Edwin Drood. Simmons rievoca Dickens e Wilkie Collins

Articolo di: 
Marco Ragni
Drood

La sera del 9 giugno 1870 lo scrittore Charles Dickens si spegneva a seguito di un'emorragia celebrale, lasciando incompiuto il suo ultimo romanzo dal titolo “Il Mistero di Edwin Drood”. Quale destino attendeva il protagonista di quel libro mai completato? Il risultato è un corposo volume di quasi 800 pagine firmato da Dan Simmons e che ha come voce narrante niente meno che Wilkie William Collins, grande amico di Dickens e a sua volta scrittore di narrativa fantastica e romanzi gialli.

Molti autori, chiedendoselo, hanno messo mano alla penna e, partendo dall'ultima invenzione del più celebre tra i romanzieri britannici, hanno dato alla luce versioni apocrife e contaminazioni di notevole interesse. Ai nomi di Leon Garfield e della “ditta” Fruttero & Lucentini, si aggiunge Simmons, già noto al pubblico per la saga dei Canti di Hyperion e per il dittico di Elm Heaven.

L'incursione di Simmons nel territorio del reale non si ferma alla scelta di reclutare Collins tra i protagonisti. L'evento chiave che innesca la trama è quell'Incidente ferroviario di Staplehurst, che vide coinvolto lo stesso Dickens e che avvenne, caso curioso, cinque anni esatti prima della sua dipartita. Simmons ipotizza che proprio in quell'occasione avvenne l'incontro con il “vero” Edwin Drood, un sinistro figuro orrendamente sfigurato.

L'evento è il germe per un’ossessione e dà il là ad una ricerca che i due scrittori conducono negli ambienti più sordidi e degradati dell'Epoca Vittoriana. Tra miserie umane e fumerie d'oppio, l'allucinante viaggio viene dipanato con la consueta maestria da Dan Simmons che, cantastorie di razza, giostra con sapienza le magiche atmosfere della Londra ottocentesca, fatta di intrecci esoterici, allucinazioni e capestri psicologici.

A dispetto della mole “importante”, questa fiction dal solido impianto storico non accusa rallentamenti, spinta costantemente avanti dall'agile prosa dell'autore. Tuttavia va sottolineato che le frequenti digressioni dalla trama principale, volte ad approfondire la vita di Dickens e di Collins e le  basi stesse del rapporto che legava i due letterati, potrebbe alla lunga risultare stucchevole per chi non è particolarmente affine alla letteratura inglese e alla storia del periodo.

Drood è, in sintesi, un romanzo per molti ma non per tutti. A dispetto del tema ammiccante all'alta letteratura, riesce ad essere perfettamente godibile anche per chi mastica poco l'argomento. I profani desiderosi di perdersi solo un buon thriller rischieranno però di trovare eccessivamente prolisso l'incedere della narrazione. Insomma, siete avvisati.

Pubblicato in: 
GN52 Anno III 16 maggio 2011
Scheda
Autore: 
Dan Simmons
Titolo completo: 

Drood. Titolo originale: Drood
Traduzione: Anna Tagliavini
Editore Elliot
Anno di Pubblicazione: 2010
Collana: Scatti
pag. 800 € 19,50