The Northman. La leggenda di Amleto in versione vichinga

Articolo di: 
Teo Orlando
Northman.jpg

Robert Eggers, giovane regista statunitense già noto per The Witch e The Lighthouse, ritorna in grande stile con The Northman, film d'azione epico-fantastico del 2022, scritto insieme con il poeta islandese Sjón (pseudonimo di Sigurjón Birgir Sigurðsson). Il film si basa sulla leggenda di Amleth, resa immortale da William Shakespeare, e prevede un cast di alto livello, con Alexander Skarsgård, Nicole Kidman, Claes Bang, Anya Taylor-Joy, Ethan Hawke, Björk e Willem Dafoe. Le riprese si sono svolte da agosto a dicembre 2020 in località irlandesi e islandesi. Il film è stato presentato in anteprima mondiale a Stoccolma il 28 marzo 2022, e la sua uscita in Italia è prevista per il 22 aprile 2022, preceduta da una critica finora molto benevola, che lo ha acclamato, elogiando la direzione, i valori di produzione, le atmosfere e le performance degli attori.

Il giovane principe vichingo Amleth (Alexander Skarsgård) sta per diventare un uomo quando suo padre, il re Aurvandil (Ethan Hawke), viene brutalmente assassinato da suo zio, Fjölnir (Claes Bang), che poi rapisce sua madre, la regina Gudrún (Nicole Kidman). Fuggendo dal regno insulare in barca, il ragazzo giura vendetta. Due decenni dopo, Amleth è un berserker vichingo (ossia un ardito guerriero invasato dallo spirito di Odino/Wotan, che prima della battaglia lo fa piombare in uno stato mentale di furia, detto berserksgangr, fino a diventare insensibile al dolore e alla sofferenza), che fa irruzione nei villaggi slavi, non casualmente (forse con una decisione da post-produzione?) collocati nella zona di Kiev, l'attuale capitale dell'Ucraina: è lì infatti che i vichinghi, detti anche localmente vareghi, cominciarono la fondazione del primo Stato slavo orientale, la Rus' di Kiev, assimilandosi alle popolazioni di ceppo slavo.

In queste remote contrade una veggente (la cantautrice Björk nelle vesti di attrice) gli ricorda il suo voto: vendicare suo padre, salvare sua madre, uccidere suo zio. Amleth si finge così uno schiavo e si imbarca su una nave di schiavi diretta verso l'Islanda, dove pochi coloni stanno realizzando un esperimento sociale unico, quello di una terra senza re, ossia una sorta di repubblica per agricoltori liberi. Ivi giunto, si infiltra in incognito nella fattoria di suo zio con l'aiuto di Olga (Anya Taylor-Joy) una donna slava ridotta in schiavitù, e si propone di onorare il suo voto.

Il regista in una lunga intervista ha dichiarato che inizialmente non avrebbe voluto girare un film sui Vichinghi, ritenendo che si trattasse di un popolo composto da individui brutali, violenti e massicci, senza nulla di interessante. Sua moglie al contrario, era patita delle saghe islandesi, ambientate nel medioevo immaginario della tradizione vichinga, e fece di tutto per fargliele apprezzare, senza grande successo, finché non si recarono insieme in Islanda nel 2015: i paesaggi epici e travolgenti lo ispirarono suggerendogli figure solitarie del X secolo in sella ad un cavallo, sovrastate da montagne, ghiacciai e cieli infiniti dai colori soprannaturali. C'era qualcosa negli elementi e nella forza della natura che emergeva dai paesaggi. A quel punto si mise ad approfondire la civiltà vichinga, rinvenendovi un'arte meravigliosa, un grande sincretismo culturale e religioso, tecniche evolute, costumi elaborati e codici di onore e giustizia. Cionondimento, si trattava di una cultura con tratti di estrema violenza e sottomissione, in cui gli orribili cicli di vendetta non conoscevano fine: l'umanità, a quanto pare, non cambia mai.

Alla fine il regista, chiamando in suo aiuto lo scrittore e poeta islandese Sjón, ha cercato di realizzare un film sui Vichinghi storicamente accurato e insieme visivamente spettacolare. Ha lavorato con archeologi e storici, cercando di ricreare i dettagli del mondo fisico e tentando anche di catturare il mondo interiore della mente vichinga: le loro credenze, la mitologia e la vita religiosa, con un'intersezione non sempre chiara tra il soprannaturale e il reale.

Visivamente, sono i paesaggi e gli elementi – il vento, il fango, la pioggia, la neve, la terra, il ghiaccio, la cenere e il fuoco - a creare l'atmosfera del film, insieme ai suoni della natura e a quelli degli strumenti dell'epoca vichinga, grazie alla telecamera in continuo movimento, pensata pensata per essere ipnotica e coinvolgente

Come si legge nel pressbook: "Quello che Robert ha fatto è simile alla strategia di Shakespeare: ha preso la storia e l’ha resa psicologica, filosofica ed esistenziale come una tragedia greca": affermazione dell'attore Claes Bang, il quale poi aggiunge: “Ma qui il fattore psicologico non è tanto in gioco come nell’opera di Shakespeare, che ha messo la storia nella testa di Amleto mentre cerca di scendere a patti con le sue azioni. Concentrandosi maggiormente sull'azione esterna, Robert e Sjón inseriscono The Northman nella categoria della storia di vendetta, dove l'azione viene vissuta".

Condividiamo solo in parte questa sorta di autovalutazione: a nostro parere, in realtà nel film c'è troppa azione, troppa violenza, troppo splatter e troppi scontri, come se si trattasse di un blockbuster qualunque: gli approfondimenti psicologici latitano e i dialoghi sono troppo secchi ed elementari. Difetto che purtroppo caratterizza molti film recenti, da quelli di fantascienza & supereroi (unica, e parziale, eccezione l'ultimo episodio della saga degli Avengers, Endgame) fino al fin troppo celebrato Dune. Insomma, per richiamare anche gli antecedenti letterari, ci sembra che regista e sceneggiatore abbiano piuttosto catturato lo spirito immaginativo di Saxo Grammaticus che quello riflessivo del Bardo di Stratford-Upon-Avon.

Peraltro, i suggestivi costumi, gli interni, gli esterni e ambienti vari ricordano, nella loro vena quasi iper-realista, il primitivismo del film di Matteo Rovere Il primo re, dedicato alla vicenda di Romolo e Remo. Ma mentre nel film italiano i personaggi parlavano un protolatino filologicamente ricostruito e incomprensibile senza i sottotitoli, nel film di Eggers gli attori si limitano a parlare un inglese moderno con qualche vaga reminiscenza shakespeariana. Capisco la difficoltà che ci sarebbe stata se li avessero fatti parlare nell'Old English del Beowulf o, ancora più fedelmente, in norreno antico: ma avrebbero potuto operare una scelta non impossibile: adottare l'odierno islandese, che tra le lingue scandinave è quella con i tratti più arcaici e meno distanti dall'antico norreno. Un'occasione perduta, come sospettiamo, per mere esigenze di business.

Pubblicato in: 
GN24 Anno XIV 20 aprile 2022
Scheda
Titolo completo: 

The Northman

Lingua originale    inglese
Paese di produzione    Stati Uniti d'America, Regno Unito
Anno    2022
Durata    136 min
Regia    Robert Eggers
Sceneggiatura    Robert Eggers, Sjón
Produttore    Arnon Milchan, Lars Knudsen, Mark Huffam
Produttore esecutivo    Thomas Benski, Sam Hanson, Yariv Milchan, Michael Schaefer
Casa di produzione    Regency Enterprises
Distribuzione in italiano    Universal Pictures
Fotografia    Jarin Blaschke
Montaggio    Louise Ford
Musiche    Robin Carolan, Sebastian Gainsborough

Interpreti e personaggi:

Alexander Skarsgård: Amleto
Nicole Kidman: regina Gudrún
Claes Bang: Fjölnir
Anya Taylor-Joy: Olga
Ethan Hawke: re Aurvandil
Björk: profetessa
Willem Dafoe: Heimir il Folle
Ingvar Eggert Sigurðsson: stregone
Murray McArthur: Hákon Ironbeard
Ian Gerard Whyte: Thórvaldr
Hafþór Júlíus Björnsson: Thorfinnr
Kate Dickie: Halldora la Pitti