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Mentre il mondo è sconvolto da antiche minacce, il più patriottico dei supereroi americani deve capire di chi può fidarsi. Ma non sarà facile, perché anche i più insospettabili, talvolta, nascondono oscuri segreti. Mercoledì 26 marzo esce nelle sale italiane Captain America – The Winter Soldier, diretto dai fratelli Anthony e Joe Russo e sceneggiato da Stephen McFeely e Christopher Markus, già autori di Captain America – Il primo Vendicatore (2011) e di Thor: The Dark World (2013). Protagonisti, ancora una volta, Chris Evans nei panni di Steve Rogers e Samuel L. Jackson in quelli di Nick Fury, stavolta coadiuvati da Scarlett Johansson alias Vedova Nera e da Anthony Mackie nel ruolo di Falcon. Spettacolare, divertente, talvolta anche prolisso, The Winter Soldier non è solo un film di passaggio verso la nuova reunion degli Avengers, ma un prodotto solido e collaudato che impreziosisce la saga Marvel. 

Dopo il risveglio dall'ibernazione e dopo aver guidato la prima missione degli Avengers, Steve Rogers (Chris Evans) è un'icona di eroismo nel mondo. Nell'ambito di un'operazione di salvataggio di alcuni agenti dello S.H.I.E.L.D. caduti in ostaggio di pirati al largo delle coste americane, Captain America e Nick Fury (Samuel L. Jackson) iniziano a sospettare che una talpa si nasconda all'interno dell'organizzazione e che stia elaborando un piano per sovvertire l'ordine mondiale. Quando Nick Fury viene ucciso dal misterioso Saldato d'Inverno (Sebastian Stan) i sospetti diventano certezze, ma prima che Captain riesca a scoprire la verità viene catturato dagli agenti dello S.H.I.E.L.D. e additato come criminale su ordine di Alexander Pierce (Robert Redford), il capo dell'agenzia e membro del Consiglio Mondiale di Sicurezza. Con l'aiuto di Natasha Romanoff (Scarlett Johansson), Rogers riesce a fuggire. Scopre che Hydra è sopravvissuta alla Seconda Guerra Mondiale e che si è infiltrata all'interno delle istituzioni governative. Grazie anche all'aiuto di un nuovo amico (Falcon/Anthony Mackie), Captain America riuscirà ancora una volta a salvare le sorti del mondo. 

Il tema cardine di Captain America - The Winter Soldier è quello della fiducia. Quando ogni scoperta porterebbe Rogers a dubitare di chiunque, anche degli amici più stretti – compreso Fury – è la sua innata speranza negli uomini a guidarlo. Fino a fargli intuire che dietro la maschera del Soldato d'Inverno si cela un vecchio amico a cui è stata manomessa la memoria. Una fiducia che riecheggia come vero tema dell'epopea Marvel, come fil rouge che lega insieme i vari capitoli di una trama che sta rivoluzionando il mondo dell'intrattenimento come la prima vera serialità cinematografica multilineare. Attraverso ogni episodio del singolo supereroe si aggiunge un pezzo di storia al mosaico complessivo - parallelamente alla trama della serie Tv Agents of S.H.I.E.L.D - che si ricompone ogni volta nei capitoli comuni dedicati agli Avengers. E l'operazione funziona perché ogni singolo tassello funziona. E Captain America - The Winter Soldier non fa eccezione.

Fra scene spettacolari e battute divertenti, fra giallo e melò, l'arco narrativo è ben incardinato su una struttura forse prevedibile, ma estremamente robusta e collaudata. D'altronde quello che si vuole e ci si aspetta quando si entra in sala per vedere prodotti Marvel è di assistere a una delle migliori forme d'intrattenimento al mondo. Così è e così deve essere. Ben venga l'approfondimento e l'autorialità in stile Christopher Nolan, ma come (felice) eccezione che conferma la regola. Altrimenti il rischio -  incappato ad esempio da pellicole come L'uomo d'acciaio (2013) e, in parte, da Iron Man 3 (2013) - è quello di forzare troppo un genere che da oltre settantanni - con l'uscita dei primi fumetti proprio dedicati a Captain America - conferma il suo successo proprio in virtù del disimpegno che lo contraddistingue in favore della spettacolarità. 

Captain America – The Winter Soldier sa di buon cinema perché non lascia niente al caso, perché non trascura dialoghi e sferzate ironiche - come l'epigrafe tarantiniana sulla lapide di Fury – ma soprattutto perché mette in scena i suoi personaggi con lo stesso entusiasmo visivo che la Marvel, per decadi, ha riversato negli occhi dei suoi lettori attraverso le pagine dei suoi fumetti.