L'Arte della Fuga con Alberto Rasi e l'Accademia Strumentale Italiana

Articolo di: 
Piero Barbareschi
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Johann Sebastian Bach: L'Arte della Fuga. In un CD Challenge Classics un monumento, anzi, “il” monumento indiscusso della storia della musica occidentale nell'esecuzione dell'Accademia Strumentale Italiana sotto la guida di Alberto Rasi.

Da quando questo CD si è aggiunto ai molti già ascoltati o ancora in attesa, la scansione della stesura dei pezzi destinati a queste pagine è stata in qualche modo condizionata. Non nego che per quanto mi riguarda questa registrazione sia diventata una sorta di colonna sonora di questo periodo inquieto e poco luminoso delle nostre vite, un periodo nel quale ognuno suppongo stia cercando di trovare spunti di riflessione che consentano di contrastare una sensazione di incertezza e disorientamento.

Se è vero come è vero che la musica può essere terapeutica, l'ascolto di composizioni come l'Arte della Fuga bachiana in questa lettura di Alberto Rasi con l'Accademia Strumentale Italiana non lascia indifferente l'ascoltatore, sia esso semplice appassionato, musicofilo o musicista esecutore. Non è facile in poche righe sintetizzare e definire le sensazioni che in ogni caso questo capolavoro può suscitare. Non me ne vogliano i lettori ed ascoltatori non musicisti, ma le emozioni provocate da questo florilegio di contrappunti per chi ha fatto della musica non solo il proprio mestiere ma anche una ragione di essere, sono difficilmente esprimibili con parole o aggettivi. Del resto questo è Bach: così come quando si entra in una cattedrale gotica e l'uomo semplice rimane turbato dall'imponenza della struttura mentre il tecnico rimane ugualmente stupito apprezzandone ed ammirando l'ardire e la perizia nell'applicazione della tecnica costruttiva, ascoltando un simile capolavoro l'ascoltatore non musicista è ammaliato mentre il musicista è stupefatto.

Stupefacente: forse è questa una definizione che può essere utile a tradurre in parole questa cattedrale musicale. Bach concepì quest'opera, incompiuta, non per destinarla all'esecuzione ma come compendio e dimostrazione delle possibilità offerte al compositore dell'arte, appunto, della composizione contrappuntistica. Per questo motivo non è indicato un organico strumentale specifico così come non è certo, anche se da alcuni sostenuto, che fosse pensata per un'esecuzione con uno strumento a tastiera. La mancanza di un'indicazione sullo strumentario non vuol certo dire che sia ineseguibile. La responsabillità di trovare un impasto timbrico idoneo è pertanto affidata all'interprete.

Alberto Rasi, celebre violista da gamba che non necessita di presentazioni e che abbiamo già incontrato in queste pagine con eccellenti esecuzioni bachiane, connota questa splendida incisione per l'etichetta Challenge Classics con due scelte specifiche: l'utilizzo del manoscritto bachiano a noi pervenuto, che rispetto alla prima edizione si differenzia in alcuni casi per la scansione dei brani che costituiscono l'opera, e l'uso di un consort di viole da gamba con un violino e l'organo per la creazione dell'organico strumentale.

Entrambe le scelte, ma soprattutto quella per l'organico, connotano come detto in maniera precisa l'esecuzione. Giova ribadirlo: così come non è necessario essere architetti per apprezzare le caratteristiche di un edificio gotico, non è necessario essere musicisti o compositori per apprezzare in ogni caso questo capolavoro. La fruizione della componente puramente musicale deve però essere aiutata, e senza dubbio è sicuramente vincente questo organico di soli archi scelto da Alberto Rasi, mai eccessivo nelle dinamiche, quasi timoroso di invadere un ambito estraneo, ma tuttavia sempre chiarissimo e luminoso nell'evidenziare la sovrapposizione delle voci creando, come si diceva, stupore per l'apparente facilità con la quale vengono utilizzate regole rigidissime che sotto la penna di Bach, come sempre, perdono la freddezza della pura teoria per diventare musica assoluta. Scelta quindi vincente e, sono sicuro, entusiasmante per chi ha avuto il privilegio di eseguirla.

Esaltazione della logica e della numerologia sublimata in arte assoluta, complicazione trasformata in apparente semplicità, in una sorta di materializzazione sonora dell'altrettanto complicato ma perfettamente organizzato intrico di collegamenti neurologici del nostro cervello. Bach ci ha concesso il privilegio di essere partecipi di un evento miracoloso che si ripete ogni volta che riteniamo essere in grado di affrontarlo e materializzarlo. Non accade spesso, ma accade, come in questo caso con questa registrazione di Alberto Rasi con l'Accademia Strumentale Italiana.

Pubblicato in: 
GN5 Anno XIII 7 dicembre 2020
Scheda
Titolo completo: 

Johann Sebastian Bach

Die Kunst der Fuga (Nus. ms. Bach P200)

Accademia Strumentale Italiana

Alberto Rasi
Rossella Croce, violino
Alberto Rasi, treble viol
Claudia Pasetto, tenor viol
Paolo Biordi, bass viol
Michele Zeoli, violone
Luca Guglielmi, organ

CD Challenge Classics CC72842