Mitchell Cohen. La politica all'Opera da Monteverdi a Mozart

Articolo di: 
Livia Bidoli
Mitchell Cohen

Il libro del Professor Mitchell Cohen, musicologo della Baruch University di New York, edito dalla Princeton University Press, è arrivato alle stampe in formato molto elegante e massiccio: sono oltre 600 pagine, ricche anche di illustrazioni, che convergono tutte sul titolo del libro: The Politics of Opera: A History from Monteverdi to Mozart, in italiano non ancora tradotto ma che suona così: La politica all'opera. Un percorso storico da Monteverdi a Mozart.

Dopo un'ampia introduzione di più di trenta pagine – preparatevi, leggere questo libro è un arduo seppur piacevole compito –, scopriamo che Machiavelli e la sua moderna teoria politica sono al centro di questo percorso storico alla ricerca delle radici e delle convergenze politiche nell'opera. Atto coraggioso che riflette come la pregnanza "machiavellica" abbia rivestito un posto di prestigio anche nel regno della musica. Ci chiediamo in che modo, ma è molto semplice: prendendo Il Principe del sovracitato Machiavelli, lo si sposta, con le dovute proporzioni e geografie, nell'ambito dei protagonisti delle opere del '600 e del '700, lasciandogli presentare, "cantando" sul palcoscenico, le loro problematiche principali e come le hanno risolte o tentato di risolvere (dietro ogni fallimento un insegnamento).

Il Professor Cohen mette al centro del suo discorso l'Orfeo di Monteverdi, che, come sappiamo tutti, data la prima opera lirica "moderna" insieme al teutonico Der Freischütz di Weber – quindi l'Orfeo nel 1607 insieme anche all'altra opera di Monteverdi, L'incoronazione di Poppea (1642-1643) con protagonisti Poppea e Nerone: ed è proprio in quest'ultima che secondo Cohen è evidente il piano machiavellico, nel comportamento di Nerone e Poppea, che eliminano con crudeltà e freddezza i loro rivali, compreso Seneca, conferendo all'eroe negativo Nerone la voce di un soprano interpretato da un castrato, a sottolineare come la virtù non è nella moralità di Seneca ma nel trionfo politico sebbene ingiusto, di un folle che segue a menadito – accecato dal potere –l'ordito machiavellico riassunto dal detto "il fine giustiifca i mezzi". 

Meno convincente appare la sua critica a Mozart e al suo Die Zauberflöte (Il flauto magico), in cui non si profila una diretta evidenza di che cosa avrebbe pensato Mozart del regno del Terrore durante la Rivoluzione Francese e di come lo abbia traslato nelle sue opere: è evidente invece che la sua fobia per l'autorità è chiara soprattutto nel suo Zauberflöte, dove l'essere più illuminato è Sarastro, spinto da una ragione pacata eppur ferma mentre la machiavellica Regina della Notte è definitivamente sconfitta dalla luce della ragione e dall'amore dei protagonisti.

Un profondissimo studio per specialisti che intriga e fa riflettere anche l'inesperto ma cultore di opera e di politica.

Pubblicato in: 
GN6 Anno XI 10 dicembre 2018
Scheda
Titolo completo: 

The Politics of Opera: A History from Monteverdi to Mozart
Autore    Mitchell Cohen
Edizione    illustrata
Editore    Princeton University Press, 2017
ISBN    0691175020, 9780691175027
Lunghezza    477 pagine

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