoine, la nuova Priora MAIRIE ADELINE HENRY
Madre Maria dell’Incarnazione SOPHIE KOCH
Suor Costanza SANDRINE PIAU
Madre Giovanna SARAH JOUFFROY
Suor Matilde LUCIE ROCHE
Il cappellano LOÏC FÉLIX
Due Ufficiali JEREMY DUFFAU, ARNAUD RICHARD
Il Carceriere / Thierry / Dottor Javelinot MATTHIEU RECROART

Coproduzione del Théâtre des Champs-Élysées, Paris
con Théâtre Royal de La Monnaie, Bruxelles

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