Festival di Spoleto. Blake e la negative capability

Articolo di: 
Livia Bidoli
The Book of Thel

Al Festival di Spoleto, che finirà il prossimo 16 luglio, una prima assoluta per la parte più ardita e sperimentale del festival, ovvero La Mama Open, originata dal Teatro La MaMa E.T.C. di New York fondato da Ellen Stewart nel 1990. Il 7 luglio scorso questa anteprima dedicata a William Blake  (Londra 1757 – ivi 1827) ed al suo The Book of Thel, poema iniziato all'esordio della Rivoluzione Francese del 1789 e terminato nel 1795, - quando anche gli aspri frutti del Terrore si erano rivelati - che Rolando Macrini ha tradotto in opera lirica con ensemble da camera e trio di voci miste, due femminili ed una maschile.

Dall'idea di Peter Case, che ha “commissionato” The Book of Thel a Macrini da un primo nucleo di venti minuti si è arrivati ad un concetto completo di circa un'ora diretto musicalmente in scena da Claudio Scarabottini e con i fumetti originali di Jacopo Maran – e non le tavole incise di Blake che aveva illustrato lui stesso il suo libro come usava fare per tutte le sue opere.

La storia di Thel, che è una giovane pastorella figlia di Mne Seraphim nella Valle di Har, sembra una specie di poema di “formazione”, nel quale Thel, nel suo percorso pieno di domande rivolte prima al Giglio della Valle, poi alla Nuvola, alla Zolla di Terra ed al Verme – tutti simboli però dell'inesperienza e dell'innocenza che non sanno veramente rispondere a Thel -, giunge fino alla Valle della Morte dove trova la sua fossa e da lì fugge correndo indietro alla Valle di Har. La domanda di Thel è “perché dobbiamo morire?”, che in qualche modo è connessa con la domanda “perché dobbiamo crescere?” essendo lei un'adolescente che teme la mortalità.

Thel, lo stesso nome, è un grecismo che spiega quanto è un simbolo della volontà legata al desiderio, quel Thelema di Aleister Crowley che diceva: “Do what thou wilt shall be the whole of the Law“ ovvero, “fai quello che la tua volontà vuole e quella sia la tua unica legge”. Thel è supportata dalla volontà e dal desiderio che però si spaventano di fronte alla discesa negli Inferi che è quella dell'esperienza – ricordiamo i Songs of Innocence and of Experience di Blake in cui si contrappone chiaramente l'innocenza (in questo caso rappresentata da Thel, nei Songs dal Lamb, l'agnello) all'esperienza (qui la Valle della Morte, nei Songs la Tigre) -, che chiaramente rende mortali, e può essere anche dolorosa.

Abbiamo posto alcune domande all'autore Macrini per capire meglio l'origine di ciò che abbiamo visto al Cantiere Oberdan.

D. Qual'è la genesi di The Book of Thel?

R. Come dicevo è nata come commissione ed è originata da uno dei testi meno complicati di William Blake, su cui non ho indagato troppo ma ho cercato di creare la musica ed una scena visibile acusticamente in modo semplice.

D. Abbiamo sentito una base di musica elettronica con echi quasi metafisici, ce ne può parlare? E ci sono anche delle pause tra una scena e l'altra, che sono i capitoli in cui è diviso il poema.

R. Si, usiamo un suono Hammond antico, che funziona come base per la parte lirica e strumentale – i due violini, la viola ed i due “gravi”, contrabbasso e violoncello -: ho pensato a delle pause di silenzio tra gli atti, per far respirare i musicisti ed anche il pubblico.

Abbiamo scoperto, durante la nostra ricerca su The Book of Thel che Il poema l ha interessato anche Bruce Dickinson, cantante degli Iron Maiden, che nel 1998 ha dedicato l'album The Chemical Wedding sia a The Book of Thel sia al Cult of Thelema, come afferma il brano omonimo.
Il compositore russo Dimitri Smirnov (1948) ha scritto anche lui un'opera in quattro scene intitolata The Lamentations of Thel con una premiere nel 1989 all'Almeida Theatre di Londra però con tutte voci femminili, mentre nell'opera di Macrini nel caso del Giglio della Valle (The Lilly of the Valley) si usa un basso-baritono molto bravo, Giuseppe Caraviello, ed una voce molto particolare per la protagonista Thel, Gaia Murasecco. Macrini ci dice che: “Ho trovato delle voci straordinarie per caso e mi sono sembrate perfette per le parti di canto”. Gli domando se sono previste delle altre date per The Book of Thel e dove: “Stiamo lavorando per portarlo a La Mama di New York trasformandolo in vera opera performativa con dei puppeteer veri”.

Vi lasciamo a riflettere sul Motto di Thel, che principia il Libro, ricordandovi che la logica di Blake è la logica dei contrari: non esiste una soluzione positiva, è nella contraddizione la sintesi, come in quella “negative capability” (la capacità di non voler ricomporre le contraddizioni) di John Keats, che lo ha di poco posticipato.

Does the Eagle know what is in the pit,
Or wilt thou go ask the Mole?
Can Wisdom be put in a silver rod,
Or Love in a golden bowl?

Conosce l'Aquila cosa c'è nella cava
o andresti a chiederlo alla Talpa?
Può la Saggezza trovarsi in una verga d'argento
o l'Amore in una coppa dorata?

Pubblicato in: 
GN37 Anno IX 14 luglio 2017
Scheda
Titolo completo: 

Festival di Spoleto 2017
30 giugno – 16 luglio
La Mama Open
7 luglio 2017
Doppia rappresentazione: ore 18 e ore 22
Cantiere Oberdan
Piazza San Gabriele Dell'Addolorata, Via dei Gesuiti 
Spoleto (PG)

THE BOOK OF THEL (Primo Studio)
di William Blake
Un'Opera lirica di Rolando Macrini
Da un’idea di Peter Case
Direttore Musicale Claudio Scarabottini
Fumetti di Jacopo Maran

Una produzione La MaMa UMbria International e La MaMa Experimental Theatre Club NY

PRIMA ASSOLUTA