Nemi. L'incanto di Prosseda al piano pédalier

Articolo di: 
Teo Orlando
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Il 4 ottobre 2015 la venue singolare costituita dal Museo delle Navi romane di Nemi (il museo venne costruito per volere di Mussolini, dopo il recupero delle navi appartenute all’imperatore Caligola, e che vennero purtroppo distrutte in un incendio appiccato dai nazisti in fuga nel 1944) ha ospitato un singolare e originalissimo concerto del pianista Roberto Prosseda, sotto l’egida dell’Accademia degli sfaccendati.

Prosseda, noto soprattutto per la registrazione dell’intero repertorio di Felix Mendelssohn-Bartholdy, compresi alcuni inediti ricavati dai suoi manoscritti, si è distinto per aver presentato anche a un pubblico più vasto musiche rare, come quelle di Petrassi e Dalla Piccola. Notevole anche la sua performance in tandem con TeoTronico, il pianista robot che ha sfidato il pianista umano.

A Nemi Prosseda ha presentato un ricco repertorio composto espressamente per piano-pédalier, uno strumento quasi dimenticato ma che merita di essere riscoperto e valorizzato.

Si tratta di uno strumento particolare, noto come pedalpiano in inglese o Pedalflügel in tedesco (in italiano si usa il termine francese), ossia di un pianofortedoppio”, in quanto al tradizionale strumento viene associata una pedaliera di tipo organistico, collegata con un secondo pianoforte. Lo strumento deriva dall’antico clavicordo con pedaliera, per il quale anche Johann Sebastian Bach aveva composto diversi brani. Tra i musicisti che possedettero e usarono tale strumento, si possono citare nientemeno che Mozart, Mendelssohn e Schumann: quest’ultimo, in particolare, scrisse delle musiche esplicitamente per piano-pédalier, con due delle quali Prosseda ha aperto il concerto. Si tratta dei “Sechs kanonische Etüden für den Pedalflügel” op. 56 e dei “Vier Skizzen für den Pedalflügel” op. 58. Lo stile è quello tipico di Schumann, a tratti richiamante la "Fantasia in do maggiore per pianoforte", op. 17.

Ma la pedaliera, che Prosseda “suona” utilizzando scarpe speciali appositamente concepite per la bisogna, conferisce alle armonie un particolare senso dell’equilibrio, quasi che fosse presente “Maestro Raro”, Friedrich Wieck, il maestro di musica e alter ego di Schumann (nonché padre della moglie Clara). Schumann si entusiasmò per il piano-pédalier perché la dimensione ariosa e quasi orchestrale dei suoi pezzi per pianoforte aveva bisogno di dialogare dialetticamente con uno strumento dal timbro diverso. Del resto, come lo stesso Prosseda ha osservato, la scrittura per la pedaliera non funge da mero supporto armonico, ma assume un ruolo preponderante ed esalta le potenzialità dialettiche dello strumento e il virtuosismo del solista, anche a livello gestuale. Occorre anche trovare un buon punto baricentrico del corpo, in modo tale che il movimento delle gambe e delle caviglie, che corrispondono rispettivamente al braccio e al polso nella tecnica pianistica, si interfacci con quello delle mani che suonano la tastiera tradizionale.

Tra i due pezzi di Schumann, Prosseda ha eseguito, in prima assoluta, anche un brano del compositore contemporaneo Francesco Fiore, il "Preludio e fuga" (2013), in cui il piano pédalier viene sfruttato per riprendere l’atmosfera dei contrappunti per organo di Bach

La seconda parte del concerto ha visto Prosseda eseguire musiche di ascendenza francese, cominciando con la "Fantasia e fuga in Si bemolle maggiore" op. 18 di Alexandre-Pierre-François Boëly, uno dei primi brani scritti appositamente per piano pédalier, benché oggi venga eseguito normalmente all’organo. Il brano viene suonato da Prosseda con brio e vivacità, piegando la pedaliera al registro grave che crea una sorta di terza dimensione nella percezione delle linee. 

Segue la "Marche funèbre pour une marionette" di Charles Gounod, musica famosa per essere stata la colonna sonora di una serie televisiva di Alfred Hitchcock. Benché Gounod conoscesse e scrivesse per il piano pédalier, questo pezzo era stato in realtà concepito per orchestra, ma l’intervento del compositore Giuseppe Lupis, che ha anche trascritto per pianoforte la suite progressive Tarkus di Keith Emerson, ne ha fatto un brano ideale per lo strumento suonato da Prosseda. 

Ma sono i brani conclusivi quelli che più hanno esaltato le potenzialità di questo strumento. Essi sono dovuti a Charles Valentin Alkan, una sorta di Liszt francese, ma ancora più eccentrico e “irregolare”, accompagnato spesso da una fama di “maledettismo” che lo ha mitizzato al di là del suo effettivo talento compositivo, comunque notevolissimo.

Alkan compose più di tre ore di musica per piano-pédalier, tra cui i "Dodici Studi per pedaliera sola" (alcuni pressoché ineseguibili), di cui Prosseda propone il primo, il quarto e il quinto. Vengono altresì eseguiti "Benedictus" op. 54, brano dai toni mistici, le "Preghiere" op. 64 e il terzo e quarto dei "Grandi Preludi" op. 66. Assistiamo così a un vero tripudio del virtuosismo e della polifonia, dove Prosseda dà prova di una notevole perizia strumentale, in particolare quando è “costretto” ad eseguire gli studi per sola pedaliera, quasi la risposta per piano pédalier ai "Capricci per violino solo" di Niccolò Paganini.  Anche i preludi sono da lui suonati con estrema abilità, a suggellare un concerto di livello e di rigore difficilmente eguagliabili. Segue un bis da Gounod, con Prosseda visibilmente provato ma anche entusiasta per aver offerto al pubblico queste rare gemme.

Al termine del concerto, intervengono numerose autorità, alcune delle quali (ad esempio il sindaco di Ariccia, tra gli sponsor del concerto), deplorano i sempre più consistenti tagli ai fondi da parte del Ministero dei Beni Culturali, che rischiano di far annullare le prossime stagioni programmate dall’Accademia degli Sfaccendati, l’organizzatrice principale del concerto.

Pubblicato in: 
GN43 Anno VII 8 ottobre 2015
Scheda
Titolo completo: 

Accademia degli sfaccendati

Nemi - Museo delle Navi romane
4 ottobre 2015, ore 19,30
Concerto dedicato al Piano-Pédalier
Roberto Prosseda

PROGRAMMA
Robert Schumann
(1810-1856)
Studi in forma di Canone
per piano-pédalier Op. 56 n. 1,2,4,5

Francesco Fiore (1967)
Preludio e Fuga per piano-pédalier
(brano scritto per questo concerto)

Robert Schumann (1810-1856)
4 Schizzi per piano-pédalier Op. 58

Alexandre-Pierre-François Boëly (1785-1858)
Fantasia e Fuga in Si bemolle maggiore Op. 18 nº 6

Charles Gounod (1818-1893)
Marche Funèbre pour une marionnette
(versione per pedal piano di Giuseppe Lupis)

Charles Valentin Alkan (1813-1894)
Benedictus Op. 54 per piano-pédalier
3 Studi per pedaliera sola n. 1, 4, 5
Preghiere Op. 64 per piano-pédalier n. 3, 5
Grandi Preludi Op. 66 per piano-pédalier n. 3, 4