Emil Gilels. La stella "sovietica" del piano esegue Beethoven

Articolo di: 
Piero Barbareschi
Gilels

È disponibile stampato da Brilliant e distribuito da Ducale un cofanetto di tre CD con le registrazioni live del 1976 dei cinque Concerti di Beethoven per pianoforte ed orchestra e di due Sonate per pianoforte, l'op. 26 e l'op. 31 n.1. L'orchestra è la State Symphony Orchestra of USSR diretta da Kurt Masur.

Abbiamo già incrociato, nel nostro cammino di ascolto condiviso, un paio di grandi interpreti del passato recente, i pianisti Claudio Arrau e Svjatoslav Richter, ai quali abbiamo reso doveroso omaggio con un nostro microscopico contributo affinché le nuove generazioni non dimentichino e possano attingere spunti dalla loro visione estetica ed artistica. Continuando in questo cammino, così come è giusto che in una biblioteca oltre agli autori contemporanei non debbano mancare i grandi classici, aggiungiamo un altro nome che non può essere dimenticato: Emil Gilels.

Emil Gilels (1916-1985) fu per molti anni, nell'occidente ancora diviso dall'Est europeo dalla cortina di ferro, “il pianista” sovietico per eccellenza, il massimo esponente di una formidabile scuola pianistica (allievo, come Richter, di Neuhaus) e come tale prescelto dalle autorità sovietiche come “prodotto” da esportare all'estero, ancor prima di Richter. Al di là delle possibili considerazioni sul meccanismo propagandistico che coinvolgeva anche gli artisti, in effetti Gilels meritava una fama mondiale. Ancora oggi il suo modo di affrontare i grandi autori del repertorio con una tecnica spettacolare e solidissima affascina l'ascoltatore.

Il suo approccio molto “muscolare” e potente in autori come Beethoven, in questo cofanetto, ma anche in Brahms, Rachmaninov, Liszt, rende inconfondibile ed immediatamente riconoscibile ogni sua registrazione. Senza necessariamente fare una graduatoria, è fuori dubbio che la curiosità porta ad ascoltare subito i concerti più famosi ed amati, il Terzo, il Quarto ed il Quinto.

Noi amiamo particolarmente il Quarto, e l'ascolto della lettura di Gilels ci suggerisce alcune riflessioni. La prima è che ci piace pensare che Gilels, probabilmente simile per struttura fisica a Beethoven (brevilineo, leve corte, un torello seduto al pianoforte...), anche nella resa nella lettura della scrittura beethoveniana fosse simile a quella dell'autore. Ecco allora la netta percezione di un tocco solido ma mai pesante e  sgraziato, un dominio perfetto delle scale, ottave ribattute e sciolte ed arpeggi, così come dei trilli. Esaltazione degli accenti espressivi, così tipicamente beethoveniani ed in questo caso così logicamente necessari ai fini espressivi. Esaltazione della tecnica ma anche grande poesia nel secondo movimento, uno dei più stupefacenti adagi beethoveniani, una sorta di dialogo fra l'uomo e la divinità.

Con un simile modo di suonare anche l'esecuzione del Quinto concerto è esattamente quello che ci si aspetta. Mai come in questo caso il sottotitoloImperatore” con il quale è conosciuto dagli appassionati è adeguato. Il modo di suonare di Gilels è veramente “imperiale”, maestoso senza magniloquenza, appassionato senza ipocrisia (primo movimento), poetico senza apparenza (secondo movimento), trionfale senza esibizionismo (terzo movimento).

Analoghe considerazioni potrebbero essere fatte per il Terzo Concerto. A questo livello l'unica discriminante è la preferenza personale per un concerto piuttosto che per un altro. In un contesto così affascinante, si deve purtroppo tenere presente che la registrazione live in certi casi non rende merito all'orchestra ed alla lettura di Masur. Più di una volta i fortissimi sono schiacciati e tagliati a causa della presa di suono ed alla risposta dei microfoni alle dinamiche ed il suono stesso dell'orchestra non è avvolgente rispetto al solista come sicuramente invece sarà stato dal vivo.

L'esecuzione delle due sonate per pianoforte spalanca un altro mondo sonoro.
La scelta dell'op. 26 e dell'op. 31 n. 2 non appare casuale. Nella prima appare nel primo movimento uno dei procedimenti formali particolarmente amati da Beethoven, il tema con variazione. Gilels esalta con la sua lettura la fantasia creativa dell'autore in un genere che molto facilmente, senza il tocco del genio, poteva cadere nel banale e diventare prevedibile. Nel terzo movimento, la Marcia funebre sulla morte di un eroe”, il pianoforte assume una scrittura strumentale in un dialogo con un'ipotetica massa orchestrale.

Nella Sonata op. 31 n. 2 segnaliamo la bellezza dell'esecuzione del secondo movimento, Adagio grazioso, nel quale Beethoven, con l'interpretazione di Gilels, ci consegna un omaggio agli adagi mozartiani, in una sorta di sguardo fugace verso il Settecento con la mente già rivolta al Romanticismo.

Pubblicato in: 
GN30 Anno IV 5 giugno 2012
Scheda
Titolo completo: 

LUDWIG VAN BEETHOVEN
Concerti per pianoforte (integrale)

Gilels Plays Beethoven Piano Concertos - The Russian Archives

Registrazioni live del 1976

GILELS EMIL pianoforte
State Symphony Orchestra of the USSR, Kurt Masur

3CD Brilliant Classic 94291