Bruxelles La Monnaie. L'opus alchemico di Tristan

Articolo di: 
Livia Bidoli
Tristan und Isolde

Con un nuovo allestimento in coproduzione con il Teatro Comunale di Bologna, l'opera di Bruxelles La Monnaie – De Munt ha presentato la sua prima il 2 maggio scorso di Tristan und Isolde di Richard Wagner con la conduzione di Alain Altinoglu e la regia di Ralf Pleger. Nei due ruoli principali vi erano Bryan Register e Ann Petersen.

Tristan und Isolde è il primo Musikdrama di Richard Wagner, dalla gestazione lunghissima, cominciato su ispirazione dell'amore che Wagner nutriva per la moglie di Otto Wesendonck, Mathilde. La coppia nel 1857 farà da mecenate a Wagner offrendogli un asilo vero e proprio – una casa – a Zurigo ed un sostegno finanziario: Wagner era scappato da Dresda per non venire arrestato per aver partecipato ai moti rivoluzionari del 1848 ed anche per i debiti accumulati in Germania. Wagner prende spunto dal mito medievale per riscrivere totalmente la storia seguendo la trama ma radicalmente apportandole un significato che ne L'amore e l'occidente di Denis de Rougemont è ben esplicato: ovvero sostanziando con un'opera d'arte totale quello che è alla basa del concetto d'amore-passione, quindi l'epos romantico di cui si ciba avidamente il mito medievale di Tristano e Isotta – e le sue varie versioni, dalla doppia Isotta fino al poema del XIII secolo del Minnesänger tedesco Gottfried von Straßburg da cui proviene in larga parte la scelta di riscrittura wagneriana (Tristan und Isolde, 1856-1859). Il primo esempio che Wagner definì Wort-Ton-Drama, parola-suono-dramma), ossia il grande afflato che, nel mondo illusorio e attraverso il filtro d'amore e allo stesso tempo di morte, rivela, al di là del Velo di Maja schopenahueriano, l'unione insanabile ed inscindibile di un amore eterno quanto infinitamente erotico, come la melodia (infinita) che lo sostanzia.

Nella raffigurazione scenica che ha proposto Ralf Pleger insieme al collega teutonico come lui Alexander Polzin vediamo delle stalattiti gigantiche che come ghiaccio inondano la scena di un freddo costante finché i due amanti non consumeranno il filtro d'amore sostituito da Brangane – l'ancella di Isotta – al filtro di morte che desiderava Isolde per il tradimento di Tristano. Ricordiamo che lui era stato salvato da lei e curato in una grotta, la stessa che vediamo ora coperta di stalattiti, a simbolo del cuore di Isolde, condotta dal suo amato in sposa al vecchio Re Marke di Cornovaglia per una pace politica con l'Irlanda – Isolde è figlia della Regina d'Irlanda che ha preparato i filtri magici con l'intento di farli consumare agli sposi. Alla fine del primo atto le stalattiti si accendono e si scaldano delle luci curate da John Torres. Un altro correlativo oggettivo del sentimento presciente
dei due amanti che hanno bisogno del filtro per svelarsi l'un l'altro di nuovo il loro amore “rimosso” e “sepolto” in una grotta simbolica, insiema allo specchio che fa da sfondo al palcoscenico: qui si riflettono tutti i personaggi come ad avere un doppio, una parte invisibile, quella “notte” che nei versi di Novalis li intitola come i “Sacrati dalla notte” (Der Nacht Geweihte: benedetto/destinato dalla notte, Geweihte, trad.mia) e traslata da Wagner nella sua opera sottotiolata Handlung, ovvero Azione, da intendere per “azione interiore”. Nel primo atto i due cantanti Bryan Register e Ann Petersen, non ci sembravano ancora “caldi” nelle loro voci, mentre nel secondo atto, nel lunghissimo duetto d'amore, simbolo di quella Sehnsucht pienamente mostrata attraverso il respiro della notte, la sua trascendenza psicotropa, che obnubila ed ipnotizza i due amanti, le voci del tenore americano e del soprano danese hanno spiccato il volo per timbro, tessitura e drammaticità.

Il secondo atto si apre con un albero bianco di rami intricati che presto si animeranno con le coreografie con ombre cinesi curate dal brasiliano Fernando Melo ed Isolde aveva un costume striato di colori vivaci del polacco Wojciech Dziedzic. I costumi ci sono sembrati di ispirazione giapponese con pantaloni e vesti larghissime per donne e uomini con camicie chiuse in vita oppure lunghe maglie dai plurimi risvolti, in particolare per Tristan nell'ultimo atto, di colore rosso e replicata dai suoi “doppi”. Nel terzo atto torneranno le stalattiti alla fine ma lo sfondo è bianco con dei pois neri che rosseggeranno con un bell'effetto suggestivo nell'incontro con Isolde. I tre atti presentano piu' simboli e rimandi spesso però difficili da interpretare, come ad esempio l'oro sul viso e sulle mani di Tristan nel terzo atto, forse un riferimento al nobilissimo elemento alchemico cosìccome il rosso, terzo stadio alchemico (rubedo) e finale per la creazione dell'opus e quindi delle nozze alchemiche unione di spirito e materia. In generale ci è sembrato di osservare tre quadri di arte contemporanea dai rilievi plurimi: la grande installazione dell'albero del secondo atto probabilmente un'allusione all'albero filosofale cui Wagner si è abbaverato attraverso Schopenhauer e Nietzsche.

Una menzione d'onore per il Re Marke interpretato da una voce suggestiva, drammatica, potente del basso teutonico Franz-Josef Selig che con il suo vestito blu luccicante di pietre preziose ha emozionato a lungo e quella di Kurwenal, ovvero il basso-baritono britannico Andrew Foster-Williams. Ottima direzione d'orchestra, sempre attenta a non superare le voci dei cantanti in buon afflato, quella di Alain Altinoglu, come quella del romano Martino Faggiani per gli sparuti interventi del Coro.

Grandissimo successo di pubblico che ha applaudito a lungo soprattutto verso Register, ed un tutto esaurito per le prossime recite fino al 19 maggio prossimo. In programma a Bologna il prossimo 24 gennaio 2020, inaugurerà la Stagione d'Opera  del Comunale con la direzione d'orchestra di Juraj Valčuha che segnerà l'esordio teatrale in Italia di Ralf Pleger.

Pubblicato in: 
GN23 Anno XI 6 maggio 2019
Scheda
Titolo completo: 

Bruxelles La Monnaie – De Munt
Tristan und Isolde
musica e libretto di Richard Wagner
Königliches Hof- und Nationaltheater di Monaco di Baviera, 10 giugno 1865

Premiere 2 maggio 2019
Repliche fino al 19 maggio 2019

Direzione musicaleALAIN ALTINOGLU
Soggetto RALF PLEGER & ALEXANDER POLZIN
Regia RALF PLEGER
Scene ALEXANDER POLZIN
Costumi WOJCIECH DZIEDZIC
Luci JOHN TORRES
Assistente alle luci KATE BASHORE
Coreografia FERNANDO MELO
Direttore del Coro MARTINO FAGGIANI

Tristan BRYAN REGISTER
CHRISTOPHER VENTRIS (4, 7, 10, 16, 19)
König Marke FRANZ-JOSEF SELIG
Isolde ANN PETERSEN
KELLY GOD (4, 7)
RICARDA MERBETH (10, 16, 19)
Kurwenal ANDREW FOSTER-WILLIAMS
Brangäne NORA GUBISCH
EVE-MAUD HUBEAUX (4, 7, 10, 16, 19)
Melot / Ein SteuermannWIARD WITHOLT
Ein Hirt / Ein junger Seemann ED LYON

Orchestre symphonique et chœur d’hommes de la Monnaie

Produzione DE MUNT / LA MONNAIE
Coproduzione TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA

Con il sostegno di TAX SHELTER DU GOUVERNEMENT FÉDÉRAL BELGE, EN COLLABORATION AVEC PROSPERO MM PRODUCTIONS SA ET TAXSHELTER.BE POWERED BY ING

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