MatFest 2009. Grammatiche e matematiche della creazione

Articolo di: 
Teo Orlando
John Nash

Il Festival della Matematica che si è svolto a Roma dal 19 al 22 marzo 2009 aveva tra i suoi obiettivi anche quello di gettare un solido ponte sulla reciproca incomunicabilità di umanisti e scienziati. È infatti un comune pregiudizio quello per cui la matematica e l’umanesimo appartengano a due ambiti distinti.

Non sono bastati, per sradicarlo, la polemica sulle due culture negli anni ’60, innescata dall’omonimo libro di Snow, né il richiamo a grandi pensatori che appartenevano ad entrambi gli ambiti, da Platone (sull’insegna della sua Accademia si leggeva: "non entri chi non si intende di geometria") a Russell, premio Nobel per la letteratura, passando per Leibniz, Pascal, Musil, ecc.

Bene ha sottolineato uno dei più acuti e profondi storici della matematica viventi, Imre Toth, come la matematica apra lo spazio alla libertà più assoluta: "la parola 'libertà' divenne il motto della creazione matematica"; grazie alle geometrie non-euclidee, "il soggetto è diventato cosciente del fatto che la sua libertà significa autonomia assoluta, indipendenza dal dominio della logica, e sua priorità rispetto all'oggetto della conoscenza."  Del resto, già Robert Musil, nel 1912, aveva osservato che "ogni audacia spirituale poggia oggi sulle scienze esatte. […] Il programma di ogni singola opera d’arte può essere questo: audacia matematica, dissolvimento della coscienza negli elementi, permutazione illimitata di questi elementi; tutto è in relazione con tutto, e da ciò trae sviluppo". E il poeta Paul Valéry aggiungeva: "la matematica, tra le altre cose, insegna l’accanimento contro le conseguenze, e il rigore nel seguire la via che abbiamo arbitrariamente scelto". Ciò non toglie che già il grande matematico e logico Gottlob Frege deplorava il fatto che quando i filosofi trovavano delle formule nei suoi libri esclamavano delusi: «mathematica sunt, non leguntur!»

In questa terza edizione, intitolata Creazioni e ricreazioni, il Direttore scientifico del festival, Piergiorgio Odifreddi, cita ancora Dante, l’incipit del Paradiso (La gloria di colui che tutto move/per l'universo penetra, e risplende/in una parte più e meno altrove), per precisare che il festival canta la gloria del linguaggio in cui vengono espressi i moti e le trasformazioni dell’universo.

Il festival ha seguito due binari: quello creativo, costituito da alcuni dei più grandi specialisti mondiali, tra cui tre medaglie Fields e otto premi Nobel (per varie discipline scientifiche, ma non per la matematica, perché un premio Nobel specifico per questa disciplina non esiste); e quello ri-creativo, costituito da conferenze-spettacolo, mostre e film, che hanno mostrato gli aspetti ludici della regina delle scienze. Per la prima volta l’edizione romana è stata preceduta e integrata da un'analoga manifestazione svoltasi a New York, che ha sottolineato il carattere assolutamente globalizzato e transnazionale dell’evento.

Citando l’incipit del Purgatorio dantesco (Per correr miglior acque alza le vele/omai la navicella del mio ingegno,/che lascia dietro a sé mar sì crudele;), Odifreddi formula una dichiarazione di fiducia in questa iniziativa, dopo il successo della prima edizione del 2007, che vide il ritorno sulle scene pubbliche del premio Nobel per l’economia John Nash, e del 2008, inaugurata da Umberto Eco.

Nell’edizione romana sono apparse particolarmente affascinanti le conferenze che hanno ripreso e ampliato la Flatlandia di Edwin Abbott: da Vaughan Jones, medaglia Fields per la matematica, che ritiene possibile un sistema algebrico basato su una configurazione bidimensionale (che permetterebbe di costruire un computer quantico), fino a Ian Stewart, che s'ispira allo stesso classico di Abbott, cui è stata annessa la proiezione del film Flatland, a Journey of Many Dimensions. Abbott aveva immaginato un mondo bidimensionale abitato da creature a due dimensioni, solo apparentemente riduttivo rispetto ai nostri spazi tridimensionali come ha dimostrato Vaughan Jones.

In questo anno dedicato anche al quadricentenario delle grandi scoperte effettuate da Galileo con il cannocchiale nel 1609, non poteva mancare una conferenza incentrata sul progresso congiunto di matematica e fisica: è stato Edward Witten, altra medaglia Fields, a sottolineare come la scienza moderna abbia cominciato il suo inarrestabile decollo quando Galileo e Newton fornirono alle descrizioni di fenomeni specifici il linguaggio universale costituito dalla matematica. La matematica e la fisica da allora in poi sono cresciute in un’alleanza indissolubile, sancita dal calcolo infinitesimale inventato parallelamente da Leibniz e Newton; alleanza consacrata nel 1905, allorché Albert Einstein pubblicò il famoso articolo sulla teoria della relatività speciale (Sull’elettrodinamica dei corpi in movimento): la lezione fondamentale è che bisogna pensare insieme lo spazio e il tempo; solo così si può spiegare perché il tempo rallenta per un corpo in movimento uniformemente accelerato. Dopo Einstein e la nascita della teoria dei quanti, oggi assistiamo al tentativo della Quantum Field Theory di conciliare la meccanica quantistica e la teoria della relatività.

Il festival ha avuto uno dei suoi picchi nella conferenza-dibattito dei due premi Nobel per l’economia John Nash e Thomas Schelling, che hanno discusso dei fondamenti matematici della teoria dei giochi. La conclusione è stata affidata ad una suggestiva conferenza di Bruno D’Amore, dedicata alla prospettiva e alle sue rotture da Brunelleschi a Reutersvärd.

Con un excursus storico da Giotto a Paolo Uccello, da Piero della Francesca a Salvator Dalì, da Leonardo da Vinci a Maurits Cornelis Escher, D’Amore ha mostrato la stretta connessione tra matematica e arti figurative, sottolineando la profonda armonia numerica di cui sono intessute moltissime opere d’arte.

Pubblicato in: 
GN14/ 22 maggio 5 giugno 2009
Scheda
Titolo completo: 

Festival della matematica 2009
Creazioni e ricreazioni
New York 10 - 11 marzo
in collaborazione con Istituto Italiano di Cultura
Roma 19 - 22 marzo
Auditorium Parco della Musica - Roma

Direttore Scientifico
Piergiorgio Odifreddi

Anno: 
2009
Voto: 
9
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