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La saga più adrenalinica del cinema americano ingrana la sesta e arriva nelle sale più veloce e rabbiosa che mai. Fast & Furious 6, diretto da Justin Lin, in uscita mercoledì 22, non delude le attese. Macchine veloci, muscoli pompati, donne mozzafiato: la miscela è la stessa, ma stavolta la cilindrata è più alta. A guidare questa macchina macina fan e soldi, sempre lui, Dom Toretto alias Vin Diesel, il cui carisma sembra non arrugginirsi mai.

La trama cronologicamente prende avvio alcuni mesi dopo la fine del quinto capitolo. Dom e Brian (Paul Walker) si godono la latitanza alle Canarie. Brian sta avendo un figlio da Mia (Jordana Brewster), mentre Toretto convive con Elena Neves (Elsa Pataky), ex-poliziotta di Rio, anche se dentro di sé cova il ricordo della defunta Letty (Michelle Rodriguez). Un bel giorno piomba Luke Hobbs (Dwayne Johnson alias “The Rock”), il poliziotto d'acciaio che aveva inseguito la banda a Rio e che adesso ha grane ben più gravi: è sulle tracce infatti di Owen Shaw (Luke Evans) e del suo gruppo terroristico, il cui piano è di rubare un congegno militare in grado di sterminare migliaia di persone e di usarlo per ricattare i governi delle principali superpotenze. Hobbs da solo non può fermarlo, gli serve un aiuto. E Toretto con il suo team è il solo che può darglielo. In cambio l'amnistia, e soprattutto la possibilità di ritrovare Letty, misteriosamente viva e vegeta (come già mostrato nel cliffhanger di Fast & Furious 5), ma con la memoria cancellata, e al servizio di Shaw. Dom, ovviamente, accetta. Rimette insieme la banda e parte: destinazione Londra.

Così come le motivazioni del team di Toretto si reggono su un codice (la famiglia), quelle della saga vivono in funzione di un solo scopo: divertire ed esaltare il pubblico. Questo è Fast & Furious, e solo in base a questa consapevolezza può essere giudicato. I tradizionali criteri critici devono essere messi momentaneamente da parte, qui l'unico valido è il termometro dell'adrenalina. È il livello di quest'ultima a decretare la cifra stilistica di ogni capitolo di questa saga. E Fast & Furious 6 è, in questo senso – e, sottolineo, solo in questo senso – un diamante a diciotto carati. Fra corse sfrenate, abbracci acrobatici, testate in tuffo, auto che impennano e che volano fuori da aerei in fiamme, e una marea di altri assurdi colpi di scena e di battute azzeccate, ogni spettatore che paga il biglietto per avere in cambio due ore di spettacolo allo stato puro, non può non rimanere pienamente soddisfatto. Fast & Furious piace per questo (anche al sottoscritto), perché nel suo essere il poema del tamarro è del tutto onesto, non volgare e privo di qualunque protervia (scongiurata dall'angelo custode dell'autoironia). Niente moralismi inutili, nessuna pretesa falsamente autoriale: puro disimpegno, nudo e crudo. E a tutto gas.
Al cinema serve anche questo genere di pellicole, a patto però che non diventi l'unico sulla lista dei film da vedere.