Leopoli-Cencelle. Il sogno medievale

Articolo di: 
Nica Fiori
Cencelle. Veduta della città

“Il sogno di un papa”, ovvero “Forma e vita di una città medievale. Leopoli-Cencelle” è il suggestivo titolo di una mostra archeologica che si tiene nel complesso dei Mercati di Traiano dal 3 aprile al 27 luglio 2014.

Il sogno cui si allude è leggendario, ma bene si inserisce nella tradizione, inaugurata dall’imperatore Costantino, del sogno inteso come realizzazione di un volere divino, che più volte ha contraddistinto l’operato dei pontefici nella fondazione di chiese (come avvenuto, per esempio, per Santa Maria Maggiore e Santa Maria del Popolo), e in questo caso di una città.

Come racconta Gregorovius, il massimo storico del medioevo, dopo che l’antica Centumcellae (odierna Civitavecchia), con il suo porto di Traiano, era stata cinta d’assedio dai Saraceni nell’813 e più tardi distrutta, i suoi abitanti vivevano in scomodi rifugi nelle vicine gole dei Monti della Tolfa, presso l’attuale Allumiere. La città sembrava destinata inesorabilmente a sparire e allora Leone IV scelse per i suoi abitanti un’altra località, situata su una collina a 12 miglia verso l’interno. E su suo ordine vi furono edificate chiese, case, mura, porte. La nuova città venne inaugurata nell’anno VIII del suo pontificato, il 15 agosto dell’854, con cerimonie analoghe a quelle della Città Leonina nel Vaticano, e le fu dato nome Leopoli.

Ma né la città, né il suo nome durarono a lungo. In ricordo del luogo d’origine i suoi abitanti la chiamarono ben presto Cencelle (contrazione di Centumcellae) e, dopo la liberazione del litorale laziale dai Saraceni, nell’889 decisero di ritornare nella città costiera, che da allora si chiamò Civitas Vetula, poi Civitavecchia.

Nella Grande Aula dei Mercati traianei una simbolica porta con l’epigrafe di Leone IV, che era posta sulla porta orientale della città, introduce alla prima sezione espositiva, quella relativa alla nascita di Leopoli. “Benché questa città si erga fondata su un piccolo spazio, tuttavia nessuna guerra di uomini sarà in grado di nuocerle, si ritiri di qui il feroce soldato, si ritiri ormai il nemico in quanto che nessuno può violare questa città”: sono le parole augurali del pontefice che si riferiscono a un’epoca contrassegnata dalla paura delle navi di pirati musulmani che infestavano il Tirreno.

Un bel plastico ricostruisce la città, al cui interno si trovano la chiesa cattedrale di San Pietro, con annesso cimitero, e quella di San Leone. Trattandosi di una città vescovile, le strutture architettoniche sono di buon livello con recinzioni ed elementi di decorazione in marmo bianco, realizzati dalle botteghe papali a Roma ed esposti in mostra. Le case dovevano essere per lo più in legno, in linea con gli altri abitati altomedievali, come è stato possibile verificare con la ricerca archeologica.

il percorso espositivo prosegue all’ultimo piano offrendo la possibilità di leggere lo sviluppo del sito nelle due fasi successive, quella di “realtà comunale stabile” e infine, la sua “riconversione in azienda agricola”, correlata all’estrazione di allume (prodotto utilizzato nella concia delle pelli e nell’industria tessile per fissare i colori), alla metà del secolo XV. La documentazione scritta ci attesta che nel 1532 Cencelle, ormai definita “tenuta”, è affittata al cardinal Farnese e che nel 1582 passa definitivamente alla Camera Apostolica.

Particolarmente interessanti sono i manufatti relativi alla fase comunale dell’abitato, quando, venuta a cessare la funzione vescovile della città, nel riassetto territoriale che prevede la rifioritura di Civitas Vetula, Cencelle continua a vivere con una sua autonomia (anche se tendenzialmente legata all’autorità pontificia) e nel XII secolo ridisegna, portandola a compimento entro il XIV secolo, la sua nuova forma urbana, oggi rimessa in luce dagli scavi archeologici.

Noti da dati materiali, oltre che da documenti catastali, sono alcuni artigiani, che dovevano rappresentare il ceto produttivo della città: sono infatti presenti due fabbri, un fabbricante di stoviglie, un calzolaio, dei mugnai, alcuni tavernieri. Di particolare interesse risulta la presenza di un ioculator, personaggio tra il menestrello, il musicista, il poeta, che doveva organizzare eventi ludici e insieme rappresentativi della città e del suo potere.

Gli scavi archeologici hanno restituito i luoghi nei quali gli artigiani dovevano esercitare i loro mestieri e una serie di oggetti di uso quotidiano, tra cui anche fibbie, bottoni, materiali per la tessitura e il cucito. Tra le curiosità esposte ci sono un elemento in avorio del gioco degli scacchi raffigurante una testa di moro, e una “patacca”, ovvero un anello con pietra falsa.

Tra le ceramiche esposte, alcune, anche se frammentarie, ci colpiscono per la raffigurazione di animali reali e fantastici, che sicuramente dovevano attrarre l’uomo medievale. Si va dall’Agnus Dei, di chiara connotazione religiosa, all’oca e alla rappresentazione di un drago su un boccale di maiolica arcaica.

Decisamente suggestive sono le fotografie che illustrano la realtà attuale del sito: nella città diruta appaiono murature e resti di torri, e perfino una cripta. Viene voglia di scoprire questi resti con un’escursione a piedi, ma conviene affrettarsi prima che l’estate faccia ricomparire le vipere che sicuramente sono di casa in questo luogo che ha subito un abbandono plurisecolare.

Pubblicato in: 
GN22 Anno VI Numero doppio 10-17 aprile 2014
Scheda
Titolo completo: 

FORMA E VITA DI UNA CITTA’ MEDIEVALE
LEOPOLI – CENCELLE

Roma, Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali
Via Quattro Novembre, 94

Orari: ore 9.00-19.00
Chiuso il lunedì; la biglietteria chiude un’ora prima

€ 11,00 biglietto integrato Mostra + Museo intero;
€ 9,00 biglietto integrato Mostra + Museo ridotto;
gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente