Castelvecchi. Cervantes raccontato da Bruno Frank

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Cervantes

Sulla vita dei grandi autori, a cui si devono i grandi capolavori della letteratura, esiste un mistero dovuto alla mancanza di documenti storici. Per capire chi fosse l’autore del Don Chisciotte, uno dei grandi libri della storia della umanità, lo scrittore tedesco Bruno Frank negli anni trenta del XX secolo ha scritto un grande libro sul suo autore, Miguel de Cervantes. Il libro di Bruno Frank (Cervantes), che più che  una biografia può essere definito un vero romanzo, è stato ripubblicato di recente dall’editore Castelvecchi nella bella traduzione dal tedesco di Lavinia Mazzucchetti.

La narrazione si apre con la descrizione di una missione diplomatica che è stata affidata dal santo Padre al cardinale Giulio Acquaviva, il quale si reca in Spagna per incontrare il re Filippo II, erede dell’Impero creato dal padre Carlo V.  Nel libro vi è un ritratto memorabile e straordinario del re, il sovrano che era mosso dall'ambizione di essere il protettore della religione cattolica, la cui supremazia era insidiata dalla diffusione nell’Europa del Nord della riforma luterana.

Il cardinale Acquaviva riferisce al re Filippo che il santo Padre è triste e preoccupato per le accuse che la santa Inquisizione ha rivolto al vescovo di Toledo, ritenuto ingiustamente un simpatizzante dei seguaci della religione luterana. Il re Filippo II, dopo aver ascoltato il cardinale, risponde  in modo oscuro. Ritornato a Roma in Vaticano, il cardinale Giulio Acquaviva comprende che deve ricercare un maestro di spagnolo, per apprendere questa lingua.

Viene prescelto dal suo segretario, il canonico Fumagalli, un giovane hidalgo (termine che letteralmente significa "figlio di qualcuno"), il cui nome è Miguel de Cervantes. Nel libro colpisce l’abilità con cui Bruno Frank è riuscito a ricostruire, pur in assenza di documenti storici sulla vita del grande scrittore, il contesto storico in cui visse Miguel de Cervantes.

La Roma e la corte Pontificia, in cui per un breve periodo abitò Miguel de Cervantes, sono descritte con immagini di rara forza poetica e letteraria. Miguel de Cervantes si innamora, mentre impartisce lezioni di spagnolo al cardinale Acquaviva, di una donna avvenente e sensuale, Gina la Veneziana, una meretrice che lo respinge. Il suo animo, a causa di questa delusione, dovuta a un'illusione ingannevole, vive un grande tormento, analizzato da Bruno Frank con un acume di rara profondità.

In seguito, Miguel abbandona Roma e decide di diventare membro dell'Armata che, guidata da Don Juan d’Austria, annienterà a Lepanto, nel mare Greco, la flotta dell’impero turco. È bella la scena nella quale, seduto nella  stiva della nave, prima di prendere parte ai combattimenti, Miguel osserva da una piccola apertura con il suo sguardo attento e curioso come sono disposte le navi spagnole e quelle della Repubblica Veneziana, mentre sono in procinto di agire per annientare  quelle appartenenti all’esercito e alla marina turca.

Durante i combattimenti di Lepanto Miguel è ferito al petto e perde una mano, quella sinistra, che si trasformerà in un moncherino deforme e inutilizzabile. In seguito alla vittoria di Lepanto, nella città di Napoli, grazie alla intercessione di un ufficiale, il capitano Urbinia, Miguel de Cervantes ottiene una lettera di raccomandazione, firmata da Don Juan d’Austria, con cui spera, rientrando in Spagna, di iniziare una carriera militare nel suo Paese. Durante il viaggio verso la sua patria, la sua nave viene catturata con l’intero equipaggio dai corsari di Algeri, cristiani rinnegati e convertiti all’Islam.  

È memorabile la capacità di Bruno Frank di mostrare nella narrazione che cosa fosse la città di Algeri, occupata dai Turchi, in cui i cristiani e gli ebrei erano ridotti in condizioni di schiavitù e perseguitati. Dali Mani, cristiano rinnegato e legato all’Impero turco, supponendo che Miguel sia un hidalgo ricco e di nobile famiglia, si ripromette di ottenere per la sua liberazione il pagamento di un lauto riscatto. Miguel de Cervantes è ridotto in condizioni di schiavitù dal governatore di Algeri, Hassan il Veneziano.

Contemplando il mare mediterraneo, da uomo di buone letture, che amava autori come Tucidide e Plutarco, Miguel de Cervantes  viene afferrato dal pensiero grandioso che gli rivela come esso sia il luogo in cui è nata l'idea di libertà in Grecia e quella della pietà, grazie allo sviluppo della civiltà giudaica. Assiste inorridito e impotente alle crudeltà commesse e perpetrate contro i cristiani e gli ebrei  in nome di una religione, che considera guerriera in quel momento storico, nella città di Algeri.

Dopo diversi  e vani tentativi di fuga dalla città di Algeri, Miguel de Cervantes, grazie al pagamento di un riscatto, ha la possibilità di ritornare in Spagna.  La Madrid che vede Miguel, quando ritrova i suoi familiari, gli appare una borgata piena di vicoli e strade fangose e quartieri disagevoli, per lo più composti da case di legno e paglia ad un piano solo. Miguel si accorge che l’antico spirito cavalleresco spagnolo era divenuto, oramai, un tratto comune dappertutto e puramente esteriore. Possiede una fantasia accesa e sfrenata e per questo inizia a frequentare i quartieri dei letterati spagnoli.

Proprio in questo luogo ha il privilegio di incontrare Lope de Vega, il grande drammaturgo di cui ammira la genialità e la capacità di comporre opere teatrali in poco tempo. Cervantes scrive un romanzo pastorale, intitolato Galatea, ma, purtroppo, l’insuccesso  letterario è clamoroso. Richiamato dai suoi genitori, si trasferisce a Toledo, dove sposa una donna, Catalina, che legge romanzi cavallereschi. Il matrimonio ha una breve durata, poiché la vita da hidalgo di provincia nella Mancia annoia Miguel, il quale decide di abbandonare sua moglie, da cui si separa.

Nella seconda parte della sua vita, raccontata da Bruno Frank in modo straordinario, Miguel diviene Requisitore per conto del Sovrano e della monarchia spagnola. Infatti Filippo II, ossessionato dalla volontà di difendere la ortodossia cattolica, è in procinto di costruire un grande armata, per fronteggiare i suoi nemici e preservare l'unità del suo impero cattolico. Per questo ha bisogno di raccogliere le ricchezze che la Spagna possiede. L’armata spagnola (la cosiddetta Invencible Armada) verrà distrutta dalla flotta inglese, che comprenderà come la sua missione consista nel salvaguardare la laicità e la libertà religiosa in Europa.

Miguel de Cervantes, divenuto esattore delle tasse, percorre il vasto territorio spagnolo, esercitando le sue funzioni di requisitore  con l’animo soprafatto dalla tristezza e dalla pietà verso il popolo, che viene privato dei suoi averi per assecondare il folle disegno perseguito da Filippo II. Questo monarca è descritto nel libro come un uomo ossessionato dalla fede, che si era rinchiuso nel Mausoleo dell’Escorial, in attesa della sua morte, con l’animo incline  a sacrificare ogni bene al suo Dio adorato e venerato sopra ogni altra cosa.

Accusato di non avere versato all’erario spagnolo tutte  le somme  e gli averi raccolti in qualità di requisitore, Miguel de Cervantes, secondo il racconto di Bruno Frank, finisce in carcere. A Madrid, in una stanza vuota del carcere, mentre osserva in uno specchio il suo viso segnato dalle rughe e dalle delusioni, consapevole di essere un uomo solo, Cervantes compone un libro, il Don Chisciotte, in cui il suo hidalgo incarna lo spirito della Spagna rimasto fedele con cieca generosità al passato, e nel quale viene mostrata poeticamente la distanza esistente tra il mondo della finzione e quello della realtà. Questo di Bruno Frank è un libro notevole, poiché rivela in quale condizione esistenziale nel suo tempo si venne a trovare Miguel de Cervantes quando compose il Don Chisciotte, una delle supreme invenzioni letterarie di tutti i tempi.

 

Pubblicato in: 
GN25 Anno VIII 5 maggio 2016
Scheda
Autore: 
Bruno Frank
Titolo completo: 

Cervantes. Romanzo, Roma, Castelvecchi, 2016.  Pp. 240. Euro 17,50.