Dumbo secondo Tim Burton

Articolo di: 
Elena Romanello
dumbo

Per la sua ultima fatica l'eclettico regista Tim Burton ha scelto di confrontarsi con un classico Disney di oltre settant'anni fa, Dumbo, storia di un elefantino volante in un circo popolato di animali pronti ad aiutarlo. Gli adattamenti live action di classici Disney di ieri e l'altro ieri hanno diviso pubblico e critica, perché spesso si è trattato di una mera trasposizione dal vivo delle scene già viste in animazione, senza forse aggiungere granché ad un immaginario amato. Un'operazione gradevole, ma forse un po' troppo commerciale, e comunque poco innovativa.

Tim Burton decide invece di raccontare in maniera diversa la storia di Dumbo, elefantino dalle orecchie troppo grandi e che vola: nel cartone animato il protagonista era appunto Dumbo, nel live action l'azione si sposta su Holt Farrier, reduce dalla Grande Guerra che si è presa un suo braccio, che torna al circo trovando la moglie morta di spagnola e due figli che quasi non lo riconoscono e deve faticare non poco per riprendere in mano la sua vita, che non potrà più essere la stessa. Ma un nuovo nato nel circo forse potrà dargli una nuova possibilità.
I freaks, i diversi, gli outsider sono da sempre amati da Tim Burton: ed è un outsider Dumbo, ma anche Holt, un affascinante e bravo Colin Farrell, i suoi due bambini sempre fuori posto, soprattutto la scienziata in erba Millie, gli artisti del circo in cerca di una loro identità, pronti a cedere alle lusinghe di un riccone ma anche a riprendersi la loro libertà e a provare a costruire un mondo migliore.

Dumbo versione 2019 ovviamente si schiera contro il circo con gli animali e racconta un mondo fiabesco ma con riferimenti ala realtà di fine anni Dieci, alle sue tragedie, guerre e malattie, con comunque una rivincita del diverso, forse a tratti troppo consolatoria, ma che senz'altro ci può stare. 

L'elefantino, che resta comunque protagonista, è animato al computer, con splendidi occhioni e orecchione, affiancato da volti umani, alcuni di interpreti storici del cinema di Tim Burton, Danny DeVito, il sognante direttore del circo Max Medici, e Michael Keaton, lo spregiudicato re del divertimento Vandevere, altri di film più recenti, come Eva Green, l'acrobata Colette, capace di scegliere in maniera un po' prevedibile ma rassicurante la cosa giusta.

Una fiaba quindi, forse scontata, ma dove il regista riesce comunque a portare un suo punto di vista omaggiando la storia originale, e ricordando ancora una volta la ricchezza della diversità, e che comunque, anche se sei un elefantino con le orecchie troppo grandi o un reduce invalido e provato dalla vita, è un tuo diritto trovare felicità e un posto nel mondo.

Pubblicato in: 
GN23 Anno XI 6 maggio 2019
Scheda
Anno: 
2019