Down-a. Butoh Dance italo-svizzero al Camden Fringe di Londra

Articolo di: 
Helena S. Rampley
Esseri

Un particolarissimo spettacolo di danza buto si è svolto quest'estate negli spazi del Camden Fringe di Londra: un festival aperto alle realizzazioni del teatro contemporaneo. Ezio Tangini e Flavia Ghisalberti sono i protagonisti di Down-a (con la loro formazione italo-svizzera In Between Butoh Dance Company approdata aldilà della Manica.

Agile, etereo e del tutto destabilizzante; non andate a casa da soli dopo aver visto Down-a. Questa performance buto coinvolge due artisti che simultaneamente rendono corporea la “colpa dell’anima umana”. Lo spettacolo inizia con un rumore bianco ed una donna (Flavia Ghisalberti) che, stringendosi ad una sedia di legno evoca l’esperienza dell’elettroshock. Inizialmente sembra divertente ma, come per il resto della performance, l’immagine è così intensa che la prolungata esposizione la fa sembrare perfettamente reale. Appena entra Ezio Tangini, che ripetutamente spinge le spalle fuori portata, questa performance viscerale si colora di una qualità oscena.

Generare nuovi pensieri nella mente del pubblico è un’ovvia prerogativa di molti spettacoli e mettere il pubblico a disagio è uno dei modi per raggiungere questo scopo. In ogni caso, fissare negli occhi coloro che hanno investito soldi per venire a guardare la performance, mentre sospiri senza parlare, è invasivo e indebitamente accusatorio. Guardare una scena simile comporta una sensazione di disgusto per se stessi, via via che gli artisti scaricano il loro disgusto su di te.

Se la paura è qualcosa che brami, allora Down-a farà più che soddisfarti. Flavia Ghisalberti ad un tratto si trasforma in una bambola posseduta con occhi mezzo chiusi e tremolante. Nel piccolo spazio del Camden People's Theatre, è del tutto terrificante. In un altro numero ancor più sorprendentemente fisico, Tangini si irrita, si flagella e batte la testa sul pavimento ripetutamente. Mentre si muove verso una luce, al pubblico viene ricordata la superbia e la denigrazione della Caduta. Sebbene ben eseguito in ogni punto, il pubblico lascia il teatro autoflagellandosi, senza esser sicuro di saperne il perché. Siamo annientati dai nostri sensi ed un’immensa, incomprensibile colpa sommerge la nostra ragione.

Pubblicato in: 
GN23/ 5 ottobre - 2 novembre 2009
Scheda
Titolo completo: 

Pubblicato per la prima volta in inglese in
Science is a Lie

Introduzione e traduzione a cura di Livia Bidoli