Montepulciano 42°. Il viaggio della stella a San Biagio

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Tractus Stellae, foto di insieme - Foto Irene Trancossi

La splendida cornice del Tempio di San Biagio, gioiello rinascimentale di Montepulciano, progettato da Antonio da Sangallo, il Vecchio, ha ospitato “Tractus Stellae”, (Il viaggio della stella) “dramma liturgico” in "canto gregoriano". Il Maestro Alberto Turco ha diretto due corali, la Nova Schola Gregoriana, con interpreti maschili, e la In Dulci Jubilo, con interpreti femminili. 

A San Gregorio Magno, viene attribuito il merito di avere stabilito la successione delle preghiere e dei canti nella Messa e di avere dettato le regole del canto ecclesiastico, che da lui prese il nome di “canto gregoriano”. Nell’età carolingia dall’incontro della liturgia romana con quella franca e germanica dal X secolo  soprattutto in area germanica emerse una nuova sensibilità  e si manifestò l’esigenza di affiancare alla rigida liturgia modi nuovi per coinvolgere maggiormente l’assemblea dei fedeli. Da qui la nascita di nuove forme musicali, che narravano in modo drammatico la vita di Cristo, forme che col tempo divennero sempre più “teatrali” . Nell’XI secolo si sviluppò il “dramma liturgico”, gli officianti si trasformarono in attori e nei testi oltre alla musica erano indicate anche la foggia dei costumi di scena.

Nella Biblioteca Metropolitana della Cattedrale di Zagabria si trova l’Agenda Pontificalis, uno dei codici più antichi che contiene vari esempi di drammi liturgici tra cui  il “Tractus Stellae”. Il Maestro Alberto Turco è un insigne studioso e docente, ha insegnato al Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma e Milano, e attualmente tra i vari prestigiosi incarichi ricopre quello di direttore artistico delle scholae maschili, Nova Schola Gregoriana di Verona e Gregoriani Urbis Cantores di Roma, e della schola femminile, In Dulci Jubilo di Verona.  All’inizio del concerto il Maestro stesso ha spiegato come il "Tractus Stellae" veniva inserito nella liturgia, dopo i riti della Vigilia dell’Epifania, durante il Mattutino, dopo i Salmi e prima del Te Deum conclusivo, si svolgeva il “dramma liturgico”.

La sua importanza è data dall’essere una delle versioni più arcaiche, una testimonianza molto antica, come dimostra la presenza di un testo a cui un’altra mano ha aggiunto a memoria Neumi in campo aperto per i tre Re Magi. Alberto Turco ipotizza che si tratti di un promemoria per il canto e le altre parti fossero recitate. Neumi in campo aperto sono la più antica modalità di scrittura musicale in epoca medioevale, sono notazioni che descrivono piccole formule melodiche applicate ad una sillaba. A questa notazione si aggiunse poi il rigo, ma solo con la riforma attribuita a Guido d’Arezzo nell'XI secolo si introdusse il tetragramma, i quattro righi, con cui fu possibile indicare ogni nota con la sua altezza, in modo di potere intonare con precisione qualunque nuovo canto.

Il Maestro Turco, vista la brevità del “dramma liturgico e per immergere l’auditorio nel clima dell’epoca, lo ha fatto precedere da alcuni canti gregoriani legati alla liturgia del Natale affidati al coro femminile. I cori femminili erano quelli delle monache, che cantavano in gregoriano durante i loro riti giornalieri nei conventi, ma mai con gli uomini e mai davanti all’assemblea dei fedeli. La schola femminile In Dulci Jubilo di Verona è un ottimo complesso, la versione al femminile del "canto gregoriano" è assai affascinante, il timbro è differente, più morbido, e insolito in quanto in genere è più consueto ascoltare cori maschili.

Il "dramma liturgico" inizia con l’entrata dei protagonisti: Re Magi, che sono i primi ad intonare il canto, poi l’incontro con Erode e gli Scribi, l’adorazione di Gesù con l’offerta dei doni:oro, l’incenso e la mirra e infine appare l’Angelo che invita i Magi a non tornare da Erode, scena che conclude il "dramma liturgico". Ad intervallare i brani vocali, natalizi e del "dramma liturgico" sono stati eseguiti intermezzi strumentali ispirati alla melodie del canto gregoriano composti da Giovanni Geraci per un ensemble di strumenti barocchi: due flauti dolci, arpa, violoncello con lo stesso Geraci con tamburello e triangolo, che hanno contribuito a creare un’atmosfera suggestiva.

La Nova Schola Gregoriana, maschile, è stata l’interprete ideale del dramma ricreando per gli spettatori l’atmosfera dell’epoca.  La Nova Schola Gregoriana e In Dulci Jubilo si sono alternati nel cantare il Te Deum finale, una violazione delle regole del tempo, una “libertà” che ha messo a confronto il diverso effetto timbrico delle voci maschili e femminili, esaltato dalla superba acustica del Tempio di San Biagio. Il pubblico, che ha molto apprezzato il concerto ha applaudito a lungo i bravi interpreti e il loro direttore.

Pubblicato in: 
GN39 Anno IX 28 luglio 2017
Scheda
Titolo completo: 

42° CANTIERE INTERNAZIONALE D'ARTE
Contemplazione ed Estasi
Direttore artistico e musicale Roland Böer | Coordinatore artistico Giovanni Oliva
dal 14 al 30 luglio 2017

Montepulciano Tempio di San Biagio
Giovedì 20 luglio 2017 21:30 |

TRACTUS STELLÆ
Il viaggio della stella - Dramma liturgico dell’Epifania

IN DULCI JUBILO (Coro, Chierici)
Letizia Butterin (solista), Laura Besutti, Paola Cardace,Piera Garbellotto, Maria Claudia,Gelmini, Emanuela Guizzon, Franceca Lateana, Andreika Srdoç

NOVA SCHOLA GREGORIANA (Re Magi, Erode, Angelo, Scribi)
Nicola Bellinazzo, Angelo Berra, Matteo Cesarotto,Cristiano Fumagalli, Gianlorenzo Maccalli, Andrés Montilla Acurero, Paolo Premoli, Marco Repetto,Manuel Scalmati, Mariano Zarpellon

Ensemble strumentale TRACTUS
Martina Baratella violoncello
Raffaella Bortolini flauto
Carolina Putica flauto
Alessandra Sette arpa
Giovanni Geraci , tamburello e triangolo
intermezzi musicali di Giovanni Geraci

Alberto Turco direttore