A Doll's House/Casa di bambola. Il freddo adagio dellle cose

Articolo di: 
Livia Bidoli
Arthur Nauzyciel

Arthur Nauzyciel, insieme ai dodici allievi europei della Nouvelle École des Maîtres diretta da Franco Quadri, ha portato per un’unica tappa a Roma A Doll’s House, versione integrale in inglese di Casa di bambola di Henrik Ibsen al Teatro Valle il 2 settembre per soli 99 spettatori.

Un pentagono di specchi: cinque facce che ci lasciano intravedere attraverso delle lastre, a tratti aperte, a tratti illuminate, gli attori che declamano le loro parti interscambiabili. Un po’ di confusione e molto caldo per una rappresentazione che di per sé è calorica: sia per i tappeti bianchi di pelliccia combinati a puff di capretto, sia per la disposizione sul palcoscenico degli spettatori, sotto le stesse luci degli attori e senza impianto di refrigeramento per l’aria. Lo spettacolo durerà tre ore che, anche per il livello del dramma, intensifica la partecipazione “accalorata” del pubblico.

L’intro della Nora Helmer di Anabel Lopez finale dice: “Yes, now it’s finished”, che si scoprirà alla fine determinare un cerchio chiuso per il dramma, con le stesse parole ancora pronunciate da lei per terminare la pièce. Un cerchio perfetto, uno scambio di ruoli con i testimoni attori che circondano i tre diversi cast fino alla fine, come spettri di lungo corso. Testimoni impassibili quanto irremovibili.

Ci si chiede: perché lo scambio di ruoli tra gli attori e lo scambio di genere? Nora sarà impersonata dal fremente Luca Carboni al primo atto, dalla algida Alice Hubbal al secondo, da Anabel Lopez al terzo (la prima ad entrare in scena solo per l'intro). La risposta sembra celata nell'osservazione di una donna nella parte autoritaria e arrogante di un maschio-bambino, Torvald Helmer, e di un uomo nella civettuola e impaurita Nora. Fa quasi spavento questo camouflage, e produce un senso di alienazione. Di farsa. Gli attori declamano in un inglese lento e comprensibilissimo le battute del dramma, nascondendo però la tragedia. Ben lontano dalla versione feroce e dissacrante di Mabou Mines, qui siamo di fronte ad un senso di straniamento che la tarantella, ballata a ritmo solo dall’italiana, concentra e fa avviluppare in sé stesso.

Si esce frastornati. La violenza del testo in inglese è triplicata dal distacco degli attori che sembrano quasi formare un corpo unico ma senza dialettica e privo della conoscenza delle nozioni fondamentali della comunicazione non verbale: come se le parole si adagiassero sui corpi come cose, quasi che a pronunciarle fossero solo le labbra e non il cervello. Una coscienza involontaria, un dramma psichico dall’interiorità debordante, come certi esseri umani che nella prolissità trovano la loro traiettoria vincente, o perlomeno un analgesico per il panico di una vita inconcludente, non vissuta al presente, una linea piatta che innerva ricordi a bugie, come la firma falsa di Nora, incapace ancora di liberarsi del padre e poi del marito, succube in fondo di sé stessa.

Però è finita. L’ultimo atto la libera: prende coscienza del suo non-amore. No di certo come la Ida Dalser di Bellocchio in Vincere (2009), che ha condannato sé stessa e suo figlio al manicomio per una promessa d’amore basata su un’aspettativa illusoria. Qui lei si libera: và via e si rende autonoma. Una lezione dal 1879, ancora attuale.

Pubblicato in: 
GN 21/ 5 -19 settembre 2009
Scheda
Titolo completo: 

A DOLL’S HOUSE/Casa di bambola
di Henrik Ibsen (1879)
maestro Arthur Nauzyciel
Allievi
Gwendal Anglade Francia, Luca Carboni Italia, Julie Chaubard Francia
Ana Cloe Portogallo, Antoine de la Roche Francia, Alice Hubball Belgio
Gaia Insenga Italia, Anabel Lopez Belgio, Aurora Peres Italia
Terence Rion Belgio, Elmano Sancho Portogallo, Rodrigo Sousa Machado Portogallo
scene e luci Giulio Lichtner
musicista Eric Slabiak
diarista Matteo Alì

mercoledì 2 settembre 2009 ore 20.45
dimostrazione pubblica di lavoro in lingua inglese
per un numero limitato di spettatori

Nouvelle École des Maîtres diretta da
Franco Quadri
XVIII edizione
3 agosto 2009 | 5 settembre 2009
ROMA Teatro Valle
mercoledì 2 settembre 2009 ore 20.45

dimostrazione pubblica di lavoro in lingua inglese
per un numero limitato di spettatori