La lista di Lisette. Quando la storia incontra l'arte

Articolo di: 
Elena Romanello
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Susan Vreeland, acclamata autrice di diversi libri che hanno al loro centro l’arte del passato e donne legate alla medesima, da La passione di Artemisia a La vita moderna, è tornata nelle librerie italiane, oltre che in visita nella nostra penisola, con La lista di Lisette (Venezia, Neri Pozza, 2014), un nuovo romanzo sempre incentrato su Storia, donne e pittura.

Mentre nei libri precedenti aveva spesso raccontato storie vere di artiste, a cominciare da un’icona femminista come Artemisia Gentileschi, stavolta Susan Vreeland mette insieme storia e invenzione facendo prevalere quest’ultima, visto che Lisette, la sua nuova eroina, è un personaggio totalmente inventato, anche se incontrerà varie figure storiche a cominciare da, come suggerisce la copertina, Marc Chagall.

Lisette, ragazza parigina nei tumultuosi anni Trenta, orfana ma con un grande amore del bello e dell’arte, si trasferisce, spinta dal marito André che vuole stare vicino al nonno, in un villaggio sperduto della Provenza, dove all’inizio non si trova a suo agio. Ma riuscirà a trovare una sua strada e a mettere a frutto la sua passione per il bello e l’arte quando la Seconda guerra mondiale scoppierà con tutta la sua forza e anche la Provenza sarà invasa da nazisti razziatori di esseri umani e quadri.

La lista di Lisette ha diviso abbastanza i suoi lettori e soprattutto lettrici: c’è chi ha apprezzato lo sfondo storico, comunque interessante, i riferimenti artistici, vari e abbastanza documentati perché la Provenza ha ispirato immagini e parole, il richiamo ad una delle tante barbarie naziste, la razzia delle opere d’arte, parte delle quali mai ritrovate nonostante quello che fanno credere in certi polpettoni a stelle e strisce, e c’è chi è rimasto un po’ perplesso di fronte ad un intreccio alla fine molto in stile romanzo rosa, ad una Provenza da cartolina e turistica, da un insieme di luoghi comuni che appesantiscono la storia senza aggiungere granché, da una visione alla fine irreale del tempo di guerra.

La verità può essere, come spesso succede, nel mezzo: La lista di Lisette è un libro che si lascia leggere, che parla di un’epoca lontana ormai ma ancora molto sentita e sulla quale forse è giusto continuare a sprecare parole e storie, che vuole strizzare l’occhio anche ad un pubblico non dotto con storie d’amore e simili ma che comunque riesce a non cadere nei clichés stile Harmony e dintorni, tenendo conto di quanto in basso è scesa ultimamente certa letteratura rosa al femminile.

Senz’altro Susan Vreeland era più a suo agio raccontando le storie romanzate di donne realmente esistite, come Artemisia o la Emily del curioso L’amante del bosco: Lisette, pur rappresentando un rapporto interessante di una donna con l’arte, quello della gallerista che protegge e colleziona le opere degli artisti aprendone la fruizione per gli altri, a tratti manca un po’ di carisma e proposititivà, sempre la classica orfanella da romanzo popolare in cerca d’amore ma senza grandi approfondimenti. Eppure l’autrice l’ha amata molto e l’ha sentita vicina a sé, più delle altre donne di cui ha raccontato o meglio riraccontato la storia.

La lista di Lisette è un romanzo comunque piacevole per chi ama arte e Storia, con spunti interessanti, ma vuole comunque essere più popolare e meno “dotto” delle opere precedenti della Vreeland. Meglio iniziare se non la si conosce dagli altri titoli precedenti, considerando questo una storia più leggera ma non priva di elementi che appassionano, accanto ad altri un po’ stucchevoli e meno incisivi.

Pubblicato in: 
GN16 Anno VII 5 marzo 2015
Scheda
Autore: 
Susan Vreeland
Titolo completo: 

La lista di Lisette, Venezia, Neri Pozza (collana I narratori delle tavole), 2014, 438 p. € 18,00.