Noto e Sakamoto a Villa Massimo. Una nice pair nippo-germanica

Articolo di: 
Teo Orlando
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Il 20 e il 21 maggio 2011 all’Accademia tedesca di Villa Massimo di Roma si è esibito un insolito duo, composto da uno sperimentatore elettronico e artista visivo tedesco, il quarantaseienne Carsten Nicolai, alias Alva Noto, e dal musicista giapponese Ryuichi Sakamoto, nato 59 anni fa a Nakano.

La musica che hanno proposto affonda le sue radici nella tradizione e nelle tendenze più recenti dei paesi di rispettiva provenienza. Così, Alva Noto ha attinto dall’elettronica tedesca degli anni ’70 (il cosiddetto Krautrock dei Tangerine Dream e dei Kraftwerk) e dall'industrial degli anni '80 (ha tra l'altro collaborato con Blixa Bargeld, leader del gruppo industrial Einstürzende Neubauten), con ammiccamenti anche allo sperimentalismo più spinto di Karlheinz Stockhausen e di John Cage, mediandola con campionamenti generati da un computer.

Sakamoto ha invece presentato delle composizioni in cui la tradizione nipponica interagiva proficuamente con le sonorità classiche occidentali, non senza aperture al rock e all’elettronica più fruibile, che hanno decretato il suo successo commerciale, anche se la notorietà in Occidente del musicista giapponese risale soprattutto al premio Oscar vinto nel 1988 per la colonna sonora del film L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci.

I due artisti si presentano forti della realizzazione di un nuovo disco, Summvs, il cui titolo è una sorta di parola-valigia (portmanteau word, per dirla à la Lewis Carroll), che combina il vocabolo somma come sinonimo di collaborazione e il concetto di opposizione (vs, sigla anglicizzante per versus o adversus, contro).

Sakamoto e Noto si presentano nella prima serata, quella del 20 maggio, con quasi un’ora di ritardo per un imprevisto problema tecnico: il concerto comincia senza particolari annunci, con i due musicisti che distillano l’uno le note dal pianoforte a coda, l’altro da un console elettronica con vari sintetizzatori, dominata da un computer portatile Macintosh, con l’inconfondibile logo della Apple bene in vista. Le note assumono anche contorni geometrici e visivi, grazie a sofisticati giochi di luce che vengono proiettati sotto la regia dello stesso Noto.

La musica ondeggia tra i tocchi classicheggianti di Sakamoto, che trasfonde una spiritualità tutta nipponica in partiture che potrebbero ricordare Claude Debussy da una parte e Philip Glass dall’altra. Siamo ai confini del minimalismo, senza però l’ossessività ritmica delle sequenze che caratterizza le versioni più estreme di questo tipo di musica, un po' come accade nella musica più recente di Ludovico Einaudi.

A mano a mano che ci si inoltra nelle sonorità dei due musicisti, gli arabeschi visivi di Noto sembrano fondersi con la musica, creando un particolare effetto sinestetico in una sorta di caleidoscopio in cui diventa difficile distinguere ciò che appartiene all’ambito del suono e ciò che appartiene all’ambito del colore. È come se i suoni si trasformassero via via nei colori simulando volta per volta i battiti del cuore oppure offrendo allo spettatore una via “non acida” alla psichedelia.

A dominare sono naturalmente i brani tratti da Summvs, intervallati con pezzi tratti da altri quattro album del duo nippo-germanico (Vrloon, Insen, Revep, Utp), che insieme con Summvs forma una sorta di pentaedro musicale. Ma si possono ascoltare anche le note di “Forbidden Colors”, tratta dalla colonna sonora di Furyo (in originale Merry Christmas Mr. Lawrence, film di Nagisa Oshima interpretato da David Bowie e dallo stesso Sakamoto: nel film il brano viene cantato dal leader dei Japan, David Sylvian, che con Sakamoto ha collaborato a numerosi progetti).

Non mancano altri brani da dischi celebri, dalla citata colonna sonora di The Last Emperor e da quella di The Sheltering Sky (Il tè nel deserto, film che Bertolucci trasse da un romanzo di Paul Bowles). Significativi anche due omaggi, il più esplicito a Brian Eno, di cui vengono suonate delle variazioni su "By this River"; e il secondo, più implicito, in un bis dove alcune note ricordano un brano di Roger Waters, ex bassista dei Pink Floyd, ossia “It’s a miracle”, tratto dall’album Amused to Death.

Il pubblico non manca di tributare il dovuto applauso ai due artisti, il cui concerto è stato seguito in religioso silenzio, benché la gente sia stata costretta ad ascoltarlo sparpagliata sui prati e sulla breccia dell’incantevole cortile dell’Accademia tedesca: forse sarebbe stato meglio predisporre delle sedie, dato che si trattava di musica che andava ascoltata con il massimo di concentrazione e di attenzione.

Pubblicato in: 
GN54 Anno III 30 maggio 2011
Scheda
Titolo completo: 

Alva Noto & Ryuichi Sakamoto / S tour 2011
Accademia Tedesca - Villa Massimo - Roma
Largo di Villa Massimo, 1 - 00161 Roma
DATE: 20 e 21 maggio 2011

Anno: 
2011
Voto: 
8.5