Bompiani. Girard, il desiderio triangolare e la trascendenza

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Girard

Esiste la necessita di comprendere in che misura le grandi opere letterarie siano riuscite a svelare la natura delle relazioni interumane, e come sono cambiati i rapporti tra le persone e la società e la dimensione del sacro nell’epoca moderna. Il libro intitolato Menzogna romantica e verità romanzesca, di cui è autore il grande studioso René Girard, edito dalla casa editrice Bompiani, consente di esplorare e indagare questi argomenti.

Girard, filosofo, noto come studioso del tema del capro espiatorio, ha dedicato la sua ricerca al tema delle relazioni umane e si è soffermato, analizzando le grandi opere letterarie dell’Ottocento e del primo Novecento, sul nervo  scoperto rappresentato dal desiderio. Per il filosofo, che ha sempre contestato la tesi privilegiata dai seguaci del romanticismo, per i quali il desiderio è sempre spontaneo e dimostra l’autonomia del soggetto nella modernità, all’origine di esso bisogna porre l’imitazione. Infatti, per Girard se gli uomini ad un tratto cessassero di imitare, tutte le forme e i linguaggi della cultura sarebbero destinate all'estinzione e votate alla fine. Secondo l’analista Jean-Micheal Oughourlian, accanto ad un  cervello razionale e ad uno emotivo, bisogna dare per certa la esistenza di un cervello mimetico. Questa constatazione spiega perché l'imitazione è la causa del desiderio umano.

Don Chisciotte – e su questo libro Girard scrive pagine di inarrivabile profondità – imita Amadigi di Gaula e diviene cavaliere, tanto da potersi affermare che la passione cavalleresca di questo personaggio immortale possiede un carattere per cui è ragionevole ritenere che derivi da un desiderio secondo l’altro. Analizzando le opere di Flaubert e Stendhal, per dimostrare la natura mimetica del desiderio umano, Girard perviene alla conclusione che i personaggi di queste creazioni letterarie imitino i desideri dei modelli che si sono scelti. Per comprendere quest'aspetto essenziale e cogliere la natura del desiderio umano, è fondamentale capire chi sia il mediatore, colui che possiede l’oggetto desiderato, il quale scatena e favorisce la genesi del  desiderio nel rivale.

Da questa constatazione, per il grande filosofo, deriva la concezione triangolare del desiderio umano. I desideri, pertanto, possono essere concorrenti. Se le sfere personali dei soggetti che provano il desiderio sono in relazione l’una con l’altra, avremo una mediazione interna; se vi è una distanza incolmabile tra le medesime sfere, la mediazione sarà esterna. In un suo libro, Memorie di un turista, Stendhal nota acutamente che esistono i sentimenti moderni, espressione dell'universale vanità, e sono l’invidia, la gelosia e l’odio impotente. Per i grandi scrittori, Stendhal, Flaubert, Dostoevskij, Proust, questi tre sentimenti devono essere associati al bisogno di imitazione che pervade in modo innegabile il secolo XIX. Grazie alle intuizioni dei grandi scrittori è possibile smentire la tesi del desiderio spontaneo e lineare sostenuta dai romantici, osserva in modo polemico Girard nel suo libro.

Nel Rosso e il Nero di Stendhal è possibile indagare il rapporto dialettico esistente tra la passione e la vanità. È la vanità che provoca una grande sofferenza nell’animo di Julien, quando Mathilde gli sfugge. Questa sofferenza è violenta e suscita angoscia nell’anima di questo personaggio. Ora, è evidente che tutti i desideri che coltiva Julien sono frutto di un'imitazione e sono desideri secondo l’altro. La medesima concezione triangolare del desiderio, enucleata da Girard grazie alla sua penetrante interpretazione della grandi opere letterarie, consente di penetrare nell’universo poetico di Marcel Proust, l’autore del libro capitale intitolato Alla ricerca del tempo perduto. Infatti vi è una sorprendente congiunzione in questo grande libro tra l’amore-gelosia e lo snobismo. Per Proust il mondo è un riflesso di quanto accade in amore. Ritrovare il tempo perduto equivale a scoprire una verità fondamentale che gli uomini perdono troppo spesso di vista, vale a dire che si è sempre inclini ad imitare gli altri per apparire originali ai loro occhi ed ai nostri. L’invidia, la gelosia e l’odio impotente: la formula di Stendhal, se viene applicata all’universo poetico di Marcel Proust, mantiene e conserva la sua forza rivelatrice e svela la natira mimetica del desiderio umano.

Vi è nel libro di Girard un'interpretazione magistrale del racconto di Dostoevskij intitolato L’eterno marito. In questo racconto funziona in modo impressionante quella che l’autore del libro chiama la mediazione interna. Infatti Pavel Pavovlic, rimasto vedovo, può desiderare soltanto per il tramite di Vel’cavinov, che è stato l’amante di sua moglie in passato. Pavel Pavovlic persuade Vel’cavinov ad accompagnarlo a casa della donna, che vuole corteggiare e conquistare. Anche nel libro di Cervantes Don Chisciotte, compare un racconto, intitolato Il curioso impertinente, la cui spiegazione poetica diviene possibile grazie alla cosiddetta mediazione interna. Anselmo sposa Camilla, grazie alla mediazione compiuta in suo favore da Lotario. Anselmo induce Lotario a corteggiare Camilla, episodio che svela la natura mimetica del desiderio umano. Per Girard, onde comprendere la sua ricerca sul desiderio nelle grandi opere letterarie, è fondamentale considerare due eventi capitali della storia moderna, la morte di Dio, riferimento evidente a Nietzsche, e la nascita della società moderna, che in seguito alla rivoluzione francese si basa sull'eguaglianza secondo l'interpretazione fornita dal grande sociologo Alexis de Tocqueville. Per effetto della morte di Dio, muta il rapporto tra gli uomini e il sacro e si ha la sostituzione della trascendenza verticale con la trascendenza deviata. Il desiderio umano non è più orientato verso Dio ma verso il mondo sensibile e verso ciò che lo popola. La negazione di Dio non cancella la trascendenza, ma la fa deviare dall’aldilà all'al di qua. Il venir meno delle gerarchie sociali e la fine delle rigide differenze di classe mettono in competizione gli uomini, fatto innegabile questo che spiega e chiarisce il carattere triangolare del desiderio descritto con genialità dal filosofo Girard. Per Girard è necessario studiare e analizzare I demoni di Dostoevskij per comprendere appieno la cosiddetta mediazione interna e la genesi mimetica del desiderio umano. Stravrogin, incarnazione letteraria dell’anticristo e simbolo del nichilismo, è il mediatore di tutti i personaggi presenti in questo grande libro del sommo scrittore russo.

Pertanto per il filosofo Girard, e su questo aspetto essenziale il lettore troverà nel libro pagine bellissime ed indimenticabili, il bisogno di trascendenza, nella modernità, si soddisfa e trova un felice compimento in virtù della mediazione interna. Tutti gli esseri di passione nelle opere letterarie di Stendhal, come Madame de Renal, Madame di Chasteller, Fabrizio nella Certosa di Parma, e gli eroi delle Cronache Italiane, sono posseduti da una vocazione religiosa. Gli uomini del desiderio triangolare, pur non credendo più, sono incapaci di fare a meno della trascendenza. È proprio perché avverte il vuoto di cui parla l’Ecclesiaste che l’uomo moderno, per contrastare e superare il suo smarrimento interiore, ricorre all'imitazione. Questo di Renè Girard è un libro colto e raffinato per comprendere che cosa sia stata la modernità e come siano mutati i rapporti umani tra l’uomo e la società e l’individuo ed il sacro. Un grande classico del pensiero europeo.

Pubblicato in: 
GN4 Anno XIV 24 novembre 2021
Scheda
Autore: 
René Girard
Titolo completo: 

Menzogna romantica e verità romanzesca, Milano, Bompiani, 2021, pp. 336. Euro 15,00.