IUC. La musica del male assoluto

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Lorna Windsor

Nel concerto dal titolo significativo Musica sull'abisso: dalla Prima Guerra mondiale alla Shoah, che si è svolto il 26 gennaio 2015 alla IUC, insieme alla Shoah, alla vigilia della Giornata della Memoria, si è scelto di ricordare la Grande guerra, nell'anno in cui cadono i cento anni dell'entrata in guerra dell'Italia e il settantesimo anniversario della scoperta dell'orrore di Auschwitz e la liberazione dei prigionieri con l'arrivo dell'Armata Rossa.

Il titolo è stato scelto da Antonio Ballista, che si è ispirato ad una battuta di Francis Fejto, politologo e storico ungherese:” Il progresso al suo culmine arriva sull'orlo del baratro, procediamo procediamo” e poi, a proposito di come la guerra costituisca una inesauribile fonte di guadagno, cita un aforisma di Karl Kraus :” Il progresso: un portafoglio fatto di carne umana”. Abisso è una guerra disumana, che ha segnato un cambiamento radicale, introducendo nuove armi di distruzione di massa, come i gas e iniziando a coinvolgere pesantemente i civili con i primi bombardamenti aerei. Abisso è anche la guerra successiva, a quella devastante carneficina si aggiunse una forma nuova e tragica e  di disumanità: il male assoluto descritto magistralmente da Hannah Arendt ne La banalità del male.

La Arendt ne mette in rilievo l'aspetto più sconvolgente: l'abiura del pensiero, la rinuncia a distinguere il bene dal male, che trasformò persone normali e mediocri in micidiali strumenti di abiezione e morte. Pensare è la facoltà da sempre considerata come specifica dell'essere umano, rinunciarvi, significa non essere più umani, sprofondare nell'abisso del male assoluto. In questo profondo abisso le vittime hanno cercato di reagire, riaffermando la propria umanità, la creatività artistica, ne è un esempio mirabile, è uno squarcio nelle tenebre, è la disperata reazione dell'impulso vitale malgrado la consapevolezza della morte imminente.

Ne è una appassionata e commovente testimonianza la musica scelta per questo concerto da Antonio Ballista, con la preziosa collaborazione di Lorna Windsor che ha interpretato con appassionata adesione i brani vocali. Il programma è stato diviso in due parti, nella prima, brani musicali di diversi artisti, nella seconda un capolavoro assoluto di Igor Stravinskij l'Histoire du Soldat. La Liturgie de cristal  da “Quatuor pour la fin du temps” ( Quartetto per la fine del tempo 1940-41) per pianoforte, violino, violoncello e clarinetto, di Olivier Messiaen (1908-1992) ha  aperto il concerto. Il musicista fu  fatto prigioniero nel corso dell'invasione tedesca della Francia, durante la prigionia scrisse questa composizione, grazie all'aiuto dell'ufficiale tedesco, che dirigeva il campo di prigionia e gli fornì la carta da musica, e alla presenza di tre musicisti; la eseguì nel campo di prigionia. 

Di questo brano, che si ispira alla Apocalisse, secondo le intenzioni del suo autore non c'è una sospensione del tempo bensì di:” modificare la la concezione del tempo tradizionale creando un nuovo paradigma attraverso una tipologia ritmica nella quale fossero eliminate ripetizioni, divisioni in battute e suddivisioni uguali, prendendo ispirazione dai movimenti della natura, movimenti che sono liberi e e di lunghezza ineguale”. La musica straniante e e interlocutoria di Messiaen si è rivelata perfetta per introdurre l'ascoltatore nel percorso del programma.

Antimilitarista e provocatorio è il brano L'execution du general da Chants de la Mi – Mort (1914) per pianoforte solo di Alberto Savinio in cui c'è la citazione della musica che Michele Novaro scrisse per Il Canto degli Italiani di Mameli, che allora non era l'inno nazionale, lo era la Marcia Reale, bensì, un canto risorgimentale repubblicano, considerato rivoluzionario perché legato ai moti del 1848. George Butterworth è un musicista poco noto, nelle due melanconiche e angosciose canzoni in programma  del 1911c'è il presagio della morte dei suoi amici e la sua, che avvenne in guerra, sulla Somme (1916).

Sempre per pianoforte solo, in un'alternanza ben congegnata per far risaltare le differenti reazioni degli artisti ecco Souvenir d'une marche boche di Stravinskij ( boche è il termine dispregiativo usato dai Francesi verso i Tedeschi ) melodico e ironico evoca le marce germaniche. Kaddish da Deux mélodies hébraïques (1914) di Ravel, è un canto funebre basato su un melismo struggente e intenso accompagnato da poche frasi al pianoforte, evoca un'epoca arcaica in un'atmosfera ieratica.

Intermède da Quatuor pour la fin du temps, una pausa nel clima straniante della composizione, ha introdotto Quand reverrai-je, hélas ma maison ( Quando rivedrò ahimè la mia casa 1916 su testo di du Bellay) dolorosa e profonda aspirazione alla pace di André Caplet (1878-1925), compositore e direttore d'orchestra, che morì per i postumi dell'avvelenamento dai gas, subito durante la prima guerra mondiale. Di seguito dall'operetta La principessa della Czárdás (1918) c'è stata l'aria Ci pensi ancora ? la triste conclusione di un amore, è un esempio di musica popolare e di successo di quegli anni.

Debussy è stato presente con due brani, uno per pianoforte solo, Le soir illuminés par l'ardeur du charbon (1917) per ricordare la gioia di potersi riscaldare, ma soprattutto ricordiamo Noël des enfants qui n'ont plus de maison (Natale dei bambini che non hanno più casa) con il testo dello stesso musicista, in un insolito stile espressionista che unisce l'orgoglio  patriottico alla triste tenerezza dei bambini. La Sektanskaya (Canto del dissidente) da Quattro Canti Russi (1918) di Igor Stravinskij è ispirato, alla tradizione russa, esprime tutta la profonda e dolorosa nostalgia del musicista in esilio, che ne scrisse il testo.

Wiegala (1944) è una ninna nanna creata da Ilse Weber, poetessa deportata con il figlio nel campo di concentramento di Theresienstadt, salì volontariamente sul treno per Auschwitz per non abbandonare i bambini malati, che assisteva, morì nelle camere a gas. La ninna nanna, su suggerimento di un ebreo addetto alle camere a gas, la cantò insieme ai bambini sedendosi per terra in modo da morire più velocemente, ma serenamente e non violentemente, calpestati dagli altri presi dal panico. È stato l'apice emotivo  del concerto dolce e struggente, è giunto a noi perché il marito aveva nascosto i fogli su cui erano scritte poesie e canzoni della moglie a Theresienstadt, prima della partenza per Auschwitz, e poi, sopravvissuto, tornò e le fece conoscere. Abbiamo così avuto l'estrema testimonianza della creatività per affermare il valore della vita e della dignità umana nonostante la morte e l'abisso della crudeltà. 

Fouillis d’arcs-en-ciel, pour l’Ange qui annonce la fin du Temps (Vortice d'arcobaleni per l'Angelo che annuncia la fine del Tempo) da Quatuor pour la fin du temps ha chiuso la prima parte, rasserenante il pianissimo della conclusione sfociato nel silenzio, ha ricordato l'ultimo verso della ninna nanna: ”...  tutto il mondo intorno tace”, ha stemperato  la tensione e l'angoscia suscitata da Wiegala. Interpretare questi brani vocali pone diversi problemi di empatia e partecipazione per rendere il senso profondo del testo, di gran lunga più ardui di quelli vocali, Lorna Windsor, che possiede un'ottima tecnica e una voce morbida ne è stata un'interprete ideale, duttile, appassionata e coinvolgente.

L'Histoire du soldat, opera da camera in un atto composta da Igor Stravinskij nel 1918 su libretto in francese di Charles-Ferdinand Ramuz;  fu rappresentata al Teatro Municipale di Losanna, per la prima volta il 28 settembre 1918 diretta da Ernest Ansermet. Il soggetto si basa su due fiabe popolari russe (Il soldato disertore e il diavolo e Un soldato libera la principessa) tratte dalla raccolta di Afanas'ev, pubblicata fra il 1855 e il 1864. È una composizione profondamente antimilitarista concepita per il teatro di strada; data la rappresentazione itinerante, prevede un organico ridotto:  violino, contrabbasso, clarinetto, fagotto, cornetta a pistoni, trombone e un batterista, più il direttore, a cui si aggiungono: il narratore, due attori e due ballerini.

Bravo Peppe Servillo, che ha curato la riduzione del testo e ne ha posto l'accento sulle radici popolari, usando il napoletano per il soldato e l'italiano per il diavolo, che incarna il potere. La riduzione dell'organico strumentale fa sì che le le parti, siano solistiche e richiedano solisti di altissimo livello, L'Ensemble Berlin formato da I Solisti dei Berliner Philarmoniker è stato perfetto per la splendida esecuzione musicale di questo capolavoro, difficile trovare aggettivi per descrivere la bellezza del suono e la precisione nell'esecuzione. Violino e clarinetto a cui si è aggiunto il violoncello sono stati anche tra i  formidabili protagonisti della prima parte del concerto sia nel brano di Messiaen, sia accompagnando alcuni dei brani vocali. Antonio Ballista, al pianoforte e e alla direzione d'orchestra, ci sorprende sempre nella ideazione dei programmi, unisce ironia, cultura, sensibilità e umanità così nascono concerti di rara intelligenza, che riescono a coinvolgere ed emozionare profondamente l'ascoltatore; lo ringraziamo per averci donato una serata così densa di bellezze ed emozioni diverse. 

Pubblicato in: 
GN12 Anno VII 5 febbraio 2015
Scheda
Titolo completo: 

IUC- Istituzione Universitaria dei Concerti
Lunedì 26 gennaio 2015 – ore 20,30
Aula Magna – Sapienza Università di Roma
Piazzale Aldo Moro 5

LORNA WINDSOR – soprano
PEPPE SERVILLO – voce recitante

ENSEMBLE BERLIN
I Solisti dei Berliner Philarmoniker:
Christoph Streuli – violino, Clemens Weigel – violoncello
Ulrich Wolff – contrabbasso, Ishay Lantner - clarinetto
Mor Biron – fagotto, Guillaume Jehl - tromba
Thomas Leyendecker – trombone, Lorenz Behringer - percussioni

ANTONIO BALLISTA – pianoforte e direzione

MUSICA SULL’ABISSO
Dalla prima guerra mondiale alla Shoah

Prima parte

OLIVIER MESSIAEN      da “Quatuor pour la fin du temps” (1941):
(1908-1992)    Liturgie de cristal
ALBERTO SAVINIO  L' exécution du Général (1914)
(1891-1952)
GEORGE BUTTERWORTH       The lads in their hundreds (1911)
 (1885-1916)   (testo di A.E.Housman) (prima esecuzione italiana)
 With rue my heart is laden (1911)
 (testo di A.E.Housman)
IGOR STRAVINSKIJ  Souvenir d'une marche boche (1915)
(1882-1971)                  
MAURICE RAVEL    da “Deux mélodies hébraïques” (1914):
(1875-1937)      Kaddish (testo tradizionale aramaico)
OLIVIER MESSIAEN da “Quatuor pour la fin du temps”:
 Intermède
ANDRÉ CAPLET   Quand reverrai-je, hélas, ma maison? (1916)
(1878-1925)     (testo di J.de Bellay) (prima esecuzione italiana)
EMMERICH KÁLMÁN    Weißt du es noch?
(1882-1953)    (da La Principessa della czárdás 1918)
CLAUDE DEBUSSY      Les soirs illuminés par l’ardeur du charbon (1917)
(1862-1918)     
CLAUDE DEBUSSY   Noël des enfants qui n' ont plus de maisons (1915) (testo dell’autore)
IGOR STRAVINSKIJ

da “Quatre chants russes”:
Sektanskaya (Canto dissidente) (testo dell’autore)
ILSE WEBER     Wiegala (1944) (prima esecuzione a Roma)
(1903-1944)                  
OLIVIER MESSIAEN da “Quatuor pour la fin du temps”:
Fouilles d'arc-en-ciel pour l'Ange qui annonce la fin du temps

Seconda parte

IGOR STRAVINSKIJ L’Histoire du Soldat (1918) (testo di Ch. F.Ramuz)  - Adattamento di Peppe Servillo
Marche du soldat   -   Petit air au bord du ruisseau   -  Pastorale  - Marche royale  -   Petit concert  -   Tango  -   Valse  -  Ragtime  -  Danse du diable - Grand chorale  -  Marche triomphale du diable.