Monaco. Bayerische Staatsoper. La gotica sirena di Dvořák

Articolo di: 
Teo Orlando
Rusalka

Il 9 novembre 2012 la storica venue del Nationaltheater di Monaco ha visto la seconda rappresentazione della Rusalka di Antonin Dvořák (1841-1904), una delle opere più celebri del compositore ceco. Si tratta di una fiaba lirica in tre atti composta da Dvořák tra il 1899 e il 1900, su libretto di Jaroslav Kvapil (1868-1950), e che ebbe la sua prima rappresentazione nel 1901 al Teatro Nazionale di Praga.

L’ispirazione immediata viene dai racconti di due scrittori boemi, Karel Jaromír Erben and Božena Němcová, ma i due testi letterari di riferimento sono piuttosto da individuare nel racconto Undine dello scrittore tedesco Friedrich de la Motte Fouqué (che poi lo rielaborò trasformandolo nel libretto per l’opera omonima dell’amico scrittore e musicista E. T. A. Hoffmann), e nella fiaba La sirenetta di Hans Christian Andersen.

La trama è relativamente semplice, nonostante una certa difficoltà a individuare i personaggi, che non hanno nomi: sono piuttosto contrassegnati con appellativi che designano la loro natura o il loro tipo di azione (sono quasi ridotti a una sorta di essenza attanziale, per usare la terminologia di Algirdas Julien Greimas). Le uniche eccezioni sono la protagonista Rusalka (la ninfa dell’acqua) e la strega Ježibaba, che hanno mantenuto i loro nomi in lingua ceca.

L’esordio vede tre ninfe dei boschi mentre prendono in giro il folletto dell'acqua (in ceco Vodník, in tedesco Wassermann, in inglese Water goblin), che cerca di catturarne una. Rusalka, invece, desidera fuggire dall’elemento liquido in cui vive e vorrebbe ricevere un'anima così da poter provare amore per un essere umano, benché il folletto (suo padre) la metta in guardia contro i pericoli che potrebbero scaturire da una simile decisione. Si rivolge così alla strega Ježibaba, implorandola di concederle attributi umani. La strega accetta, ma la contropartita è alta e rischiosa: Rusalka perderà la capacità di parlare. Inoltre, se non dovesse conquistare l'amore di un essere umano, sia lei sia il suo amante saranno dannati per sempre. Subito dopo, un principe durante una battuta di caccia segue le tracce di un cervo bianco fino a incontrare Rusalka. Subito conquistato da lei, la porta con sé nel suo palazzo.

Nel secondo atto, durante i preparativi per una festa di danza, un guardacaccia apprende da un inserviente che il principe vuole sposare lo “strano essere” che aveva portato a casa dal bosco una settimana prima, benché sia disperato per il suo costante silenzio e per la sua mancanza di calore. Subito dopo, una principessa straniera si allontana con il principe, mentre Rusalka rimane da sola. Il folletto dell'acqua intanto le rende visita e lamenta il suo destino. Quasi per un miracolo, Rusalka riprende a parlare, ma nel contempo vede sé stessa come una prigioniera in un regno sospeso tra la vita e la morte. Intanto, la principessa straniera ha conquistato il cuore del principe, che decide di abbandonare Rusalka. Ma il folletto dell'acqua lo minaccia, sostenendo che non sarà mai in grado di lasciare il suo abbraccio.

Nel terzo atto troviamo Rusalka disperata che chiede di nuovo aiuto alla strega Ježibaba, la quale con grande crudeltà la ammonisce dicendole che solo lo spargimento di sangue del suo seduttore potrà riscattarla dalla maledizione e permetterle di tornare all'elemento acquatico. Rusalka, tuttavia, si rifiuta di prendere il coltello che le viene offerto cosicché le altre ninfe la cacciano. Intanto gli inservienti, turbati per il fatto che il principe sembra uscito di senno, vanno a chiedere consiglio alla strega Ježibaba, sostenendo che la vera colpevole è Rusalka. Ma il folletto dell’acqua è di diverso avviso: è il Principe che l’ha piantata, e Rusalka merita di essere vendicata. Sicché il principe, in preda alla disperazione, ritorna sui suoi passi, ritrovando Rusalka e supplicandola di dargli il bacio che concluderà la sua vita. Rusalka acconsente e, mentre il principe sta morendo, chiede pietà per la sua anima.

La struttura musicale e le invenzioni armoniche sono quelle tipiche di Dvořák, con echi del folklore boemo e moduli armonici tratti dalle sue più famose sinfonie (compresa la celeberrima Nona, “Dal nuovo mondo”), che però si intrecciano in questo caso con temi di evidente ascendenza wagneriana: così nel preludio, dove dominano i flauti, i clarinetti e dei violini quasi smorzati e melancolici, si rintracciano temi che rimandano al Rheingold; anche motivi dal Tristan und Isolde punteggiano l’opera, che, del resto, di wagneriano ha anche lo stesso mito dell’Ondina (si ricordi che Wagner pose tre ondine a protezione dell’oro del Reno). Di rilievo è l'uso del cosiddetto Tristan-Akkord, un singolare accordo dissonante che non richiede una soluzione, ma esige ulteriori sviluppi. Introdotto da Wagner, ha dei precedenti illustri in Beethoven (Sonata per pianoforte op. 31, n. 3), Schumann (Concerto per violoncello e orchestra) e soprattutto nel Lied "Ich möchte hingehn" di Franz Liszt: è l'accordo che esprime la follia d'amore e come tale venne usato da Skrjabin, Berg, Debussy, Britten e Hindemith. Dal preludio stesso si diparte poi quello che si può definire, wagnerianamente, il Leitmotiv di Rusalka, una struggente melodia in do minore, che quasi si spegne in un pianissimo, come nelle coeve sinfonie di Mahler.

In questa rappresentazione a Monaco si è scelto di rappresentare l’opera in originale ceco, con soprattitoli in tedesco, sotto la direzione musicale del maestro Mikhail Tatarnikov, proveniente da San Pietroburgo. Le parti principali sono affidate a Piotr Beczala (il principe), Heike Grötzinger (la principessa straniera) e Ana María Martinez (Rusalka). Quest’ultima riesce a esprimere con notevole immedesimazione quell’unione di spirito acquatico e terrestre che permea il personaggio. Rinunciando ai poteri connessi con la sua forma marina, ad un tempo istintivi e numinosi, si converte alla razionalità della forma umana, che però in qualche modo raffreddano le sue doti seduttive, che, come la sua stessa voce, diventano fredde e mute. La voce da soprano della Martinez è poi in grado di riprodurre perfettamente il canto più celebre dell’opera, quell’Inno alla luna a cui Rusalka chiede che preservi il sonno dell'amato (Měsíčku na nebi hlubokém), una delle romanze più profonde e commosse mai composte nell’ambito della musica tardo-romantica.

L’orchestra del Nationaltheater si mostra assolutamente all’altezza, soprattutto nel cesellare i passaggi di carattere descrittivo, che richiamano la forma del poema sinfonico. Notevole anche il duetto tra il principe (Piotr Beczala) e Rusalka alla fine del terzo atto, a cui l’orchestra conferisce un tono maestoso ed epico, con un effetto senz’altro melodrammatico, ma senza indulgere in inutili virtuosismi patetici. Del resto, la conclusione dell’opera ricorda, per la carica di redenzione contenuta negli ultimi atti trasfigurati di Rusalka, modelli insuperabili, come la chiusa del Faust di Goethe o del Parsifal di Wagner.

Una chiosa finale sulla messa in scena di Martin Kusej: costumi e scene sono essenziali e modernizzanti, con alcuni passaggi forse un po’ crudi, ma che rendono efficacemente la drammaticità dell’opera e che sottolineano in alcuni casi la brutalità dei personaggi, che proprio per questo trovano un’autentica redenzione nell’intenso finale.

Pubblicato in: 
GN3 Anno V 19 novembre 2012
Scheda
Titolo completo: 

Bayerische Staatsoper - Nationaltheater - Monaco
Antonín Dvořák
Jaroslav Kvapil
RUSALKA
Fiaba lirica in tre atti op. 114
In lingua ceca con soprattitoli in tedesco

Venerdì 9 novembre 2012

Direzione musicale: Mikhail Tatarnikov
Produzione: Martin Kušej
Palco: Martin Zehetgruber
Costumi: Heidi Hackl
Luci: Reinhard Traub
Coro: Sören Eckhoff
Drammaturgia: Olaf A. Schmitt.

Il principe: Piotr Beczala
La principessa straniera: Heike Grötzinger
Rusalka: Ana Maria Martinez
Il folletto dell'acqua: Günther Groissböck
La strega: Birgit Remmert
Il guardacaccia: Ulrich Reß
L'inserviente di cucina: Tara Erraught
Prima ninfa della foresta: Laura Tatulescu
Seconda ninfa della foresta: Angela Brower
Terza ninfa della foresta: Okka von der Damerau
Un cacciatore: Tim Kuypers

Bayerisches Staatsorchester
Chor der Bayerischen Staatsoper

Anno: 
2012
Voto: 
9