L'uomo con i pugni di ferro. Questione di stile

Articolo di: 
Alessandro Menchi
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Ispirato al cinema d'arti marziali cinese, in particolare il Wuxiapian e il Gungfu movie, L'uomo con i pugni di ferro - nelle sale dal 9 maggio - è un'opera prima veloce e pirotecnica, in cui il regista (nonché protagonista e co-sceneggiatore) RZA, leader della storica rap crew americana Wu Tang Clan, fa confluire un ramificato universo subculturale che da oltre vent'anni “contamina” il cinema contemporaneo. Quell'universo postmoderno che mescola hip hop e kung fu (in particolare il cinema targato Shaw Brothers), western e blaxpoitation (con tanto di cameo di Pam Grier), fumetto e buddhismo zen (cameo anche per Gordon Liu, il Pai Mei di Kill Bill vol.2), e che, proprio come il film, ha in Tarantino il suo patrocinatore. Peccato però che RZA non è Tarantino, e che combattimenti barocchi, fiumi di sangue e musiche incalzanti non implicano nemmeno una goccia d'adrenalina se non sono combinate secondo uno stile coerente e organico.

La trama si articola attorno a uno scontro fra clan. Sette per l'esattezza, tutti ispirati ad animali diversi e con diversi stili di combattimento. Ognuno di essi controlla un quartiere di Jungle Village, un fantasioso villaggio della Cina tardo-ottocentesca in cui regna la violenza. Ognuno di essi ha messo gli occhi sull'immenso carico d'oro governativo che sta per transitarvi. E ognuno di essi si fa forgiare le proprie armi da Blacksmith (RZA), un misterioso fabbro afroamericano che sogna di mollare tutto e di fuggire con la propria amata Lady Silk (Jamie Chung), la più bella prostituta del bordello locale, gestito dall'ambigua Madam Blossom (Lucy Liu). A rendere la situazione ancora più esplosiva, l'arrivo al villaggio di tre temibili guerrieri: Jack Knife (Russell Crowe), soldato inglese ramingo col vizio dell'oppio, delle donne e dei coltelli; Brass Body (David Bautista), mercenario amorale col fisico d'ottone; e Zen Yi / X-Blade (Rick Yune), formidabile lanciatore di coltelli che cerca vendetta per l'assassinio del padre, Gold Lion (Chen Kuan Tai), capo del clan dei Lion a cui inizialmente era stato affidato il tesoro.

L'uomo con i pugni di ferro è RZA. È la proiezione autentica del suo immaginario, l'espressione fedele e cinematograficamente compiuta di quel fuoco che ne ha forgiato l'intera carriera artistica e musicale, caratterizzata, oltre che dalla fondazione del Wu Tang Clan, dalla composizione delle colonne sonore di film come Ghost Dog di Jim Jarmusch, Kill Bill e Django di Quentin Tarantino. In questo senso il film trova nella passione e nella pertinacia che ne ha animato la creazione un cuore genuinamente autoriale. Ma laddove c'è tanto cuore non è detto che ci sia anche altrettanta bellezza.

La prima pecca che salta all'occhio è l'assenza di alcuni passaggi narrativi fondamentali, figlia probabilmente dell'esigenza produttiva di ridurre un materiale destinato a due episodi a uno solo. Tale assenza, tuttavia, di per sé non inficerebbe un film come questo che, attingendo abbondantemente al genere (in questo caso più generi), con tutti i suoi archetipi e i suoi stilemi, può tranquillamente permettersi di riempire di adrenalina obnubilante qualsiasi buco di sceneggiatura. Ma, e qui sta il vero problema, l'adrenalina tanto inseguita non viene mai afferrata. Non basta riempire la pellicola di duelli fatali e massacri scenografici per garantirsela. Anzi, proprio l'onnipresenza di questo tipo di sequenze non da modo e tempo alla tensione narrativa di accumularsi. Tutto sembra avere un che di meccanico (e talvolta persino di involontariamente comico), compresi gli stessi personaggi, sulla carta carismatici e sfaccettati, ma che purtroppo vengono ridotti quasi a character da videogioco. Soprattutto Blacksmith, mai veramente protagonista, a cui peraltro non giova la sonnolente inespressività a palpebra ammezzata di RZA.

Il vero difetto sta nelle scelte espressive. Regna per tutto il film una dissonanza stilistica mai risolta, che va dai pessimi abbinamenti suono/immagini, all'(ab)uso di uno stile le cui varianti (rallenty, bianco e nero, split screen, ecc..) odorano di manierismo, laddove ad esempio potevano essere impiegate per la ben più nodale questione della differenziazione dei personaggi e dei mondi di cui essi sono portatori. L'uomo con i pugni di ferro nasce da un'ottima idea ma, putroppo, contiene troppa ruggine.

Pubblicato in: 
GN27 Anno V 14 maggio 2013
Scheda
Titolo completo: 

L'uomo con i pugni di ferro
(The man with the iron fists)
GENERE: Arti marziali, Azione
REGIA: RZA
SCENEGGIATURA: RZA, Eli Roth
ATTORI: Russell Crowe, Jamie Chung, Lucy Liu, RZA, Pam Grier, Rick Yune, Cung Le, Dave Bautista, Gordon Liu, Zhu Zhu

Uscita al cinema 9 maggio 2013

FOTOGRAFIA: Chi Ying Chan
MONTAGGIO: Joe D'Augustine
MUSICHE: Howard Drossin
PRODUZIONE: Iron Fists
DISTRIBUZIONE: Universal Pictures
PAESE: USA 2012
DURATA: 95 Min
FORMATO: Colore