Marsilio. I Re Magi raccontati da Franco Cardini

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
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Quale possa essere il confine che separa la leggenda dalla storia, in riferimento alla vicenda dei Re Magi, di cui si parla e racconta nel vangelo canonico di Matteo, è il tema essenziale intorno al quale si sviluppa la ricerca intellettuale del grande storico Franco Cardini, sfociata in un libro edito dalla casa editrice Marsilio, collana I Nodi, intitolato I Re Magi.

Nella prefazione al suo pregevole libro, la cui lettura è emozionante e coinvolgente, Cardini, da grande studioso, osserva che i Magi possono, per come sono stati rappresentati nei drammi liturgici e nell'iconografia occidentale, corrispondere a una figura archetipica, che secondo Carl Gustav Jung rinvia alle strutture profonde dell’inconscio. In base al racconto evangelico di Matteo, Gesù è il Messia, che discende da David e con la cui nascita si ha il compimento della profezia contenuta nel Vecchio Testamento. Cardini all’inizio del suo libro si pone l’interrogativo, ovvio per uno storico, volto a capire come siano stati descritti i Magi lungo i secoli dai grandi pensatori e scrittori.

Per Eraclito i Magi erano i detentori e depositari di oscuri culti misterici; Erodoto, invece, pone l’accento sulla provenienza etnica dei Magi, sostenendo che formavano una tribù, tra tante altre, all’interno della quale si distinguevano i medi, casta sacerdotale; Plutarco, nel suo testo Iside ed Osiride, li descrive come esponenti di una tradizione magica, la cui essenza rimane inafferrabile. Secondo il racconto di Matteo, i Magi provengono dall’Oriente seguendo una stella, la quale appare in cielo nello stesso giorno in cui avviene la nascita del principe di Israele. La loro ricerca suscita preoccupazioni e grandi timori in Erode il grande, che teme di vedere insidiato il suo potere personale.

Cardini nota che vi è una singolare somiglianza tra la nascita di Gesù nella grotta, luogo per eccellenza ierofanico, e quella di Mithra, da cui ha tratto origine il culto del Mithraismo. In base alle fonti, che nel corso dei secoli si sono sovrapposte fino a confondersi in un groviglio di dati inestricabile, la leggenda dei Magi si è diffusa tra il VI ed il IX secolo in un'area geografica che comprendeva la Siria, l’Armenia e la Caldea. Lo Pseudo-Beda è l’autore della descrizione dell’aspetto e della fisionomia dei Magi: Melchior era vecchio e canuto, aveva i capelli e la barba sciolti e indossava una tunica color giacinto e un mantello arancione; Caspar possedeva l’aspetto imberbe e il viso innocente, dovuto alla giovane età; Balthasar era cupo in volto e dall’incarnato scuro.

In base a una tra le tante interpretazioni sorte intorno ai Re Magi, è maturata la convinzione che bisognava attribuire un valore simbolico alle loro diverse età, giacché rappresenterebbero i tre momenti fondamentali della vita dell’uomo: la giovinezza, la maturità e la vecchiaia. I Magi, secondo il racconto della leggenda e quello evangelico di Matteo, depongono ai piedi del bambino, appena nato, i doni e si inchinano in modo differente di fronte al nuovo principe di Gerusalemme. Sia l’offerta dei doni sia l’atto della adorazione dimostrano che i Re Magi sono consapevoli della divinità di Gesù, secondo la tesi approvata e sostenuta dai padri della chiesa, quali Origene, Ilario, Ambrogio e Giovanni Crisostomo. Nei sermoni di Leone Magno si coglie e si trova una spiegazione molto profonda del valore simbolico dei doni offerti dai Magi a Gesù. L’oro viene offerto perché egli è Re, l’incenso perché è Dio, e la mirra perché è mortale come tutti gli uomini. Dal III secolo D.C. la stella che compare in cielo, il giorno della nascita di Gesù e guida i Magi nella loro ricerca, viene da diversi pensatori considerata  come la manifestazione della grazia divina, che assume le sembianze dell’angelo.

L’episodio storico che diede alimento al culto dei Magi, secondo Franco Cardini, è la traslatio, ossia il trasferimento delle loro reliquie dalla città di Milano, ribelle al potere imperiale, a quella di Colonia. Questo evento, centrale per capire l’origine del culto di Magi, è avvenuto  il 1164 D.C. I testi in cui si racconta le vicenda dei Re Magi, in base alle fonti storiche più rilevanti, sono dovuti a Marco Polo, autore del Milione, a Iacopo da Varazze, a Giovanni Hildesheim. Il tema dei Magi, nella storia iconografica occidentale, è presente in sculture, affreschi, dipinti e pale di altari. In particolare è l’esotismo che compare ad esempio nel dipinto di Masaccio, in cui i Magi sono raffigurati per metterne in evidenza la eleganza regale delle vesti. Questo dipinto è conservato allo Staatliche Museum di Berlino. Il capolavoro assoluto, in cui compaiono i Magi e la raffigurazione della loro leggenda, è la pala di altare dipinta da Gentile da Fabbriano, che si trova alla galleria  degli Uffizi a Firenze. Il Beato Angelico, nella cella numero 39 del convento San Marco di Firenze, ha in modo magistrale dipinto l’adorazione dei Magi al cospetto di Gesù. Questo di Franco Cardini è un libro colto e raffinato di grande valore culturale.

Pubblicato in: 
GN20 Anno X 27 marzo - 3 aprile 2018
Scheda
Autore: 
Franco Cardini
Titolo completo: 

I Re Magi. Leggenda cristiana e mito pagano tra Oriente e Occidente, Venezia, Marsilio, 2016. Collana "Nodi". Pp. 192 con 16 pp. di illustrazioni a colori. 18,00 euro.