IUC. Il Quatour Ébène apre la stagione quartettistica

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Quartetto Ébène

Uno dei grandi meriti della Istituzione Universitaria dei Concerti è sicuramente l'attenzione dedicata ai quartetti d'archi e la stagione quartettistica è stata aperta dal Quartetto Ebene, una provetta formazione francese con un repertorio che va dal classico al Jazz. 

Il programma del concerto è iniziato con Beethoven, il Quartetto in la maggiore op. 18 n. 5  fa parte del corpus di sei quartetti dell'op. 18, che fu dedicata al Principe von Lobkowitz, era la prima volta che il compositore si cimentava con questo genere di musica da camera,  un progetto impegnativo e a lungo meditato attraverso le opere precedenti, con i Trii op. 1 col pianoforte e poi i Trii per archi op. 9. Si misurava infatti con Haydn, che era stato suo insegnante (1792-1794), che era ancora vivente e che avrebbe pubblicato nel 1802 la sua op. 77, dopo quella dell'op18 (1801), e con Mozart che vi si era impegnato intensamente e aveva dedicato a Haydn sei quartetti.

Il Quartetto in  la maggiore op. 18 n. 5 infatti tiene presente questi modelli rielaborandoli l'Allegro, in forma sonata, adombra il registro pastorale nel tempo di  6/8 e quello della musica da caccia. Il primo violino ne è protagonista riproponendo di volta in volta agli altri compagni lo spunto tematico. Nel Minuetto è la viola ad essere in luce con un ampio passo in cui si mostra la pregnanza timbrica di uno strumento, che solitamente non trova spazio tra il suono brillante del violino e calda morbidezza del violoncello, una delle caratteristiche che accomuna tutti i quartetti dell'op.18. Nel Trio la  il violino primo e il violoncello fanno da accompagnamento al violino secondo e alla viola nel tema di danza popolare austriaca. Il tema dell'Andante cantabile introduce  un tema con variazioni, cinque, in stile contrappuntistico la prima, con le fioriture ornamentali del primo violino nella seconda, mentre la terza è caratterizzata da un ostinato di note veloci del secondo violino, affiancato a volte dal primo,  una base ritmico-timbrica sulla quale si svolge la melodia affidata a viola e violoncello. Nella quarta variazione riappare con chiarezza il tema, armonizzato però in modo nuovo, e nella quinta ritorna quell'atmosfera popolareggiante del precedente Trio. L'Allegro finale è  in forma-sonata con aspetti che riecheggiano lo stile galante ma quel mondo ormai è lontano.

Il Quartetto per archi in fa maggiore di Maurice Ravel ha come dedica à mon cher maȋtre Gabriel Fauré, che  fu il maestro di Ravel, la composizione fu completata dal ventottenne compositore nel 1903. Sua fonte di ispirazione fu Claude Debussy, il cui Quartetto op.10 era di dieci anni prima; Debussy  rispose al giovane RaveI in merito alla richiesta  di Fauré di modificare il finale del quartetto: «Nel nome degli dei della musica e nel mio nome, non toccate una sola nota di quelle che avete scrìtto nel vostro Quartetto». Un cosiglio che Ravel seguì, nel suo quartetto l'ispirazione a Debussy non è nella struttura ciclica o in un tema ricorrente quanto nelle atmosfere sognanti, nelle nuances timbriche che volgono, però, al giorno, al solare piuttosto che all'oscurità notturna e al pallido chiarore lunare. Il primo movimento, Allegro moderato - Très doux è in forma sonata, il primo tema cristallino e sereno, mentre il secondo è malinconico, ma nello sviluppo i due temi non entrano in contrasto e il movimento conclude con la ripresa del primo tema in pianissimo. Il successivo Assez vif  si ispira chiaramente all'analogo movimento del Quartetto di Debussy, stessa struttura, stessa indicazione di movimento, stessa collocazione all'interno della composizione, stesso uso del pizzicato in cui però confluiscono elementi del folclore iberico, così vicini alla sensibilità compositiva di RaveI. Il movimento lento, Tres lent, è l'apice emotivo del Quartetto in cui brilla la raffinatezza dei timbri cangianti, la grande libertà ritmica e dei temi e il carattere improvvisativo della musica che incantano l'ascoltatore, nonostante una breve parentesi agitata. L'ultimo movimento, Vif et agité, è un rondò-sonata una pagina virtuosistica e travolgente, basata su un motivo ostinato in tremolo.

La genesi del Quartetti in do minore op. 51 n. 1 e in la min n. 2 fu lunga e tormentata per il quarantenne Brahms, ne fece ascoltare una prima versione agli amici e infine dopo il giudizio di Clara Schumann si decise finalmente alla pubblicazione presso l'editore Simrock di Berlino, furono dedicati al chirurgo e fraterno amico del musicista, Billroth e furono eseguiti nell'autunno successivo a Vienna. Il Quartetto in do minore op. 51 n. 1 ha ha una tensione drammatica di ascendenza  beethoveniana, dei "Quartetti Rasoumovsky". L'Allegro iniziale in forma sonata alterna a un primo tema vigoroso un secondo è più cantabile. Una tensione espressiva densa denota la Romanza, contemplativa e intrisa di un lirismo melodico. Il terzo tempo Allegro molto moderato e comodo è un intermezzo di atmosfera nordica e malinconica, mentre il Trio con il tema su ritmo di valzer propone  temi popolareschi viennesi  L'Allegro finale riprende il tema  della Romanza, secondo il procedimento ciclico su cui è basato il quartetto.

Grandi applausi hanno accolto l'esecuzione dei brani, sono stati ben meritati da questa compagine duttile nell'affrontare i diversi autori, rigorosa e affiatata e che esibisce un suono corposo e una grande sensibilità timbrica e ritmica. Infine c'è stato un bis jazz, un genere frequentato dal Quartetto, che ha eseguito di Miles Davis, Milestones e lo ha dedicato alla memoria del trombettista Roy Angrove, recentemente scomparso.

Una stagione quartettistica, inserita nella più ampia stagione concertistica,  secondo la felice definizione del direttore artistico Giovanni D'Alò che ha annunciato facilitazioni per gli appassionati adulti, perché i giovani godono già di forti riduzioni. Con il biglietto di questo concerto si avrà uno sconto del 30% per uno dei concerti del Quartetto di Cremona, che sarà impegnato nel ciclo dell'integrale dei quartetti mozartiani. Con una iniziativa “a tutele crescenti” sempre una definizione di D'Alò, inoltre, aggiungendo al biglietto del concerto del Quartetto Ebene, un biglietto di quelli con il Quartetto di Cremona si potrà acquistare il biglietto dell'ultimo con Il Quartetto Prometeo a 10 e i 5 euro.

Pubblicato in: 
GN2 Anno X 10 novembre 2018
Scheda
Titolo completo: 

Istituzione Universitaria dei Concerti
Martedì 6 novembre 2018
Aula Magna della Sapienza

Quartetto Ébène
Pierrr Colombet              violino
Gabriel La Magadure          violino
Marie Chilemme               viola
Raphael Merlin               violoncello

Ludwig van Beethoven (1770 - 1827)       Quartetto in la maggiore op. 18 n. 5
Maurice Ravel (1875 - 1937)              Quartetto in fa maggiore
Johannes Brahms (1833-1897)              Quartetto in do minore op. 51 n. 1