Fabian. Romantico scorcio sulle rovine

Articolo di: 
Livia Bidoli
Fabian

Il regista tedesco Dominik Graf, piu' conosciuto per il film Falsa identità del 1994, dalla visione indipendente ed anche popolare, avendo a suo tempo, tra anni '60 ed '80 rifiutato i dettami del nuovo cinema tedesco, ha girato un film molto particolare, anche nelle riprese e nella fattura: Fabian - Going to the Dogs, letteralmente, Fabian, andando in rovina. Con Tom Schilling protagonista insieme a Saskia Rosendahl, il film si snoda per le vie di Dresda e Berlino, durante l'ascesa del Führer, e parte nel 1931, come si legge dai titoli dei giornali.

La storia di Jakob Fabian non solo è situata nel 1931, ma è anche stata pubblicata dallo scrittore di libri per ragazzi Emil Erich Kästner, nato a Dresda nel 1899 e morto a Monaco di Baviera nel 1974: il titolo originale tedesco è Fabian. Die Geschichte eines Moralisten (Fabian, storia di un moralista, pubblicato da Bompiani nel 1933). La svolta per lui arriva quando arriva a Berlino, dopo che nel 1927, pubblicando il poema erotico Abendlied des Kammervirtuosen con illustrazioni di Erich Olsen viene licenziato dal quotidiano. Nel 1927 arriva nella capitale germanica e prosegue le collaborazioni con i giornali come critico teatrale, e pubblicando racconti e poesie nei piu' importanti periodici dell'epoca come Die Weltbühne. Entra a far parte, come Joseph Roth, Thomas ed Heinrich Mann ed Hermann Hesse, del movimento Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività), e comincia la sua collaborazione col cinema grazie al romanzo del 1929 di Emil und die Detektive (Emilio e i detectives). A questo punto arriviamo a Fabian, che vive una vita dissoluta nella Berlino della fine della Repubblica di Weimar, quando la vita notturna è all'apice, anche in termini di aperte perversioni.

Abbiamo notato Tom Schilling per la prima volta nel 2012, in Oh Boy - Un caffè a Berlino (Oh Boy)  diretto da Jan Ole Gerster e poi in Opera senza autore (Werk ohne Autor), con la regia di Florian Henckel von Donnersmarck (2018), e non ci ha mai deluso, come anche in questo caso. Il protagonista di cui prende le sembianze è Jakob Fabian, che lavora nel dipartimento pubblicitario di una fabbrica di sigarette, mentre la notte passa il suo tempo tra locali, bordelli e atelier di artisti con il suo facoltoso amico Labude. Quando Fabian incontra Cornelia, una donna incredibilmente sicura di  sé, se ne innamora perdutamente, ricambiato. Da quel momento inizierà la sua discesa e quello che vediamo a livello di sequenze filmiche, girate perlopiu' in notturna, le piu' audaci nei locali di cabaret dove la promscuità sessuale era il comune denominatore delle serate, una di queste ci ha colpito, con una donna facoltosa completamente rivestita di tatuaggi sull'intero corpo esposto se non per una pelliccia sulle spalle. Le scene ricalcano le sequenze viste nella serie Babylon Berlin, molto patinata e meno "popolare", secondo il ritmo e le scene immaginate dal regista Dominik Graf.

Un film in definitiva non solo romantico per quanto riguarda il rapporto tra Fabian e Cornelia ma un giusto ritratto di un'epoca in decadimento, che mostra appunto le sue "rovine": lui è disoccupato e lei sovrà scegliere fra lui e la carriera; sintomi della grande caduta di Weimar in senso simbolico, del sogno di una società democratica che forse qualche "eminenza grigia" ha aiutato a sotterrare.

Pubblicato in: 
GN41 Anno XIV 3 settembre 2022
Scheda
Titolo completo: 

Fabian - Going to the dogs
Regia: Dominik Graf
Cast: Tom Schilling, Albrecht Schuch, Saskia Rosendahl
Nazionalità: Tedesca
Genere: Drama storico
Durata: 176'
Anno: 2021

Sceneggiatura : Constantin Lieb, Dominik Graf
Direttore della Fotografia: Hanno Lentz
Montaggio: Claudia Wolscht
Musiche: Sven Rossenbach, Florian van Volxem
Musiche per pianoforte: composte ed eseguite da Richie Beirach
Scenografia: Claus-Jürgen Pfeiffer
Costumi: Barbara Grupp
Suono: Martin Witte
Mix: Michael Stecher

Produzione: Lupa Film - Felix von Boehm
International sales: Les Films du Losange
Distribuzione: PFA Films - RS Productions

Nominato all'Orso D'oro al Festival Internazionale di Berlino 2021