La nave di Teseo. Eco e le sue conferenze sui giganti

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Sulle spalle dei giganti

Con una iniziativa editoriale degna di nota la casa editrice La nave di Teseo ha recentemente raccolto in un volume, impreziosito da illustrazioni e riproduzioni di opere d’arte, le lectiones magistrales tenute da Umberto Eco dal 2000 al 2015 al festival la Milanesiana.

Questi saggi  in sintesi racchiudono molti dei temi che il grande intellettuale, durante la sua attività di scrittore e studioso, ha trattato nella sua vasta opera letteraria. Il libro intitolato Sulle spalle dei giganti, si apre con una riflessione sul rapporto tra tradizione e innovazione, passato e presente, memoria e contemporaneità.

Il termine Modernus, con il quale si ha l’elogio della novità ed il rifiuto del passato, entra in scena quando si conclude nel V secolo D. C. l’epoca classica. In campo letterario tra il VII e il X secolo prende forma quella che è stata chiamata l’estetica isperica, uno stile letterario che si afferma in Spagna e si diffonde fino all’Inghilterra e alla Francia. Questa contrapposizione tra il nuovo stile letterario, dovuto all'estetica isperica, e la tradizione classica, evoca secondo Eco il contrasto tra lo stile retorico attico e quello dell’asianesimo. Virgilio Grammatico loda, nella sua opera Epistole nel VI secolo D. C., le nuove invenzioni lessicali, barocche e ricche di allitterazioni. Nel De Vulgari Eloquentia, Dante si considera, superando gli stilemi classici, l’inventore di una nuova lingua. In quanto innovatore, Dante teorizza e tratteggia le regole e i caratteri del volgare: illustre, cardinale, regale e cardinale.

Acutamente Eco osserva che, in ogni caso, non bisogna dimenticare che sovente l’elogio degli antichi è una posizione intellettuale prediletta dagli innovatori, con cui essi vanno alla ricerca delle ragioni con cui motivare le ragioni delle medesime innovazioni. Ad esempio San Tommaso ha rivoluzionato la filosofia cristiana, ma è evidente che per lui tutto il suo pensiero traeva origine dall'opera monumentale di Agostino d’Ippona. Eco ricorda che l’aforisma dei nani che camminano sulle spalle dei giganti è attribuito a Bernardo di Chartres; tuttavia si può ritenere che esso sia apparso sei secoli prima e il suo autore sia Prisciano di Cesarea. Ortega Y Gasset nel suo saggio su Galileo ha scritto, a proposito del rapporto tra passato e presente, che gli uomini stanno gli uni sulle spalle degli altri.

Nel libro è indimenticabile la lezione dedicata da Eco al tema della bellezza in rapporto alla storia dell’arte e all'estetica. La bellezza non è mai stata qualcosa di immutabile ma ha assunto volti diversi a seconda delle epoche storiche. Eco cita il testo famoso di Luca Pacioli De Divina Proportione. E ricorda la divina proporzione che si coglie nel celebre dipinto di Piero Della Francesca intitolato Flagellazione. Infatti per San Tommaso la proporzione è un carattere fondamentale della bellezza, insieme con la luce e l'integrità.

La luminosità è un attributo della bellezza poiché evoca la luce che si identifica con Dio e il divino. Diversamente dalla bellezza, il brutto si coglie ed è presente nelle cose turpi e incomplete. Il brutto, sottolinea acutamente Eco, implica una passione, appunto il disgusto e la ripulsa. La rappresentazione della malvagità e dell'indifferenza verso il divino fa emergere la bruttezza. Solo quando si afferma la sensibilità preromantica del sublime si ha piena consapevolezza dell'importanza del brutto nella storia dell’arte. Infatti il sublime definisce ciò che di grande ed incommensurabile vi è nell’orrido, nella tempesta, nelle rovine. Importante è ricordare la descrizione della bruttezza presente agli inizi della rivoluzione industriale nell’opera letteraria di Charles Dickens.

In un’altra di queste lezioni Eco diede una definizione dell’assoluto memorabile e profonda. Assoluto è tutto ciò che è privo di legami e ha una autonomia tale da non dipendere da nessuno. Pensare l’assoluto significa rappresentarsi qualcosa di inattingibile diverso da noi e distinto dalla nostra natura mortale. San Giovanni della Croce, grande poeta, di fronte alla impossibilità di rivelare e conoscere il volto e la fisionomia dell’assoluto, trova la sua felicità nell'espressione poetica, che si risolve in una forma compiuta con cui rappresentare questa tensione verso ciò che trascende la condizione umana.

Bella è la trattazione del rapporto tra relativismo e verità in un altro testo raccolto in questo libro. Il relativismo come dottrina filosofica nasce nell’Ottocento con il positivismo, in virtù del quale si afferma l'idea che sia impossibile conoscere la verità assoluta.  Per Nietzsche non esistono fatti ma solo interpretazioni. Pertanto si può ritenere che vi siano due nozioni di verità: proprietà semantica degli enunciati e proprietà della divinità.

Nel libro vi sono inoltre lezioni dedicate al tema della menzogna, del fuoco, del complotto e sulla natura fittizia dei personaggi letterari che somigliano a quelli della mitologia classica. Un libro da leggere con attenzione che gronda erudizione da ogni pagina.

Pubblicato in: 
GN19 Anno X 20 marzo 2018
Scheda
Autore: 
Umberto Eco
Titolo completo: 

Sulle spalle dei giganti, Milano, La nave di Teseo, 2017, p. 442, € 21.