Collegium Vocale Gent. Herreweghe ed i madrigali di Monteverdi

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Philippe Herreweghe. foto (c) Bram Markey

Il festival del Collegium Vocale Crete Senesi ha visto, nella suggestiva chiesa di San Francesco ad Asciano  il Collegium Vocale Gent che, sapientemente diretto da Philippe Herreweghe, ha magnificamente eseguito il Quarto Libro dei Madrigali di Claudio Monteverdi.Il festival è iniziato il 25 ed è terminato il 30 luglio scorso.

L’esecuzione però non è stata integrale in quanto non sono stati eseguiti: Ohimé, se tanto amate, Quell’augellin che canta, Non più guerra e Anima dolorosa che vivendo, tutti su testo di Giovan Battista Guarini. Forse è stato deciso per motivi di tempo, poiché il programma prevedeva due concerti, alle 19 e alle 21 con lo stesso programma. Sarebbe forse però stato meglio omettere i due brani per chitarrone rispettivamente di Alessandro Piccinnini e Girolamo Kapsberger ed eseguire l’integrale del Quarto libro. Un peccato, vista la magistrale esecuzione avvenuta in una chiesa che ha una buona acustica e in cui inoltre la collocazione del palco a metà dell’unica navata è stata una riuscita soluzione per l’ascolto del pubblico.

Il Quarto Libro dei Madrigali di Claudio Monteverdi, stampato nel 1603, fu dedicato ai membri dell’Accademia degli Intrepidi di Ferrara, nella dedica si fa riferimento ad alcuni madrigali che furono conosciuti prima della pubblicazione dal Duca Alfonso II d’Este (1533-1597), che ebbe parte attiva nell’Accademia. È una notazione importante per la cronologia di composizione, perché furono ascoltati da Giovanni Maria Artusi, che li criticò, senza fare il nome dell’autore nel suo trattato, L’Artusi, overo delle imperfettioni della moderna musica, pubblicato nel 1600. Alla base dei cambiamenti che avvennero nella composizione musicale ebbe importanza la “Poetica degli affetti” cioè quell’esigenza avvertita, non solo dai musicisti, ma che prima ancora, già nel primo Rinascimento, si era manifestata nelle arti figurative: la necessità di esprimere gli “affetti”.

L’emotività che già si era manifestata nel Terzo Libro dei Madrigali è ancor più presente nel Quarto libro, in cui i madrigali oscillano tra amore patetico, languidi sospiri e desiderio erotico. Dei venti testi della raccolta dei madrigali undici sono di Giovan Battista Guarini, sono testi tratti dal celeberrimo Il pastor fido, tragicommedia pastorale, e dalle rime, mentre la conclusione della raccolta è significativamente affidata a Torquato Tasso, all’ottava del lamento amoroso di Eminia per Tancredi. Anche se solo nel preambolo al Quinto libro dei Madrigali Monteverdi si difese dalle accuse di violare le regole della composizione presentando la “seconda pratica”, cioè la difesa dell’importanza di rendere il testo, questa è già presente nel Quarto libro. Non si tratta di mortificare la musica rispetto alla parola bensì di cercare le forme musicali più adatte per rendere musicalmente l’essenza del contenuto poetico.

Monteverdi concepisce i madrigali non come una serie di episodi accostati, ma come oratoria musicale, una struttura organizzata e pensata retoricamente, cioè secondo il procedere dell’eloquenza, alternando tensioni e rallentamenti, argomentando ora in modo stringente ora divagando. Si tratta di una drammatizzazione delle passioni che individua personaggi veri e propri su uno sfondo narrativo, i sottintesi Mirtillo e Amarilli de Il pastor fido e poi Erminia, dopo cicli dedicati ad Armida abbandonata e al lamento di Tancredi del Terzo libro. I testi di Guarini presentano innumerevoli artifici retorici che Monteverdi risolve, non utilizzando gli equivalenti artifici musicali in uso, ma puntando su procedimenti che rendano il contenuto poetico. L’oratoria musicale si dispiega anche con l’uso delle dissonanze, dei cromatismi, di intervalli di inusuale ampiezza e virtuosismi influenzati dalle cantatrici e dai cantori di corte. Un esempio celeberrimo fu il Concerto delle dame di Ferrara che colpì anche Carlo Gesualdo quando fu ospite di quella corte.

Philippe Herreweghe ha scelto di avere l’accompagnamento del chitarrone, suonato da Michele Pasotti che ben interpretato anche i brani solistici. Herreweghe ha interpretato benissimo tutte le varie sfumature musicali ed espressive guidando con grande perizia i bravissimi cantanti che hanno risposto pienamente alle indicazioni musicali e di espressione dei testi esibendo anche una buona dizione italiana.

Pubblicato in: 
GN39 Anno XIII 6 agosto 2021
Scheda
Titolo completo: 

COLLEGIUM VOCALE CRETE SENESI

25 - 30 luglio 2021

Martedì 27 Luglio–ore 19:00 Chiesa San Francesco – Asciano
ANIMA DOLOROSA
CLAUDIO MONTEVERDI [1567-1643]
Il quarto libro de madrigali [1603]

Ah dolente partita
Cor mio, mentre vi miro  
Cor mio, non mori?  
Sfogava con le stelle
Volgea l’anima mia soavemente

ALESSANDRO PICCINNINI [1566–c.1638]
Toccata I

Anima mia, perdona a chi tè cruda  
Che se tu se’ il cor moi  
Luci serene e chiare voi mincendete  
La piaga c’ho nel core donna  
Voi pur da me partite, anima dura  
A un giro sol de’ bell’ occhi lucenti

GIROLAMO KAPSBERGER [1566–c.1638]
Canzone prima

Io mi son giovinetta
Sì ch’io vorrei morireHora
Anima del cor mio
Longe da te, cor mio,
Piagn’e sospira e quandi caldi raggi

C O L L E G I U M   V O C A L E   G E N T  

PHILIPPE HERREWEGHE, direttore

MIRIAM ALLAN, soprano
BARBORA KABÁTKOVÁ, mezzo-soprano
ALEX POTTER, alto
BENEDICT HYMAS, tenor
TORE TOM DENYS, tenor
JAMES HOLLIDAY, bass
MICHELE PASOTTI, chitarrone

Questo concerto è reso possibile grazie al patrocinio di Mr Jan Jambon, Ministro per Cultura e il sostegno del Governo Fiammingo –Ministero delle arti