IUC. Faust, Bezuidenhout, la cristallina seduzione di Bach

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Isabelle Faust

Il concerto monografico dedicato a Bach, che si è svolto nell'ambito della stagione dei concerti della IUC sabato scorso, ha avuto come protagonisti Isabelle Faust, al violino e Kristian Bezuidenhout, al clavicembalo, la loro brillante interpretazione ha acceso l'entusiasmo del pubblico presente.

Tra i brani in programma ci sono state tre delle Sei Suonate “à Cembalo [con]certato è Violino solo col Basso per Viola da gamba accompagnata se piace” BWV 1014-1019, e precisamente la n° 3 BWV116, la n°4 BWV117 e la n° 2 BWV115, che ha chiuso il  concerto. Le sei Suonate furono verosimilmente riunite dall'autore per la pubblicazione ed è generalmente accettata l'ipotesi che risalgano, come buona parte della produzione strumentale di Bach, agli anni trascorsi dal musicista al servizio del principe Leopold di Anhalt-Köthen (1717-23). Presso la sua corte il compositore rivestiva infatti la carica di Maestro di cappella e non era impegnato nella produzione religiosa a causa della fede calvinista del principe, poiché lo spazio riservato alla musica nella liturgia calvinista è minimo. L'unitarietà del ciclo è suffragata non solo dalla tradizione testuale, ma soprattutto dalla concezione unitaria riscontrabile soprattutto nelle prime cinque sonate che si rifanno al modello della Sonata da chiesa in quattro movimenti (Adagio - Allegro - Adagio – Allegro) mentre la sesta, in cinque movimenti, anticipa la struttura della Sonata da camera.

I movimenti veloci sono fughe o fugati, in cui l'articolazione tra i ritornelli, esposizione del tema, e gli episodi è sottolineata da differenze tematiche, di tessitura e sonorità. Nei movimenti lenti Bach raggiunge una straordinaria intensità espressiva creando con ingegnosa maestria variazioni su basso ostinato, canoni e altre soluzioni compositive. I tempi di danza tipici  della Suite e della Partita, sono un'altra caratteristica condivisa dalle Sonate, con l'eccezione della Siciliana con cui s'apre la Sonata n. 4. In comune tutte le Sonate hanno lo stile concertante, si tratta di autentiche sonate a tre in cui il cembalo suona il basso continuo oppure si propone rispetto al violino in posizione paritaria e indipendente. La mano destra del cembalo intreccia un dialogo serrato con il violino, come parte melodica di pari dignità e importanza e, in alcuni casi, preponderante, inoltre  il basso, cioè la mano sinistra del cembalo, tende spesso ad assumere un'attiva rilevanza contrappuntistica da ciò deriva la complessità delle composizioni.

La Sonata in la maggiore BWV 1015, eseguita a chiusura di concerto, è la più nota del gruppo e si distingue per la varietà espressiva dei tre movimenti. L'Andante è una incantevole e cantabile Siciliana, posto tra un Allegro di stile concertante e un Presto bipartito in fa diesis minore, che si sviluppa in forma di canone. La Sonata in sol maggiore per violino e clavicembalo BWV 1021, che, invece, ha aperto la prima parte del concerto fu anch’essa composta a Köthen intorno al 1720 e ha come modello la sonata da chiesa italiana in cui il violino ha come basso il clavicembalo, il violino ha un ruolo predominante, da solista, anche se, soprattutto nei movimenti veloci, il basso emerge confrontandosi alla pari col violino. La sonata manifesta la tensione tra l'intonazione “naturale” del violino e quella “temperata” del clavicembalo, un problema affidato agli esecutori e in questo caso brillantemente risolto.

L'esecuzione delle Sonate sia nella prima che nella seconda parte è stata intervallate da un brano con un unico solista, Isabelle Faust ha eseguito, nella prima, la Sonata n. 2 in la minore per violino solo BWV 1003, che appartiene alle Tre Sonate e Tre Partite di Johann Sebastian Bach, uno dei vertici della scrittura per violino. La data 1720 sull'autografo farebbe pensare che furono composte durante la permanenza a  Köthen quando il sommo musicista compose la maggior parte della sua musica strumentale, ma il trascendentale virtuosismo della scrittura musicale ha fatto pensare ad alcuni che la data potrebbe riferirsi a quando Bach le raccolse, mentre la composizione almeno in parte sarebbe avvenuta a Weimar (1708-17) quando ad eseguirle c'era Johann Georg Pisendel (1687 – 1755), violinista di straordinaria bravura. In questo caso però le sonate apparterrebbero almeno in parte al genere della musica sacra.

La parte violinistica è differente, nelle Sonate e Partite, da quella dei Concerti, e obbliga il violino, strumento "melodico" e impossibilitato a emettere più di due suoni contemporaneamente, in una scrittura polifonica e contrappuntistica di straordinaria complessità, si ha l'impressione di ascoltare tre e anche quattro voci, e per ottenere questo effetto è necessaria un perfetta tecnica “policordale”. Il modello delle Sonate è quello severo della Sonata da chiesa, in quattro movimenti secondo lo schema lento-veloce-lento-veloce.  La Sonata n. 2 in la minore BWV 1003 si apre con un Grave, tempo tipico del modello "da chiesa", caratterizzato da figurazioni complesse e da una invenzione continua, un preludio al secondo movimento, una Fuga lunga quasi il doppio del Grave e vero cimento per l'interprete per la complessa scrittura polifonica del violino. L'Andante è in forma bipartita secodo il modello della melodia accompagnata, che come in Corelli, non ha la tonalità degli altri tre movimenti. L'Allegro conclusivo si apre con effetti d'eco, ed è pervaso da una trascinante ed elettrizzante energia ritmica. Isabelle Faust  è riuscita ha superare l'arduo cimento traendo dal suo strumento un suoni chiari e cristallini che hanno delineato perfettamente le complesse architetture sonore, ma nello stesso tempo si è distinta per la morbida cantabilità del suono riscuotendo il caloroso plauso del pubblico.

Nella seconda parte del concerto Kristian Bezuidenhout, tra le due Sonate ha proposto la Toccata in re minore per clavicembalo BWV 913 , che risale agli anni di Weimar, probabilmente tra il 1705 e il 1708. L'inizio è assimilabile a un preludio in cui si svolge copiosa l'improvvisazione, un arioso, precede il primo rigoroso fugato, poi un recitativo che si sviluppa in un Presto che  introduce l'Allegro, la seconda Fuga più estesa e complessa della prima, ma ad essa legata, in quanto il doppio soggetto deriva dalla melodia del primo fugato e conduce a un finale trascinante e brioso. Kristian Bezuidenhout ha messo in luce tutti gli aspetti del brano, traendo dal clavicembalo suoni di luminosa levità, un'interpretazione molto calorosamente apprezzata dal pubblico. In duo la valentia di entrambi si è accordata armoniosamente, Isabelle Faust e Kristian Bezuidenhout sono stati due abili interpreti, il dialogo cantabile ed espressivo ma anche intenso e sfavillante dei due strumenti ha incantato il pubblico presente che li ha lungamente applauditi.

Pubblicato in: 
GN2 Anno X 10 novembre 2017
Scheda
Titolo completo: 

IUC- Istituzione Universitaria dei Concerti
4 novembre 2017 ore 17.30
Aula Magna della Sapienza

Isabelle Faust violino
Kristian Bezuidenhout clavicembalo

Bach
Sonata in sol magg. per violino e clavicembalo BWV 1021
Sonata n. 2 in la minore per violino solo BWV 1003
Sonata in mi magg. per violino e clavicembalo BWV 1016

Sonata in do minore per violino e clavicembalo BWV 1017
Toccata in re minore per clavicembalo BWV 913
Sonata in la magg. per violino e clavicembalo BWV 1015