Moonage Daydream. Il Messia alieno di Bowie

Articolo di: 
Livia Bidoli
Moonage Daydream

Il film dedicato a David Bowie, Moonage Daydream,, presentato a Cannes quest'estate, inizia con una citazione da Nietzsche sulla ricerca del significato e del senso della propria vita, alchè ascoltiamo David Bowie proferire: “Tutte le persone, non ha importanza chi siano, sperano di apprezzare di pìu’ la vita ma è cosa fai nella vita che è importante e non quanto tempo hai o cosa desideravi fare. La vita è fantastica.” Diretto e montato da Brett Morgen, che ha diretto un altro bio film su Kurt Cobain, ovvero The Montage of Heck (2017), ci guida in una galassia popolata da fantasmi di varia natura, e da una stella materializzatasi alla fine del percorso del poliartista David Bowie: una Blackstar che irradia una luce sconvolgentemente accecante.

La via di Zarathustra (Also sprach Zarathustra, Così parlò Zarathustra, opera "sciamanica" del fllosofo tedesco scritta tra il 1883 e il 1885) è in qualche modo traslata da Bowie nel suo Ziggy uscito il 16 giugno 1972 (The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars), l'alieno messia proveniente da spazi lontani e desueti per gli esseri umani: una sorta di Oltreuomo (l'Übermensch nietzschiano) che rivaluta lo stesso messaggio nichilista in modo apertamente critico, seguendo il titolo dell'album, ovvia palingenesi della famosa operetta a firma Bertold Brecht/Kurt Weill: L'ascesa e la caduta della città di Mahagonny (Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny), vietata nel 1933 dai nazisti al potere.

Un altro concetto nietzschiano è ben presente in Ziggy, Dioniso nella sua potente forma di dio dell'ebbrezza e delle libertà piu' assolute, iconoclasta e orgiastico, legato ad un'altra influenza di Bowie, quella del mago inventore della dottrina di Thelema, il ben piu' nefasto Aleister Crowley della Golden Dawn , l'Aurora Aurea , associazione di cui facevano parte all'inizio del Novecento molti poeti e scrittori come Yeats, Conan Doyle, Meyrink, Algernon Blackwood, Arthur Machen, di cui si intravedono notazioni in Station to Station (1976). La stessa track finale di Ziggy Stardust, ovvero Rock'n'Roll Suicide, rimanda al rito sacrificale del suicidio/omicidio collettivo delle Baccanti, posto in essere per il rinnovamento della stirpe e provocata da uno scivolare del senso in un abisso i cui vortici non sono consapevolmente letti da chi vi partecipa.

Gli spazi dipinti da Morgen per Bowie rievocano paesaggi tra il lunare e le mille luci della via Lattea, tra pianeti del tutto sconosciuti e astronauti forse filmati da Stanley Kubrick come in 2001 Odissea nello spazio (2001: A Space Odissey,1968), o su altre "lune": una passeggiata tra il primo trans della storia, eppur definitivamente maschile con due mogli e due figli; un sesso ambiguo e manifestatamente addotto alle piu' svariate esperienze; una figura androgina e sensualissima adorata da donne e uomini, che intrecciava la Berlino del Muro com Heroes, con il Baal di Brecht, ammirato all'inverosimile anche da uno dei piu' grandi compositori di classica contemporanea come Philip Glass, che rifece Heroes in album e cui si deve un tributo a Glastonbury nel 2016, poco dopo che Bowie ha raggiunto un altro piano di esistenza. Con quella The Light, composta per lui da Philip Glass ai tempi di Heroes ed inserita nel film, la cui colonna sonora, va da sé, è magnifica, vogliamo concludere: un brillìo che non si è lasciato intrappolare dalle definizioni, che ha "venduto il mondo" (The Man Who Sold the World, 1970) esaltandolo nei suoi traumi, come la colonna sonora al film Christiane F. I ragazzi dello Zoo di Berlino (Christiane F. – Wir Kinder vom Bahnhof Zoo, 1981) con brani da Heroes, Low, Lodger e Station to Station; ed allo stesso tempo lo ha compassionevolmente amato in tutte le sue idiosincrasie, espondendole attraverso sé stesso. Bowie si definiva un "corpo vuoto", che continuamente indossava i panni di un altro, i "Changes" dell'omonima canzone, le ultime ceneri "Ashes to Ashes" si sono mutate in una "Star": lui ha scelto un colore per l'ultimo album, Blackstar, che è il nero, che riassume tutti gli altri e li racchiude entro sé stesso: un cromakey attraverso i suoni, le immagini, le tinte per una babilonia che cadde dal cielo (The Man Who Fell to Earth, 1976), accendendo le luci di una ribalta lunare.

Pubblicato in: 
GN43 Anno XIV 17 settembre 2022
Scheda
Titolo completo: 

Moonage Daydream
Regista: Brett Morgen
Genere: Documentario, Musicale, Biografico
Anno: 2022
Paese: USA
Durata: 140 min
Distribuzione: Universal Pictures

Uscita al cinema il 26 settembre 2022

Colonna sonora