Epta di Piovani in prima all'Eliseo. Le sette vite del tempo dispari

Articolo di: 
Livia Bidoli
Epta

Una suite strumentale per sette musicisti in cui ogni strumento avrà dedicato un movimento: Epta di Nicola Piovani, al Teatro Eliseo dal 7 al 9 maggio 2010, si presenta come un’elaborazione matematica intorno alla musica, amante dei numeri, e delle sette età della vita presentate a più ritorni nella suite. I Solisti dell’Orchestra Aracoeli, che da anni seguono Piovani nella sua carriera da compositore delle colonne sonore dei registi italiani da Bellocchio a Fellini, comporranno la suite insieme alle voci di Odifreddi, Celestini, Cerami e tanti altri.

Ogni strumento ha un suo capitolo prediletto in cui spicca da solista a cominciare dalle percussioni di Ivan Gambini, anche se in effetti in L’ettagono, voce registrata di Piergiorgio Odifreddi consulente sui testi, la violoncellista Francesca Taviani sembra ricoprire il ruolo più sintomatico, per melanconia e pizzicate. Echi dalle musiche zigane e tanghere comporranno l’intera partitura come energetico leit motiv essenziale qui con ricadute lugubri e gravi, riprese dal lancinante bandoneon di Fabio Ceccarelli. Vagamente jazzato, parte del tessuto musicale su sonorità che rimembrano Nino Rota.

L’ettagono è l’unica forma geometrica impossibile da costruire con riga e compasso, ci spiega Odifreddi, lo scoprì nel 1837 Pierre Wantzel e, per riaffermare quest’impossibilità, attraverso la musica si usa un tempo dispari, quello dei sette ottavi delle danze balcaniche, un tempo che ricorre per tutta la suite e si riconosce per il suo tipico interrompersi abrupto. La celebre cantilena di Frà Martino campanaro è uno dei temi che fuoriesce a tratti da questo primo movimento.

I sette a Tebe
si riferisce alle sette porte di Tebe dove si scontrarono i due fratelli Polinice ed Eteocle ed è il sassofono di Luca Velotti che introduce venature romantiche alla dolce vita, riesplorando il tema funebre iniziale. Il respiro di Rhind che segue, ancora Luca Velotti all’ottavino, inizia corale con ritmi da La fiera dell’est molto coinvolgenti ed orecchiabili, nonostante i sette ottavi tronchino con le loro interruzioni i notevoli assoli di Velotti.

Il più composito ed originale dei movimenti è il quarto di Il settimo sigillo con il dialogo con la morte – la partita a scacchi - riproposto dal film di Bergman ed il violoncello solista, scuro e perturbante, si adagia su un numero doppio di due, quindi doppiamente nefasto – il due era la guerra di Tebe – insieme ad un contrabbasso pizzicato e gli inserimenti del bandoneon. Il piano di Piovani si anima e riesce ad elargire un’interpretazione intensa del brano.

Giungiamo allo Shakespeare di Come vi piace che riassume i sette stadi della vita, il vero significato del sette come numero, e ci troviamo sperduti in una terra desolata iniziando ad ascoltare il refrain di un carillon, sussurrante e disarmante. L’incedere lento da ballata acquista man mano velocità sempre monca però, ed i ritmi balcanici sono contrappuntati dal pizzicato del contrabbasso in dialogo col piano.

I sette veli di Salomè
colpiscono per un’immagine di sfondo che sembra tratta da Manara, ma il bandoneon attacca ed il dialogo serrato col piano rende partecipi di un ritmo mediterraneo e convulso con un leit motiv più allegro, che riascolteremo alla fine nell’unico bis concesso per un grande favore di pubblico.

Il brano settimo che chiude sono Le sette paia di scarpe da Giosuè Carducci lette da Gigi Proietti, e lo sfondo variopinto di donna di Emanuele Luzzati: il piano si insinua insieme al caustico violoncello mentre il clarinetto suona una ninna nanna. La conclusione è quasi ilare e trascina tutti gli strumenti senonché il fraseggio drammatico del piano in assolo, insieme al violoncello in sette ottavi, rompe il tempo della filastrocca infantile impostata sul ritmo cardiaco del sei ottavi, riportandoci all’imprevedibile indecifrabilità del sette e alle sette note che governano il mondo della musica, che Piovani si è provato ad esaltare, matematicamente e ciclicamente riassumendone il ritmo vitale.

Pubblicato in: 
GN14 Anno II 18 maggio 2010
Scheda
Titolo completo: 

Epta
di Nicola Piovani
            
Suite strumentale
in sette movimenti per sette esecutori
- Prima esecuzione

Solisti dell’Orchestra Aracoeli

Flauto Alessio Mancini
Sassofono/Clarinetto  Luca Velotti
Fisarmonica Fabio Ceccarelli
Violoncello Francesca Taviani
Contrabbasso Andrea Avena
Percussioni / Batteria Ivan Gambini
Pianoforte Nicola Piovani

Consulenza ai testi   -  Piergiorgio Odifreddi
Consulenza al suono -    Fabio Venturi
Elementi scenici     -    Maria Rossi Franchi

Voci registrate
Piergiorgio Odifreddi, Omero Antonutti, Ascanio Celestini, Mariano Rigillo, Vincenzo Cerami, Gigi Proietti

Compagnia dell’Ambra

TEATRO ELISEO
7 / 9 Maggio 2010 - spettacolo del 7 maggio