IUC. L'onda sinuosa di Spira Mirabilis

Articolo di: 
Giuseppina Rossi
Spira Mirabilis

L’esecuzione della prima sinfonia di Brahms da parte di una compagine orchestrale oggi giorno raramente può definirsi un evento, come sicuramente lo fu la prima esecuzione tenutasi a Karlsruhe il 4 novembre 1876, con il mondo musicale germanico in trepida attesa dell’erede del sinfonismo beethoveniano. Ma il concerto dell’orchestra Spira Mirabilis tenutosi a Roma il 21 novembre per l’Istituzione Universitaria dei Concerti, in qualche modo un evento lo è diventato.

Non è una novità e neppure un caso. Spira Mirabilis è “l’orchestra che suona senza direttore”, e proprio questa “assenza” da 10 anni – tanti ne ha compiuti Spira proprio quest’anno – attira ad ogni concerto appassionati di musica (con l’orecchio teso a carpire ogni minimo “ritardo” imputabile alla fatidica “assenza”), curiosi e neofiti del mondo della classica.

I concerti di Spira seguono uno schema molto differente da quello del concerto classico: in programma c’è sempre solo un pezzo preceduto da una breve presentazione e dopo l’esecuzione – posati gli strumenti - i musicisti rientrano sul palcoscenico per una sorta di question time, uno spazio dedicato al dialogo con il pubblico. Il concerto tenutosi nell’Aula Magna de La Sapienza non ha fatto eccezione. Dopo l’ingresso dell’orchestra, un portavoce – uno dei cornisti - si è alzato e ha subito messo in chiaro che la mancanza del direttore d’orchestra non ha nulla di polemico. Ci mancherebbe. Ottemperate le incombenze diplomatiche, con il cupo battito dei timpani che apre la prima sinfonia in do minore op. 68 di Brahms, si è lasciato spazio alla musica.

A sentirli e a vederli suonare i musicisti di Spira Mirabilis, a dire il vero, fanno dimenticare in fretta quel vuoto al centro dell’emiciclo. Hanno imparato a guardarsi e ascoltarsi l’un altro, a muoversi tutti assieme seguendo le prime parti lasciando passare il suono tra le varie sezioni – dagli archi, ai legni, agli ottoni - come un prezioso testimone; sinuosa e compatta, come un onda gigantesca o come un organismo vivente nel quale la musica vive e respira, l’orchestra ora scarta, pulsa, si apre, ora cede, rallenta, per tornare di nuovo compatta, ubbidendo ad una partitura che sembra, battuta per battuta, profondamente assorbita a livello emotivo e intellettuale da ogni singolo musicista.

Proprio la carica emotiva, la densità espressiva, che crea un’immediata empatia con il pubblico, connota a nostro avviso la cifra interpretativa di Spira Mirabilis. Per questo forse, nell’eseguire la prima sinfonia del compositore amburghese, l’orchestra è sembrata più a suo agio nell’impeto travolgente, nella vitalità e nella tensione drammatica dei due movimenti estremi – l’Allegro del primo movimento e l’Allegro non troppo, ma con brio del finale - piuttosto che nei due movimenti centrali dal carattere lirico, elegiaco e sommesso, dove non tutti i colori autunnali, i giochi di luci e di ombre, presaghi di quei ripiegamenti pessimistici e rassegnati che saranno propri della poetica brahmsiana degli anni a venire, sono sembrati emergere dalla tavolozza timbrica e dal fraseggio della Spira.

Il dibattito finale, seguito ai calorosi applausi del pubblico presente in sala, ha contribuito a far conoscere gli intenti e le finalità di un’orchestra pressoché unica nel panorama musicale mondiale. Costituita nel 2007 da giovani musicisti italiani e stranieri, tutti professionisti, membri effettivi di altre orchestre europee, Spira Mirabilis nasce dal desiderio di approfondire alcuni capolavori del repertorio sinfonico, al di là dei ritmi frenetici delle prove ufficiali. Un laboratorio quindi, che ha sede a Formigine, una piccola cittadina in provincia di Modena, dove per dieci giorni, sei volte all’anno i musicisti si incontrano per studiare, condividere idee, confrontarsi, magari discutere animatamente per cercare di dare ad un pezzo una fisionomia culturale ed emotiva che rispecchi alla fine un lavoro collegiale non mediato o condizionato dalla figura del direttore d’orchestra.

L’esecuzione in pubblico, ammettono i portavoce – tra questi la violinista Lorenza Borrani, “spalla” di Spira e della Chamber Orchestra of Europe -  raggiunte le finalità di studio prefissate sarebbe quasi accessoria, non necessaria. Estreme conseguenze di una logica e di una disciplina interna che si intuisce ferrea alle quali speriamo che Spira Mirabilis non giunga mai.

A serata conclusa, viene da pensare che bello che è vedere suonare questi giovani. E che bello sarebbe se, usciti dalla sala da concerto, tutto il nostro paese fosse così: competente, consapevole, appassionato, rispettoso degli altri, attento al bene comune. E – detto senza polemica – per nulla bisognoso di un uomo solo al comando. 

Pubblicato in: 
GN5 Anno X 1° dicembre 2017
Scheda
Titolo completo: 

IUC - Istituzione Universitaria dei Concerti
21 novembre 2017 

Spira Mirabilis

Johannes Brahms
Prima sinfonia in do minore op. 68

Lungotevere Flaminio 50 - 00196 Roma - tel. 063610051/52
www.concertiiuc.it - segreteria@istituzioneuniversitariadeiconcerti.it
Aula Magna dell'Università La Sapienza
Città Universitaria - Palazzo del Rettorato
Piazzale Aldo Moro 5, Roma