GOG a Genova. Pollini tra romantici couleurs

Articolo di: 
Piero Barbareschi
Maurizio Pollini

Schönberg, Chopin, Debussy: questi gli autori che Maurizio Pollini ha proposto a Genova il 7 novembre in occasione del concerto della Stagione 2016/2017 della GOG al Teatro Carlo Felice. Autori particolarmente cari al pianista milanese che ha accompagnato il pubblico in un percorso timbrico e formale ben preciso.

In concerti-evento come questo, la presenza di interpreti di livello assoluto come Pollini pone lo spettatore nella condizione di attesa non tanto del modo in cui verranno eseguiti i brani, in ogni caso ineccepibili dal punto di vista tecnico ed interpretativo e senza “sorprese” negative in questo ambiti, ma piuttosto della scoperta di una visione estetica complessiva che ne giustifica e motiva l'accostamento.

Partendo da questo punto di vista la scelta dei brani diventa subito chiara. Aprire il concerto con i Sei Piccoli Pezzi op.19 di Schönberg, per le caratteristiche essenziali della scrittura e durata, ha rappresentato una sorta di fotografia, un'istantanea diremmo, dell'evoluzione che il linguaggio strumentale e timbrico del pianoforte aveva raggiunto grazie anche all'esplorazione dei grandi autori del romanticismo e del '900, per i quali le potenzialità timbriche del pianoforte erano uno straordinario universo da scoprire ed utilizzare. Ecco quindi la comparsa a seguire, come in un flash back, di Chopin e Debussy. I Sei Pezzi come dicevamo durano ognuno pochi minuti e non trasmettono un senso formale preciso ma piuttosto l'intenzione di tracciare con brevi ed essenziali pennellate dei raffinatissimi incastri timbrici, quasi raggelati nella loro essenzialità ed al limite del silenzio, perfettamente messi in evidenza da Pollini con il conosciuto controllo tecnico e del suono.

Dopo questa visione di un passato recente nel quale il pianoforte aveva probabilmente raggiunto il termine di un percorso tecnico-formale ed espressivo, Pollini ha ricostruito e riproposto quanto nel tempo si era dissolto con una serie di splendide composizioni chopiniane. Hanno aperto questo viaggio i due Notturni op.27, nei quali forse più che in qualsiasi altro numero d'opera della serie così titolata, si manifesta una ricerca di un'ondeggiante ed in certi casi indefinita atmosfera armonica, certamente con momenti più irrequieti tipici della scrittura chopiniana, ma con la prevalenza della ricerca della bellezza del suono. Di grande efficacia nella sua semplicità ma non utilizzato da tutti, il passaggio quasi immediato all'inizio del secondo notturno, come in una dissolvenza incrociata cinematografica, prima che il suono dell'ultimo accordo del primo notturno si dissolvesse, grazie all'affinità enarmonica della tonalità di do diesis minore del primo (che conclude però con un accordo maggiore) con quella di re bemolle maggiore del secondo.

Il programma prevedeva quindi la Quarta Ballata, ma Pollini ha aggiunto anche la Terza, ampliando quindi la visione di questa forma strumentale utilizzata ed amata da Chopin nella quale la tradizionale libertà melodica tipica della visione romantica deve in qualche modo sottostare ad una ciclicità e ripetitività che non sono una limitazione ma al contrario una possibilità di esaltare, con la ripetizione e la micro variazione, la bellezza e la poesia delle idee tematiche.

In chiusura della prima parte chopiniana, la splendida Berceuse op.57 e l'inquieto Scherzo op.20 n.1, in una specie di commiato prima intimistico e poi tumultuoso con il mondo dell'autore polacco.

Seconda parte interamente dedicata a Debussy con l'esecuzione del II volume dei Préludes. Scelta inevitabile perché anche in questo caso era necessario dare una visione d'insieme, come del resto probabilmente nelle intenzioni dell'autore, di un mondo sonoro nel quale la separazione fisica di un preludio dall'altro rappresenta semplicemente un passaggio da uno stato d'animo all'altro, ad un cambiamento di luce o di colore. Preludi intesi quindi non come introduzione a qualcos'altro ma come forma breve ed al tempo stesso parte di un tutto. Anche in questo caso Pollini ha concesso pochi attimi di separazione fra un preludio e l'altro, quasi a voler solamente dare il tempo, ad un ipotetico ascoltatore che seguisse con la partitura, di gettare un'occhiata al titolo che Debussy, con un vezzo raffinatissimo e non casuale, aveva nell'edizione originale posto al termine e non all'inizio di ogni Preludio, anticipato da puntini di sospensione, per poi rituffarsi nelle sonorità del successivo.

Teatro gremito ed entusiasta con il maestro visibilmente soddisfatto e sorridente, e tre i bis concessi; ancora Debussy, poi la prima Ballata di Chopin ed infine, appagando una probabile aspettativa dell'uditorio, ancora di Chopin lo Studio op.10 n.12.

Pubblicato in: 
GN3 Anno IX 18 novembre 2016
Scheda
Titolo completo: 

GOG
GIOVINE ORCHESTRA GENOVESE

STAGIONE 2016/2017
Lunedì 7 novembre 2016 ore 21.00
Teatro Carlo Felice - Genova

Maurizio Pollini pianoforte

Arnold Schönberg Sei Piccoli pezzi op. 19

Fryderyk Chopin
2 Notturni op. 27
Ballata n.3 in la bemolle maggiore op.47
Ballata n. 4 in fa minore op. 52
Berceuse in re bemolle maggiore op. 57
Scherzo in si minore op. 20 n. 1

Claude Debussy
Préludes (II Libro)